lucameni ha scritto:...
Diliberto cos'è? E Ferrero?
Riformista o conservatore?...
Diliberto e Ferrero li collocherei tra i "conservatori illuminati".
C'è da intendersi che cosa sia un conservatore e cosa un riformista. Per me conservare significa cercare di tenere le cose come stanno, riformarle, invece, provare a cambiarle.
L'approccio a queste due filosofie è cambiato drasticamente con l'illuminismo. Con la Rivoluzione francese si era capito che conservare significava mantenere i privilegi di pochi sui diritti di molti, riformare voleva dire affermare i princìpi di uguaglianza, libertà e fratellanza. Con l'affermarsi della Rivoluzione francese e quindi dei suoi principi, si è progressivamente assistito al formarsi di una coscienza conservatrice anche nel campo di coloro che si definiscono riformisti... una conservazione in difesa di "conquiste" non di pochi, ma certo non di tutti, e comunque sempre conservazione... illuminata, appunto.
Nel campo dei conservatori l'affermazione della Rivoluzione francese ha prodotto più un desiderio di rivincita che una reale trasformazione del pensiero conservatore... tanto che ogni volta è stato possibile ha prodotto la progressiva divaricazione della forbice tra chi ha molto e chi ha poco o nulla, in termini economici, di opportunità e diritti. Il cambiamento in area conservatrice è più restaurazione che riforma.
In area riformista, quella che dovrebbe comprendere i messaggi degli "indignados", per intenderci, l'azione è compressa tra "conservazione illuminata" e spinte "restauratrici"... la sfida del PD è questa, intraprendere una vera strada riformista.
Ma in tutto questo il dibattito sulla "moderazione" c'entra come i cavoli a merenda.