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4 calcoli sul quorum

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Live blogging su referendum e battiQuorum...

Messaggioda flaviomob il 12/06/2011, 12:00

http://www.termometropolitico.it/refere ... n-diretta/

Termometro politico: Il live blogging TP sui referendum in diretta!


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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda franz il 12/06/2011, 15:32

11.63% è un ottimo risultato. In passate consultazioni in cui si votava anche al lunedi', piu' del 10% alla domenica mattina portava verso il 70 ed anche 80% alla fine.
Se il trend viene confermato alle 19 e alle 22 (se non è il risultato di un "tutti alle urne domenica mattina, per dare il segnale) il quorum è praticamente certo.

Attenzione pero' che l'ultima volta che il quorum fu raggiunto (1995) su 12 quesiti furono 5 SI e 7 NO.
Quindi con un'alta partecipazione il risultato in termini di accettazione dei quesiti non è scontato.

Franz

Qui i dati per regione e provincia: http://referendum2011.interno.it/votant ... tanti1.htm
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda pianogrande il 12/06/2011, 15:38

Che il risultato non sia scontato è la democrazia .....
Che il quorum non si raggiunga sarebbe la solita tristezza di una cittadinanza che ha delegato a chi è più capace di un semplice cittadino (il penseghe ti in parole padane).
Fotti il sistema. Studia.
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Questo è un comunicato ANSA

Messaggioda annalu il 12/06/2011, 16:28

Io sono una persona prudente, non amo sbilanciarmi prima del tempo, però questo articolo ve lo riporto.
Da ANSA.it:

Referendum: prima affluenza a 2 cifre
Dati Viminale su precedenti consultazioni, quorum sempre ok


12 giugno, 15:05 (ANSA) - ROMA, 12 GIU - Qualunque sia stato il quesito referendario ed il tipo di referendum, gli archivi del Viminale dicono che quando la prima rilevazione dell'affluenza alle urne e' stata a due cifre, come oggi, si e' sempre raggiunto il quorum. Che si sia votato in un solo giorno o in 2, che si sia andati alle urne solo in Italia o che sia stata data opportunita' anche agli italiani all'estero, che la prima rilevazione sia stata fatta alle 11 o alle 12, il quorum e' stato sempre superato.
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda pianogrande il 12/06/2011, 22:43

Superato il 40 % alle 22.
Per me è fatta!
Va bene, va bene.
Aspettiamo ma è fatta.

I TG oscurano Napolitano, dice Repubblica.

Ma Napolitano, ormai, non lo oscura più nessuno.

Anche tutta la brava gente governata da questi lestofanti sarà, sempre meno, oscurata.
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda cardif il 12/06/2011, 23:02

4 al 41% alle 22 del 12. (è una quaterna sulla ruota nazionale del lotto?)
Gioisco perché questo per me significa:
1) che si raggiungerà il quorum;
2) che vinceranno i SI;
3) che è un NO a questo governo.
In effetti è nel merito che i quesiti meritavano un sì (secondo me).
Mi sento un po' vigliacco, poiché gioisco per il punto 3).
E io non ho ancora votato, perché mi piace gettare il cuore oltre l'ostacolo: gettare i miei 4 SI oltre il 50% delle 12 di domani.
Scusate. E' uno sfogo.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda Stefano'62 il 13/06/2011, 0:13

Parlando di quorum....
più ci penso e più sono convinto che abbia ragione chi dice che il quorum va abolito.
Infatti una volta che le firme sono state raccolte e convalidate,e un referendum indetto,a quel punto chi vota sì vota sì,chi vota no vota no,e chi non vota significa che non gliene frega una pippa del sì o del no;che sono di fatto tre posizioni distinte.
Invece l'esistenza di un quorum permette al fronte del no di evitare di esprimersi,portando alla propria causa anche il non-voto di chi indifferente lo è per davvero,e che verosimilmente non si straccerebbe le vesti per la vittoria dei Sì,e della cui opinione,dato che non si è premurato di notificarcela,dovremmo essere liberi di fregarcene a nostra volta.

Ebbene ciò è terribilmente scorretto ed è da evitare con una legge che stabilisca che un referendum deve per forza avere un esito,positivo o negativo che sia,stabilito dalla maggioranza di chi dimostra,andando a votare,di avere un interesse specifico,impedendo a quelli che se ne sono amabilmente fregati di aiutare senza volere una delle due parti.
Vedrai che poi alla fino a votare ci vanno,eccome.
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 13/06/2011, 1:44

Stefano'62 ha scritto:più ci penso e più sono convinto che abbia ragione chi dice che il quorum va abolito.


è opinione abbastanza comune di questi tempi, ma secondo me, sbagliata.

il quorum del 50% + 1 degli elettori ha un suo senso e, per certi versi è anche condivisibile.

Mi immagino che i Costituenti siano partiti da un ragionamento semplice. Per fare una Legge nel Parlamento deve formarsi una maggioranza del numero legale dei componenti che è il 50% + 1 sul totale ed è quindi "logico" che per abrogarla debba formarsi una maggioranza sul 50%+ 1 degli elettori.

È sfuggito ai Costituenti o non ne hanno voluto tener conto essendo la partecipazione alla politica del tempo cosa diversa di quella che è oggi, del fatto che in effetti il Parlamento non è affatto eletto da tutti gli elettori aventi diritto. In più, il premio di maggioranza rende ancora più aleatoria la rappresentanza degli elettori.

Una riforma adeguata dell'istituto referendario potrebbe quindi partire da li. Se serve la maggioranza del numero legale di un Parlamento per fare una Legge occorrerebbe stabilire qual è il numero legale dei votanti per abrogarla? Definirla in un generico 50% + 1 degli aventi diritto è una forzatura perché in effetti, come si vede esse sono fatte con molto meno consenso se ad eleggere un Parlamento è solo il 75% dei votanti e poi si inquina la rappresentanza, e quindi la capacità di legiferare, con il premio di maggioranza.

Ad oggi il Parlamento esprime di fatto la volontà del 75% dei votanti (più o meno), non del 100%. La proposta sensata potrebbe essere legare il valore legale dei votanti (il quorum... 50% +1) ad un referendum dove gli elettori totali sono calcolati sulla percentuale di voto registrata alle ultime elezioni politiche della Camera dei Deputati per gli elettori aventi diritto.

Così che sia potere legislativo del Parlamento che diritto dei cittadini nello strumento referendario di abrogazione abbiano più o meno lo stesso peso.
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 13/06/2011, 7:18

aggiungo alle considerazioni esposte che la logica dei Costituenti sulla necessità di quorum al referendum abrogativo si evince, anche se all'apparenza può sembrare un paradosso, proprio sulla prevista non necessità di esso a quello confermativo sulle modifiche Costituzionali.

Valendo il principio quorum (nel Parlamento) per fare le Leggi, quorum nel Paese per abrogarle, si capisce che le modifiche Costituzionali, avendo già passato il quorum parlamentare abbiano solo bisogno di essere rafforzate dal consenso popolare per surrogare il quorum parlamentare ove questo si espliciti solo a maggioranza semplice e non qualificata.

Nella logica dei Costituenti la modifica è già supportata dalla maggioranza degli elettori (attraverso la Maggioranza in Parlamento) è richiesta la verifica solo se assoluta e non qualificata, ma in questo caso un ulteriore quorum sarebbe ridondante essendo già stato espresso in Parlamento.
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Re: 4 calcoli sul quorum

Messaggioda franz il 13/06/2011, 10:20

La penso diversamente.
Ritengo che al di sopra di ogni considerazione valga il principio che il Popolo è Sovrano.
E se lo è veramente, per me lo è sempre, non solo quando supera il quorum.

La nostra Costituzione, dopo aver stabilito con l'art 1 che il popolo è sovrano e che tale sovranità puo' essere limitata solo da quanto scritto nella costituzione stessa, lo ha fatto proprio limitando i temi che sono soggetti a referendum (le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali) e stabilendo il quorum. Un errore.

Io credo che i motivi siano storici e cioè si temeva allora per le famose "derive plebilsitarie".
Anche per questo la Carta rimase lettera morta fino agli anni 70.
Si aveva ancora paura del referendum e dell'uso distorto che se ne poteva fare. Cosa che poi è successo.
La Cost dice "La legge determina le modalità di attuazione del referendum" ma questa legge non fu mai fatta fino a quando la DC ne ebbe bisogno per tentare di abrogare la legge sul divorzio.

Tuttavia i limiti che la Cost pone alla sovranità popolare sono a mio avviso sbagliati e speciosi, tanto che in altri paesi dove si usa il referendum non esiste quorum e sono ammessi referendum sui temi che in Italia sono vietati. Anzi per la ratifica di trattati internazionali in Svizzera, dove si fa largo uso del referendum, è addirittura obbligatorio.
Questo per dire che i limiti posti alla nostra sovranità non soggiacciono a principi positivi universli ma sono solo il risultato su timori e paure della politica di allora. In parte anche giustificati.

La vera critica io pero' non la faccio tanto o solo al concetto di quorum.
La farei al concetto di referendum abrogativo, che a mio avviso è un mostro giuridico, per come è stato realizzato in Italia. Infatti permette ad una legge di entrare in vigore e fare i suoi effetti, salvo poi essere abrogata piu' tardi. Invece del referendum abrogativo bisognerebbe istituire il referendum confermativo. In questo caso, se si raccolgono le firme, la legge non entra in vigore fintanto che non si è espresso il popolo. In questo caso è anche chiaro che i favorevoli alla legge dicono SI ed i contrari votano NO. Se la maggioranza è favorevole, la legge entra in vigore e non la si puo' piu abrogare.

A questo aggiungerei il referendum propositivo, dove il popolo propone una legge e dove essa va votata subito (entro sei mesi). La coppia confermativo e propositivo sarebbe molto meglio, sul piano democratico, del semplice diritto di abrogare ex-post una legge sgradita. Il referendum abrogativo di per se come concetto è sbagliato e si presta ad un uso disptorto, come è successo.

Con il referendum confermativo Berlusconi non avrebbe potuto fare le furbatate che ha fatto.
Per ogni legge ad personam avremmo potuto raccogliere le firme e votare prima che la legge entrasse in vigore.

Franz
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