Molto interessante. Ben scritto, completo, coerente con quel modo di pensare, ricco di spunti analitici e critici (la sinistra non sa fare altro) e privo del tutto di proposte concrete, pratiche, come si conviene a quel tipo di sinistra. Ma comunque finalmente una buona lettura, anche se troppo lunga. Proprio sul fronte del "che fare?" oltre a riproporre (e te pareva) la "lotta", si capisce bene contro cosa ma non "per che cosa" e soprattutto come. Emblematica una frase finale: "
forgiare forme di vita che per riprodursi non devono passare per il meccanismo del profitto e dell’accumulazione di capitale senza per questo perdere in innovazione e cooperazione sociale produttiva. Un bel problema…". Altro che problema! È
il problema su cui è naufragata l'esperienza di socialismo reale. L'autore ammette che a tavolino non c'è soluzione e quindi "
Ciò non si darà ovviamente a tavolino ma emergerà dalle pratiche sociali". Insomma ci si penserà strada facendo.
Belle le domande finali, incentrate finalmente sul "come":
Come difendi una fabbrica in via di chiusura, dentro una crisi generalizzata, senza pensare a forme di riappropriazione e “autogestione”, non di impresa ma immediatamente intrecciate con il tessuto sociale?
Come difendi il posto di lavoro nel pubblico impiego, dentro un quadro di svendite e privatizzazioni, senza porre il problema di cosa è un “servizio pubblico”,Sono ottime domande ma non sono affatto originali, dato che buona parte della socialdemocrazia europea se le è poste già 30 o 40 anni fa ed ha trovato la sua strada. Ma benvenuti, anche se in ritardo, almeno a saper fare le domande giuste.
Per le risposte, ci attrezzeremo.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)