Il livello del dialogo diminuisce quando si distorcono gli interventi altrui o si attribuiscono all'interlocutore intenzioni ed appartenenze assolutamente immotivate. Ma non facciamone un dramma, ognuno ha il diritto alle proprie opinioni e ad argomentarle con ciò che ha a disposizione.
Io però al "tutti uniti alla meta" non credo più. Su come uscire dalla crisi è giusto che esistano visioni alternative in concorrenza tra loro e che scelgano i cittadini, che pagano sulla loro pelle le conseguenze delle decisioni di una classe dirigente abnorme. Non ci si può nascondere dietro alla scusa infantile dell'impopolarità di scelte difficili. Comunque un ipotetico (ed improbabile) governo delle larghe intese, tecnico o meno, dovrebbe prendere decisioni che avrebbero un grave costo elettorale (a meno che non si spieghi bene agli italiani cosa bisogna fare e perché:
comunicare, non ne siamo mai stati capaci). Ora è evidente a tutti che le larghe intese coinvolgerebbero una ipotetica ed ancora inesistente fronda del pdl, il pd, il terzo polo e qualche altro "volenteroso" (idv e sel mi sembrano molto perplessi).
Quindi scelte dolorose e impopolari che si riverserebbero contro il pd stesso, magari premiando quella parte di pdl (e lega) che rifiutasse di partecipare all'ammucchiata e sfruttasse in modo demagogico (lo hanno sempre fatto) la situazione.
Ovvero, per il PD (come tradizione), il massimo danno elettorale col minimo beneficio.
A questo punto meglio elezioni e un programma a lungo termine di governo che inizialmente affronti i temi più impopolari, ma poi li declini in chiave di recupero di spinta economica, lavoro, welfare attraverso un forte recupero di ciò che l'illegalità sottrae al paese, non attraverso misure estremamente punitive ma con la certezza della pena.
Moneta elettronica, ovviamente
