lucameni ha scritto:Una maggiore flessibilità in uscita penso sarebbe accettata da molti se vi fosse un sistema di protezione sociale efficiente.
Lo vado ripetendo in rete dal 1996, e cioè da quando sono ... connesso ad Internet.
Ma ricordo sempre di chiarire che un un sistema di protezione sociale efficiente costa e qualcuno deve pagarlo. Che siano tasse o contributi, sono soldi che qualcuno guadagna e vengono messi da parte per quello scopo (protezione sociale). Ed il problema dell'Italia è che già si preleva troppo dai redditi e/o dai salari. Come dicevo, il 50% nell'industria ... è veramente tanto. Un sistema di protezione sociale puo' costare, a seconda della congiuntura economica, un ulteriore 3-6% di prelievo e le buste paga diventerebebro ancora piu' leggere. Volerebbero.
Da qui è chiaro cio' che già la Commissione Onofri (istituita dal primo governo Prodi) ebbe a dire: gli ammortizzatori sociali possono scaturire da un riordino generale del welfare e del suo costo sulla contribuzione. La spessa del welfare è fortemente sbilanciata verso la previdenza e sono carenti i comparti dell'assistenza, degli ammortizzatori sociali, le politiche per l'abitazione e la famiglia. Quindi è sulla previdenza che occorre intervenire.
Detto in parole povere, basta pensioni di anzianità, diverso calcolo della pensione (retributivo per tutti) ed innalzamento dell'età di pensionamento di vecchiaia. Ed anche un diverso modo di finanziare il sistema sanitario (allora la Commissione Onofri propose di studiare il sistema olandese). Ma come sapete la sinistra sindacale e radicale disssero di no. Fine della fase riformista dell'Ulivo e, un anno dopo, anche del governo Prodi.
Vedi, Lucameni, se nel 1997 avessero fatto cio' che Onofri proponeva, oggi - 14 anni dopo - non saremmo qui, con uno debito che sfiora i 2000 miliardi, con spread sui titoli tedeschi cosi' alto e con contratti assucurativi a difesa delle possibilità di fallimento del paese che indicano di fatto che quell'evento ha il 34% di probabilità di succedere. Non siamo al 92% della grecia (fallimento ormai certo, si tratta di capire solo quando avverrà) ma siamo alla frutta e le azioni da intrapprendere non sono piu' quelle del 1997. Oggi dobbiamo fare le stesse cose che sta facendo la grecia. Licenziare centinaia di migliaia di impiegati statali, privatizzare il privatizzabile, RAI compresa (come ha voluto il popolo con referendum 16 anni fa) e modificare radicalmente il sistema pensionistico, tagliando le pensioni in essere che superano una certa cifra (mettere un tetto massimo uguale per tutti) per poter diminuire da subito, e fortemente, il prelievo di contributi in busta, dare salari piu' elelvati (quindi maggiori consumi) e piu' risorse alle imprese.
Cosi' il fallimento lo evitiamo. Prima pero' c'è un ostacolo. Il governo piu' incapace, icompetente ed inefficace della storia delle Repubblica. Eppure non vedo il popolo in strada a chiedere che se ne vada a casa, come hanno fatto a Parma.
Probabilmente il popolo è ancorato alla speranza di farcela senza sacrifici (che li facciano gli altri!) e confida nel noto motto "
io, speriamo che me la cavo".
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)