La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Qui mi vogliono far fuori

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda gabriele il 18/10/2008, 21:17

Qui mi vogliono far fuori
Prodi tra i ricatti di Bertinotti e i complotti della Margherita

SEBASTIANO MESSINA
ROMA - La mattina dell' 8 giugno 2005, dunque prima delle primarie che gli affideranno la candidatura a Palazzo Chigi, Romano Prodi convoca d' urgenza il suo staff in piazza Santi Apostoli. Ha pessime notizie: «Fassino - racconta - mi ha detto sconcertato che tutti quelli della Margherita con cui parla gli dicono che vogliono farmi fuori. Mi ha fatto i nomi di De Mita, Rutelli, Marini, Franceschini e Gentiloni». Che alla vigilia delle primarie un pezzo dell' Ulivo non fosse entusiasta della ricandidatura del Professore, era noto. I nomi, però, non erano mai venuti a galla. Li rivela il giornalista Rodolfo Brancoli, già direttore del Tg1, che nell' ultimo biennio di potere di Prodi è stato uno dei suoi consiglieri e oggi - come «persona informata dei fatti» - ha deciso di raccontare quei tormentatissimi mesi in un libro: «Fine corsa. Le sinistre italiane dal governo al suicidio» (Garzanti, euro 16,50). E' dunque un diario dal fronte, quello di Brancoli, ma anche il tentativo di analizzare - da un punto di vista dichiaratamente prodiano ma con il distacco di un giornalista di lungo corso - le ragioni del fallimento, della crisi e della rovinosa caduta del governo dell' Unione. Ragioni che Brancoli individua nella sfortunata coincidenza dell' ultimo governo Prodicon tre processi di cui non c' era traccia nella prima esperienza del 1996: la «ri-proporzionalizzazione» della politica italiana, la «ri-clericalizzazione» della Chiesa e la «ri-ideologizzazione» della politica internazionale. Tutto sarebbe andato in un altro modo, commenta Brancoli, se l' Ulivo avesse saputo cogliere l' occasione storica offerta dal referendum elettorale del 1999, quello sull' abolizione definitiva delle quote proporzionali. Allora stravinsero i sì (91 per cento) ma con i voti del 49,7 per cento degli elettori: e fu proprio il mancato raggiungimento del quorum a rilanciare i proporzionalisti. «Torno sempre a quella sera - dice Romano Prodi a Brancoli - in cui sembrava che avessimo vinto, e invece avevamo perso». Ma il libro racconta anche molti episodi inediti. Eccone alcuni. «Vogliono farmi perdere». Alla vigilia delle elezioni del 2006, Prodi cerca - inutilmente - di convincere Rutelli e Fassino a presentare anche al Senato liste dell' Ulivo. Quando però affiora il rischio di una sconfitta a Palazzo Madama (dove poi il governo cadrà) il Professore lancia l' idea di «liste del presidente» nelle quattro regioni decisiva (Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli). Rutelli però è contrario. «Non se ne parla proprio» gli risponde Fioroni, potente dirigente della Margherita. Prodi è furioso: «Questi mi vogliono far perdere». L' aut-aut di Bertinotti. Prima di formare il governo, c' è da sciogliere il nodo delle presidenze delle Camere. Un nodo che Fausto Bertinotti taglia in modo netto: il 21 aprile va da Prodi e gli chiede la presidenza di Montecitorio o in subordine il ministero degli Esteri. Altrimenti, avverte, Rifondazione passerà all' appoggio esterno, facendo saltare la coalizione. «Un metodo - commenta Brancoli - su cui il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere avrebbe potuto dire la sua». La carica dei 101. Non saranno troppi 101 ministri, viceministri e sottosegretari? Non potevo farne a meno, risponde il presidente del Consiglio a Brancoli. «E questa volta i partiti mi hanno imposto anche i nomi». «Caro Silvio», «Caro Romano». Non è vero che tra Prodi e Berlusconi non ci siano stati contatti diretti. Il Cavaliere, che ce l' aveva con l' Udc, sapeva che ancheProdi aveva il problema dei partitini. «Che gabbia di matti dobbiamo gestire io e te» gli dice una volta. Poi, il 26 luglio 2006, dopo aver aspettato inutilmente la telefonata del rivale sconfitto, è Prodi a chiamare il leader dell' opposizione per informarlo sulla conferenza per il Libano. Il dialogo è breve ma quasi amichevole. Berlusconi: «Romano...». Prodi: «Silvio...». B.: «Anche tu hai i tuoi matti». P.: «A volte con i matti ci si diverte». B.: «Mi fa piacere vedere che la prendi così». P.: «Volevo informarti delle conclusioni della conferenza». B.: «Complimenti sinceri, sono a tua disposizione. Mi piacerebbe che ci fosse un clima diverso. (...). Grazie, buon lavoro di cuore». Al di là della cordialità diplomatica, Prodi ha però una pessima opinione del Cavaliere: «Quest' uomo è un mentitore congenito!». La mossa di Veltroni. Quando il segretario del Pd lancia la sua riforma elettorale, Prodi avvista il pericolo. E il 2 dicembre, davanti al vertice del partito, dice a Veltroni: «Guarda che con la tua riforma i partiti piccoli faranno fuori il governo, e se mi tolgono il sostegno è finita». Qualche giorno dopo, Mastella piomba nello studio del presidente del Consiglio gridando, alterato: «Se mi vogliono fare il culo, ve lo faccio prima io». «Era fuori di sé» commenta Prodi quando il ministro se ne va. Quando il segretario del Partito democratico rompe con i partiti minori, il Professore tiene per sé il suo dissenso. Ma una settimana prima del voto confiderà all' amico giornalista quello che pensa davvero di Veltroni: «Avendo scelto di dimenticare quindici anni, si è comportato personalmente bene. Ma ha prodotto una frattura che in quei termini non era necessaria». L' attacco dei vescovi. Nel giorno in cui si apre la crisi di governo, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, attacca pubblicamente il governo per l' inadeguatezza delle misure per gli incapienti. Il presidente del Consiglio, furibondo, telefona al cardinale: «Ora mi dettate anche la Finanziaria? E quando agli incapienti non si dava niente non avevate nulla da dire?». La caduta. Dopo le dimissioni, Prodi si sfoga con Brancoli: «Ognuno ha giocato per il suo piccolo interesse. Quasi mai è prevalso l' interesse generale, nessuno ha difeso la coalizione».
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
Avatar utente
gabriele
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 2690
Iscritto il: 18/05/2008, 16:01

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda franz il 19/10/2008, 19:45

Lettura interessante ma che mi riconferma una certa impressione avuta in passato.
Prodi è in gamba in tante cose, quasi sicuramente il migliore presidente del consiglio che abbiamo avuto dal dopoguerra, ma non certo bravo a scegliersi consiglieri, portavoce, personale politico.
Il che per un leader / manager è un forte handicap.
Credo che le cause dei suoi problemi siano imputabili alla scarse qualità di chi lo circondava.
Uno da solo puo' fare molto ma non puo' fare tutto.
Se sceglie consiglieri non adeguati e si fa imporre i ministri, non fa molta strada.

A parte questo credo rimarrà a lungo nei cuori di tanti.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda lucameni il 19/10/2008, 20:03

Sicuramente il fatto di tenersi appresso gente come Rovati o la Magistrelli trovo sia di per sè un grosso limite.
A Prodi imputo anche un carattere talmente ostinato, almeno nel suo volere quel centrosinistra senza trattino, da perdere contatto con la realtà del paese.
E - più grave - nel pretendere che questo bipolarismo sia quello adatto all'Italia, paradossalmente è diventato, assieme ai Parisi della situazione, uno dei più ostinati puntellatori dell'anomalia berlusconiana.
Così ho pensato nel 1995 e così penso adesso.
Altro aspetto: non ho mai creduto ad una sorta di complotto pianificato al fine di fargli le scarpe, ma sicuramente ritengo che uno scarso "entusiasmo" per la persona da parte di tanti suoi presunti alleati di certo non l'abbia favorito in passaggi cruciali come quello del 1998.
E in questo contesto il suo fare rancoroso non gli è stato di giovamento (ricordo bene le sue uscite infelici dopo la caduta del governo 1996-1998).
Questi i gravi difetti che gli imputo ora come allora.
Però va detto che la persona è competente, ritengo anche onesta, pur nel contesto dell'attuale parlamentarismo di truffatori seriali, e di conseguenza non è improprio rimpiangerlo.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda Paolo65 il 23/10/2008, 11:00

In un paese normale Prodi sarebbe stato un ottimo premier o ministro,nel nostro uno come lui non poteva funzionare.

Non so se si sia circondato d'inetti e di incapaci,grave limite comunque se fosse vero,ma aveva fatto un grave errore politico nel pensare che la riedizione del CS , già travolto nel 2001,potesse funzionare.

Non ha funzionato,perchè era un'armata brancaleone, e Prodi ha pagato il conto.

Non solo lui però,stavolta anche la SC ed altri sono affondati......ed io ne sono felice perchè l'ho ritengo un passaggio fondamentale perchè questo paese si avvii sulla strada giusta.

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda mario il 23/10/2008, 21:28

E’ vero che Rutelli e Fioroni nel 2006 vollero, ostinatamente, liste separate tra ds e margherita prendendo una percentuale di voti inferiore a quella presa dalle liste dell’Ulivo alla Camera.
E’ vero che Rutelli nel 2008 ha preso alle elezioni comunali di Roma meno voti di quelli incassati negli stessi seggi da Zingaretti.
E’ vero che se la sinistra avesse rinunciato alla presidenza del senato avrebbe potuto disporre di una maggioranza più consistente.
In altri paesi i politici che sbagliano si ritirano o vengono fatti ritirare.
Nel Partito Democratico chi ha sbagliato pretende di continuare a dettare le regole, con l’intento anche di impedire qualsiasi discussione sul passato.
In questo modo non andremo da nessuna parte.
Ma come si fa a dire che la sconfitta del centro sinistra deve essere attribuita a Prodi e non a Rutelli o Veltroni. Fioroni, Marini ecc.
mario
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 160
Iscritto il: 21/06/2008, 13:47

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda franz il 23/10/2008, 23:38

mario ha scritto:E’ vero che Rutelli e Fioroni nel 2006 vollero, ostinatamente, liste separate tra ds e margherita prendendo una percentuale di voti inferiore a quella presa dalle liste dell’Ulivo alla Camera.
Ma come si fa a dire che la sconfitta del centro sinistra deve essere attribuita a Prodi e non a Rutelli o Veltroni. Fioroni, Marini ecc.

Le liste separate al senato (origine dei problemi che sappiamo) furono una scelta comune DS e DL (quindi Fassino e Rutelli) e non certo di Prodi.
Quindi hai ragione (secondo me) a dire che la responsabilità non fu di Prodi ed invece mi sembra che tu sia troppo indulgente con Fassino e troppo colpevolista con Rutelli.

Le responsibilità sono della coppia dirigente dei due partiti di allora.
Fioroni mi pare in questo contesto il due di picche e caso mai gli chiederei conto di cosa ha fatto al governo per la scuola e l'università, il cui sfascio ora emerge con sempre maggiore eividenza e che ha origini democristiane molto lontane.
Di sicuro non ha fatto nulla di rilevante, perché in Italia se uno osa fare qualche cosa si trova subito le piazze contro.
Berlinguer lo imparo' a sue spese.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Qui mi vogliono far fuori

Messaggioda pierodm il 24/10/2008, 1:24

Vedo che esiste sempre la tentazione, quando si parla di un personaggio controverso, di appioppare le colpe "a chi gli stava vicino": cosa eventualmente valida - se debitamente provata - nel caso di un monarca ereditario, circondato da una corte che non ha scelto, ammesso che un monarca serio non risca a liberarsi dei cortigiani inetti come priva testimonianza del proprio valore.

Io rimango della mia opinione, che cioè Prodi sia stato un leader mediocre, con un ruolo politico superiore alle capacità.
Mediocrità, la sua, che rispecchia la mediocrità di un'intera classe dirigente, che non ha saputo trovare di meglio per rappresentare uno dei poli del bipolarismo italiano.
Una volta accertata tale mediocrità, tutto il resto ne discende inesorabilmente - diatribe, tradimenti, ricatti, omissioni, e la mancanza stessa di scelte o visioni strategiche che machiavellicamente avrebbero potuto giustificare queste meschinità di bottega politica.

Per rifinire una volta per tutte la questione Prodi, devo dire che non ho mai capito che genere di partito, di coalizione, di politica avesse in mente, oltre a quella che avrebbe dovuto consistere in una guardia pretoriana di parlamentari che lo sostenesse al governo, a prescindere.
Il fatto che ci siano ancora quelli che si soffermano a rimpiangerlo - o a rintracciare qualche frammento di buona idea nelle sue avventure - dimostra quanto siamo messi male, non tanto per un giudizio sul passato (che vale quello che vale), ma per il presente e il prossimo futuro.

PS
Fermo restando che - se proprio dobbiamo sobbarcarci una mediocrità - dieci volte meglio resuscitare Prodi, piuttosto che tenerci il prodismo degli stenterelli, alias Francesco Rutelli.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46


Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti