Bersani alla direzione Pd: "Risultato elettorale eccellente, ma non riformeremo l'Unione""
Un risultato eccellente, addirittura superiore a quello del 2006": così Pierluigi Bersani apre la direzione di oggi del Pd e sottolinea il successo elettorale da cui il partito di cui è segretario è reduce. "Siamo a nostro agio con i movimenti di riscossa civica. Ci siamo posizionati alla confluenza di movimenti con cui ci siamo sentiti a nostro agio e non siamo stati sentiti estranei. Movimenti che hanno visto protagonisti tante donne e tanti giovani. Alle elezioni, è emersa una risorsa civica di cultura democratica. Una potenzialità da consolidare e sulla quale c'è parecchio lavoro da fare".
Archiviato il successo, è ora di guardare al futuro, che prevede altri due appuntamenti da non mancare: il referendum e la verifica parlamentare del governo. Per quanto riguarda le consultazioni del 12 e 13 giugno, Bersani ha sottolineato che il Pd "farà di tutto per raggiungere il quorum ai referendum. Sarà arduo ma è possibile raggiungerlo". "Sull'acqua - ha detto ancora - non accettiamo speculazioni sulla nostra posizione: un ministro come Ronchi che non sa la differenza tra liberalizzazione e privatizzazione forzata non dovrebbe avere la patente di ministro".
Sull'appuntamento dell'esecutivo con le Camere, invece, il segretario non ha dubbi: "la maggioranza - ha detto - non è più quella uscita dalle elezioni. Siamo al ribaltone e al teatrino della politica. La maggioranza non c'è più nel Paese. Stiamo all'assenza di governabilità. Il Governo si presenti dimissionario alla verifica parlamentare".
Infine, il futuro più remoto. Entro fine mese verrà convocata una Direzione del Pd per discutere del partito e del suo rapporto con il territorio, perchè l'obiettivo dichiarato è "diventare il primo partito del Paese". Ciò detto, il segretario ha assicurato che "il prossimo Governo avrà la più grande forza riformista del Paese", senza commettere gli errori del passato. "Questo significa che ci prenderemo la responsabilità di avviare confronti sul merito delle principali riforme con tutte le forze di opposizione. Il Paese non ha bisogno di generiche carovane ma di una rotta decisa".
06 giugno 2011
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Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.