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L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda franz il 15/05/2011, 21:08

flaviomob ha scritto:Una metafora interessante... anche se io la interpreto al contrario.
Dove il idee socialiste si sono radicate su un fertile terreno liberale, hanno attecchito e portato a un buon welfare.
Dove il terreno non era quello, sono state distorte in regimi autoritari...

Esatto. Non so dove sia il contrario e a cosa (quel intervento precedente) sia riferito ma in effetti dove socialità e liberalismo si sono uniti (insieme o in alternanza) le cose sono andate molto meglio. Dove il liberalismo era assente invece la socialità è diventata assitenzialismo, clientela, gestione autoritaria del potere, mafia, nazionalsocialismo. Un po' di tutto.
Ma in fondo è logico. Se l'orientamento prevalente di una nazione è libertario si prende una direzione (a destra come a sinistra) mentre se è autoritario allora sia la destra che la sinistra tendono ad essere illiberali ed autoritari.
Un motivo in piu' per capire che oggi destra e sinistra contano poco ed è piu' importante puntare verso le libertà (tutte) e tagliare con l'autoritarismo paternalista del passato. Autoritarismo che è collegato ai rapporti famiiari ed economici del tipo "padre-padrone" ed è incarnato da religioni imperniate sulla centralità di una indiscussa figura paterna.

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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda pianogrande il 16/05/2011, 0:13

D'accordo Franz.
Questo richiede una maturazione del popolo.
Richiede, quindi, un grande fermento, un grande lavoro culturale.

La tecnica del paternalismo (padre padrone) è anche frutto di un lavoro culturale fatto di coltivazione della ignoranza e della poca consapevolezza dei propri mezzi (o, meglio, delle proprie potenzialità).

Istruirsi richiede libertà.
Dove questa libertà non c'è, richiede lotta.
La lotta richiede un inizio di consapevolezza.

Chi è già istruito deve aiutare chi non lo è se no, rimane isolato.
Per farlo, ha bisogno di un moto di coscienza sociale.
Questo è il primo obiettivo da raggiungere: una coscienza sociale almeno in una parte della società.

La libertà non è una legge naturale.
Con intelligenza, con fatica, con rischio, va costruita.
Dopodiché va difesa.
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda franz il 16/05/2011, 8:43

pianogrande ha scritto:D'accordo Franz.
Questo richiede una maturazione del popolo.
Richiede, quindi, un grande fermento, un grande lavoro culturale.

La tecnica del paternalismo (padre padrone) è anche frutto di un lavoro culturale fatto di coltivazione della ignoranza e della poca consapevolezza dei propri mezzi (o, meglio, delle proprie potenzialità).

Istruirsi richiede libertà.
Dove questa libertà non c'è, richiede lotta.
La lotta richiede un inizio di consapevolezza.

Mi fermerei qui, perché da quello che scrivi vedo che in fondo, durante il rinascimento abbiamo avuto il fermento ed il lavoro culturale e con il risorgimento abbiamo avuto le lotte, anche se erano espressione piuttosto isolata di pochi visionari. Già durante il rinascimento stesso iniziavano le lotte dei comuni d'oltralpe per liberarsi dai vari imperatori e papi. Lo facevano unendosi contro l'imperatore (come i comuni svizzeri alla fine del 1200) o affiggendo le 95 tesi sul portone della Chiesa di Wittenberg, il 31 ottobre 1517. Da noi le cose andavano diversamente: invece di unirsi lottavano tra di loro per il predominio dei mari e poi erano percorsi da lotte intestine, tuttavia il fermento culturale c'era (il rinascimanto italiano è indubbiamente un periodo che ha messo l'Italia al centro del mondo) e le lotte risorgimentali ci sono state.
MI chiedo cosa sia successo, una volta unita la nazione, 150 anni fa. Non diamo la colpa come al solito a D'alema, Veltroni o Berlusconi Non c'erano. :-)
Eppure con l'inizio del 1900 è successo qualche cosa che ha spento il popolo italiano, che lo ha indotto forse a seguire alcune lotte invece che altre, che lo ha portato verso il fascismo ed il suo opposto autoritario invece che verso il liberalismo. Ho l'impressione che tra i caratteri culturali nazionali ci sia una forte presenza di una struttura familiare patriarcale, autoritaria, amplificata dalla presenza del papato e della Chiesa. Questo ha dirottato il nostro paese verso sbocchi autoritari (una caratteristica comune al sud europa, con Spagna e Portogallo con forti regimi fascisti e poi con i colonnelli in Grecia) allontanadoli da sbocchi liberali. La Stagione dell'Ulivo poteva essere il corrispondente da noi di pari stagioni di libertà, vissute da Spagna e Portogallo, ma quello che ci ha fregato è il vecchio cancro delle lotte intestine, come ai tempo delle Signorie. Per capire come unirci in futuro credo che occorra capire bene i fallimenti di questi 150 anni.
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda pianogrande il 16/05/2011, 11:26

Concordo Franz
Come inizio di consapevolezza non sarebbe male.
Tenendo anche presente (solo come attenuante) che gli errori (del popolo) possono essere anche indotti (da chi manipola la cultura).
E' lì che vedo il problema non ancora risolto.
Dominare qualcosa e usarlo a fin di bene.
La butto lì tipo brainstorming: che ci voglia l'equilibrio dei poteri anche nel campo culturale?
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda Robyn il 16/05/2011, 11:49

E molto importante evitare le deviazioni.Il pensiero liberale può essere impreganato di socialità,la socialità impregnata dal pensiero liberale.Il liberalismo non può sfociare in liberismo senza regole e valori,la socialità in assistenzialismo.La stessa cosa per la laicità che non può diventare laicismo oppure clericalismo.La stessa cosa per la competitività,competitività e tutele devono camminare insieme.La cosa più importante è l'equilibrio ciao robyn
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda ranvit il 16/05/2011, 12:01

La butto lì tipo brainstorming: che ci voglia l'equilibrio dei poteri anche nel campo culturale?

Beh, per almeno 40 anni la cultura è stata dominata dalla sinistra...e ancora oggi se si eccettua da alcuni media è ancora cosi'.
L'equilibrio sarebbe stato meglio averlo fin'ora...
Il guaio è che la cultura è stata molto elitaria e soprattutto...produttore di reddito per tanti baroni e/o intellettuali narcisisti.
Non ha prodotto insomma alcuna crescita civile e morale del popolo.

Ma non è stata la cultura a determinare il carattere degli italiani.
Franz si chiede cosa sia successo agli inizi del novecento. Credo che il problema sia piu' antico e legato all'assenza di un Stato centrale forte e duraturo. Come accaduto ai nostri vicini europei. Il perchè è a sua volta legato alla presenza della Chiesa (intesa come organizzazione terrena) che ha attuato in modo incomparabile il motto "dividi ed impera" :twisted:


Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda franz il 16/05/2011, 12:03

pianogrande ha scritto:Concordo Franz
Come inizio di consapevolezza non sarebbe male.
Tenendo anche presente (solo come attenuante) che gli errori (del popolo) possono essere anche indotti (da chi manipola la cultura).
E' lì che vedo il problema non ancora risolto.
Dominare qualcosa e usarlo a fin di bene.
La butto lì tipo brainstorming: che ci voglia l'equilibrio dei poteri anche nel campo culturale?

Il problema non è chi manipola ma avere un popolo manipolabile.
Il primo che sceglie di manipolarlo vince, chi sceglie di non manipolare, perde.
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda pianogrande il 16/05/2011, 19:32

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Concordo Franz
Come inizio di consapevolezza non sarebbe male.
Tenendo anche presente (solo come attenuante) che gli errori (del popolo) possono essere anche indotti (da chi manipola la cultura).
E' lì che vedo il problema non ancora risolto.
Dominare qualcosa e usarlo a fin di bene.
La butto lì tipo brainstorming: che ci voglia l'equilibrio dei poteri anche nel campo culturale?

Il problema non è chi manipola ma avere un popolo manipolabile.
Il primo che sceglie di manipolarlo vince, chi sceglie di non manipolare, perde.
Franz


Pessimista?
Mah!
Da qualche parte bisogna cominciare e il problema culturale lo vedo, comunque, come un pilastro portante del progresso di un popolo.
Cultura è anche costume e il brutto rapporto con il potere evidenziato da ranvit, ha creato, in Italia, una immagine, a volte eroica, della trasgressione delle regole.
Ci manca, un po', lo stato amico che, per esempio, percepisco nei miei amici tedeschi.
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda Robyn il 17/05/2011, 13:25

Non dimentichiamo che,l'Ulivo ha un baricentro,e questo Prodi lo sà ciao robyn
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Re: L' ULIVO OGGI : discutiamone...

Messaggioda flaviomob il 17/05/2011, 13:54

La cultura italiana non è mai stata "nelle mani" della sinistra.
Cultura nel senso elitario, di avanguardia, di apertura verso orizzonti forse sì, in alcuni ambiti. Ma se intendiamo cultura in senso antropologico, modo di pensare, costume diffuso, non è affatto così. Prima della riforma del diritto di famiglia, mi pare del 1975, la moglie doveva essere sottomessa al marito e godeva di minori diritti rispetto alla parte maschile. Le trasformazioni che si sono realizzate negli anni sessanta e settanta hanno generato un tipo di società nuovo, che oggi diamo per scontato, ma che non è affatto detto che non possa regredire e tornare allo stato iniziale.

Per questo non sono neppure d'accordo che, in nome del pensiero libertario e socialista "consolidato", si possano definire superate le categorie di destra e sinistra. L'individualismo sfrenato, l'irrisione delle regole e delle leggi, la regressione del dialogo politico, la volgarità, la solitudine dell'individuo che riceve passivamente messaggi condizionanti davanti all'apparecchio televisivo senza avere la possibilità di intervenire, di attivarsi, sono tutte degenerazioni tipiche di una destra individualista, regressiva, antimoderna.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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