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Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda disallineato il 05/05/2011, 14:18

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:Come considerazione personale, il "caro ragazzo" è un'espressione di palese paternalismo, da evitare in un dialogo tra persone DEVONO essere ritenute adulte, a prescindere.

Nessun problema Franz,non mi offendo per l'illusione di qualcuno convinto di parlare ad un pubblico di inferiori da educare. ;)

PS x il prof
Il datore di lavoro,colui che offre il suo lavoro,è colui che effettivamente lavora.
Quell'altro caso mai è il datore di opportunità di lavorare,oppure colui che domanda lavoratori.
Al di là delle convenzioni,l'italiano non è una opinione.
E gli italiani continuano a dividersi in chi lavora troppo,chi lavora troppo poco,e chi ci specula sopra apposta.

PPS
Ma esistono anche pc senza il tasto cancella..... :?:



Il tasto cancella può sicuramente essere utilizzato, ma perchè perdere tempo? A meno che tu non gradisca una perfetta ortografia. Ma nn credo interessi nessuno qua. L'importante è il succo del dibattito.

Ti stai sbagliando caro amico ( nn ti chiamerò più ragazzo, dopo che son stato richiamato su questo specifico argomento ). Io sono un datore di lavoro anche se nn effettuo lavori manuali. Giuridicamente è così.
Chi ti paga è il tuo datore di lavoro, che poi è anche responsabile della tua sicurezza, della tua salute sul luogo di lavoro e fra poco sarà anche responsabile del tuo stress. Fra poco entrerà in vigore quell'assura regola per cui io DATORE DI LAVORO ( le maiuscole stavolta sono volute perchè è la legge che mi riconosce questo ruolo. Anche se ciò ti fa alterare ma è così ) devo capire se l'ambiente in cui tu operi ti provoca stress. In quel caso io , DATORE DI LAVORO , ( volute ) devo cercare di far in modo di eliminare o ridurre tutte quelle cause. Altrimenti, io DATORE DI LAVORO 8 sempre volute ste maiuscole ) saràò sanzionabile.
Capito che razza di incombenze abbiaMo noi DATORI DI LAVORO?
Altro che lavorare mezzora in più o in meno che fa alterare il dipendente che nn è poi così abituato ai massacranti turni di 8ore e mezzo di lavoro oppure, scandalo... anche il sabato.
ù
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda Stefano'62 il 05/05/2011, 14:24

Prendo atto del fatto che giudichi assurdo che colui che stabilisce dove e come devo lavorare,debba anche assicurarsi che io ne esca vivo e integro.
Dunque i miei sospetti circa i padroni o alcuni di loro non sono del tutto infondati.
Farò leggere a mia moglie (che di destra e sinistra nulla sa e nulla gliene frega) i tuoi post sabato,al ritorno dal lavoro per il quale non percepirà quasi nessun incremento di stipendio,poi ti farò sapere in quanti posti ti ha mandato e a fare cosa.....
Ultima modifica di Stefano'62 il 05/05/2011, 14:28, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda disallineato il 05/05/2011, 14:27

Riprendo ancora il dibattito di prima, sperando di nn fare alterare la suscettibilità molto delicata della moderazione, la quale mi ha raccomandato di nn scrivere troppe volte di seguito. Spero di avere la clemenza della moderazione stessa, ma l'argomento è troppo importante.
Vedi Stefano, il datore di lavoro è colui che ti paga, indipendentemente se lavora come intendi tu o meno. E poi cosa significa per te lavorare? Lavora solo colui che manualmente fa qualcosa?
Non pensi che sia lavoro anche chi mette a frutto il suo intelletto, organizza, pensa, mette in atto la sua vogli adi rischiare i propri soldi? Non è lavoro anche quello?
Il lavoro di un manager in giacca e cravatta ( non sono io che sto spesso insieme ai miei operai e talvolta gli accio anche da garzone ) non è lavoro?
Non vorrei che tu fossi un pò provinciale e attaccatto alla figura un pò retorica secondo la quale lavora solo chi usa le proprie braccia. Mica siamo al tempo dei braccianti agricoli. Oggi il lavoro è anche in giacca e cravatta. Il lavoro è tutto quello che produce reddito e plusvalenza ( roba da far incazzare Marx ed Engels ). E' colui che mettendo a frutto il suo sapere ed il suo rischio investe 10 e cerca di riprendere 12. Cerca di creare lavoro per i propri operai, di far crescere la propria azienda.
Il lavoro è tutto quello che un uomo fa per far crescere il benessere della società in cui vive.
Caro amico, tutti noi lavoriamo anche quando, seduti su una poltrona, pensiamo come fare a migliorare la propria condizione di vita nel lecito e nell'onesto. E il tuo datore di lavoro, anche se nn si sporca le mani, sta pur sempre lavorando. E ringrazialo che rischia dei suoi soldi per mantenere il tuo posto di lavoro ( nel suo interesse, ovvio )
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda ranvit il 05/05/2011, 15:40

Riprendo ancora il dibattito di prima, sperando di nn fare alterare la suscettibilità molto delicata della moderazione, la quale mi ha raccomandato di nn scrivere troppe volte di seguito. Spero di avere la clemenza della moderazione stessa, ma l'argomento è troppo importante.

Che lo dici a fare? C'è stato l'intervento di "altro forumista", quindi puoi... :cry:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Quegli operai post-ideologici

Messaggioda matthelm il 05/05/2011, 15:42

Quegli operai post-ideologici

La «valanga di sì» al piano Fiat ex Bertone, di cui parlano i commenti giornalistici del giorno dopo, è una buona notizia. È un successo della ragione e della responsabilità dimostrata dalle Rsu aziendali, nonostante il diverso avviso dei vertici Fiom. La base dei lavoratori, da sei anni in cassa integrazione, ha avvertito la portata della posta in gioco e ha preferito la strada dell’accordo a quella dello scontro. Ha rifiutato – come si è detto – di «votare il proprio licenziamento».
Questa volta, a differenza di Pomigliano e Mirafiori, il giudizio ha ricomposto tutte le componenti del sindacato, compresa la rappresentanza Fiom che è maggioritaria nell’azienda. L’unità sindacale ha fatto premio sull’ideologia.
Ora si tratta di vedere se il successo delle Rsu può essere anche l’inizio di una inversione di tendenza generale nei rapporti sindacali, in particolare in quelli riguardanti la Fiat.
L’azienda ha confermato che l’esito del voto permette di dare via al piano di investimento di 550 milioni di euro per produrre il nuovo modello Maserati. Quanto prima si procederà, tanto meglio sarà.
Ci sono dipendenti alla ex Bertone che stanno esaurendo tutti i periodi di cassa integrazione. Ma non è in gioco solo la Fiat. Per poter parlare di inversione di tendenza occorre che le tre confederazioni traggano spunto da questo accordo, oltre che dai moniti reiterati del presidente Napolitano, per riprendere il dialogo fra loro.
La stessa Fiom, se non vuole isolarsi definitivamente, dovrebbe trarne una lezione per superare la logica del no. La via giudiziaria non paga, neppure sul piano dello stretto diritto. Tanto è vero che dopo le prime sentenze favorevoli al ricorso alla Fiom, qualche altro giudice sta orientandosi in senso opposto.
L’incertezza giuridica rischia di protrarsi a lungo con esiti imprevedibili e senza risolvere i problemi pratici. Per risolverli non bastano appelli generici; occorrono iniziative concrete che affrontino le questioni che hanno alterato negli ultimi due anni l’equilibrio delle relazioni industriali con effetti negativi per tutti.
Qualche segnale di luce si intravede. La questione più urgente riguarda le regole della rappresentanza sindacale e quindi dell’efficacia dei contratti collettivi. Se si raggiungesse un’intesa anche sulla struttura della contrattazione, meglio. Ma un accordo sulle regole è comunque prioritario. Le basi per una soluzione esistono. C’è la bozza del 2008, a suo tempo condivisa fra le tre confederazioni.
Ci sono le regole sulla rappresentanza e sulla contrattazione nel pubblico impiego che hanno funzionato bene dal 1998. C’è la possibile esperienza pilota della bozza di intesa siglata unitariamente per il settore bancario. La urgenza di concordare regole minime per la convivenza riguarda tutti, i sindacati in primis, ma di riflesso le aziende che non possono vivere nell’incertezza e nella tensione dei rapporti fra gli interlocutori sindacali.
La Cgil è chiamata direttamente in causa, perché il conflitto della categoria dei meccanici, se non risolto, rischia di destabilizzare tutto il sistema, con conseguenze negative per il già fragile equilibrio delle nostre relazioni di lavoro e della nostra economia.
Tiziano Treu (Europa)
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda disallineato il 05/05/2011, 17:18

Stefano'62 ha scritto:Prendo atto del fatto che giudichi assurdo che colui che stabilisce dove e come devo lavorare,debba anche assicurarsi che io ne esca vivo e integro.
Dunque i miei sospetti circa i padroni o alcuni di loro non sono del tutto infondati.
Farò leggere a mia moglie (che di destra e sinistra nulla sa e nulla gliene frega) i tuoi post sabato,al ritorno dal lavoro per il quale non percepirà quasi nessun incremento di stipendio,poi ti farò sapere in quanti posti ti ha mandato e a fare cosa.....



Provo a spiegarti nuovamente, affinche' tu possa riferire a tua moglie l'esatto concetto.
Il datore di lavoro ( non il padrone ) non stabilisce un bel nulla. E' obbligato a prendersi cura della tua salute in ambito del lavoro. E' obbligato ad assicurarsi della tua integrità. E tutto questo mi sembra logico visto che lui, il datore di lavoro deve garantirti una sicurezza di livello accettabile. E' normale che sia così.
Ed è giusto che ci siano norme di legge che si occupino della materia. I "cattivi padroni" spendono anche per la tua integrità, giustamente.
A tua moglie prova a ricordare quanta gente vorrebbe avere un lavoro che gli occupi anche il sabato, ma che gli garantisca uno stipendio. Eravamo abituati male fino ad un pò di tempo fa quando le 40 ore ci pesavano e pensavampo alle 35ore ( logicamente guadagnando uguale come se ne lavorassimo 40 ). Il sabato lo pensavamo ( lo pensavate ) un tabu'. Io sono cresciuto a Prato, ex polo industriale tessile e questa mentalità nn è mai stata nostra. "padroni" o operai tutti facevamo 12 ore al giorno. Agli operai venivano pagati gli straordinari a nero e con quella somma molti riuscivano a farsi le sue cose e appagare le proprie esigenze. Il nero era una benedizione per tutti perchè ha permesso, ai padroni e agli operai di potersi costruire la propria abitazione, aiutar e il proprio figlio a metter suu famiglia. A Prato chi non lavorava il sabato era un vagabondo perchè le fabbriche richiedevao manodopera in abbondanza. Quindi a me e a noi pratesi sentir dire che c'è da lavorare il sabato non ci fa ne caldo ne freddo, era semplicemente la normalità.
Ma non tutti hanno vissuto in realtà industriali e vedere mutare le condizioni di lavoro sembrano bestemmie.
Caro amico, se tua moglie ha il lavoro, che se lo tenga stretto e se continua a lavorare il sabato , che nn se lo faccia sfuggire. Oggi è diventato quasi un lusso, il lavoro.
Se ti interessa, puoi riferire a tua moglie che io lavoro 5 gg la settimana per circa 12 ore o più e il sabato almeno 8.
Se tua moglie si incazza perchè il sabato lo deve impiegare al lavoro, puoi dirle che esistotno realtà dove alcune donne lavorano part-time 4 ore al giorno e se trovano qualche lavoro extra ( sperando che sia a nero ) vanno anche la domenica oltre al sabato. Chi ha un lavoro se lo tiene stretto e spera di poter continuare ad averlo anche domani. Anche lavorando il sabato.
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda Robyn il 06/05/2011, 13:45

Caro disallineato tu non sei proprio adatto a fare politica.Meglio che scegli un'altra strada ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda Stefano'62 il 06/05/2011, 15:07

disallineato ha scritto:Se ti interessa, puoi riferire a tua moglie che io lavoro 5 gg la settimana per circa 12 ore o più e il sabato almeno 8.
Se tua moglie si incazza perchè il sabato lo deve impiegare al lavoro.......

In Romagna diciamo,ecco stavolta l'hai fatta fuori dall'orello.
Mi ricorda un pò quella volta che berlusconi si è sputtanato rispondendo ad un ragazzo,che gli chiedeva come mai in un Paese che lui asseriva di guidare benissimo,lui il berlusca riusciva a permettersi di mangiare spessissimo in un dato ristorante costosissimo e suo padre invece no,e lui se ne è venuto fuori dicendo a quel perfetto sconosciuto che evidentemente il suo papà non lavorava tanto quanto lui !!
Al che il ragazzo gli ha detto di non permettersi di dire che suo padre non lavorava abbastanza,dato che si alzava tutte le mattine alle cinque per andare a fare non un lavoro da mammoletta come quello dell'idiota che aveva detto tale corbelleria,ma uno vero e sfibrante e poco remunerato.

Vedi,anche io alcuni giorni lavoro 14 ore,solo che dato che faccio un lavoro che mi piace e per cui sono portato,e non il muratore o l'operaio,non mi lamento e non mi permetto di pormi come esempio;soprattutto non in competizione con quelli come mia moglie,che non fa altro che lavorare fin dall'età di 14 anni perchè la sua famiglia non aveva altra scelta che lasciarglielo fare.
E che si sveglia alle 5 per avere il tempo di fare,prima di andare in fabbrica,quei mille lavori che non ha tempo altrimenti di svolgere.
E che dunque se si lamenta della flessibilità della legge Biagi (abominio indegno da abolire domani !!!) non è perchè le toglie tempo al sollazzo,ma ad altri lavori anche pesanti per il vecchio e malato genitore,dunque non remunerati,e che non sempre posso aiutarla a svolgere.

Dunque un conto è la critica seria e severa ai sindacalisti più orbi,e ammettere che gli imprenditori non sono tutti magnati e invece spesso sono poveri e lavoratori come gli altri;un altro invece pretendere di far passare il concetto che il loro lavoro (dei sindacati) sia inutile e deleterio a priori e che bisogna solo dare retta agli industriali mentre noi lavoriamo a testa bassa,perchè se li lasciamo liberi di fare i soldi alla fine qualche briciola ce la lanceranno (tanto per tenerci in forze quel tanto che basta per continuare ad essergli utili).

Gli operai e i lavoratori meno fortunati in genere,non sono quel branco di sfaticati che ad alcuni industriali (evidentemente la classe padronale esiste ancora a leggere i tuoi post,e le cazzate della confindustria) piace tratteggiare per poter giustificare le loro schifezze.
Sono invece persone operose che si fanno un culo così tutti i giorni per un tozzo di pane,e io che insegno ai loro bambini ne conosco a pacchi,e ti garantisco che e a loro non piace sentire gli sproloqui e le geremiadi di un branco di rammolliti che nulla hanno di valido da lamentarsi e che spesso non hanno lavorato sul serio un solo giorno in vita loro,e che dal basso della loro esperienza e per i loro loschi traffici pretendono addirittura di venirci a raccontare cosa è il lavoro e i parametri per considerarlo (in)sufficiente.

Dunque a mia moglie non ho bisogno di riferire nulla,ha già capito da sola di quale razza sei e per carità cristiana non riferisco i commenti.
Tranne uno:invece che starsene a casa come aveva deciso,andrà a votare CONTRO berlusconi e gli altri figli di ******* che la pensano tale e quale a lui.

PS
Prendo atto anche del fatto che secondo te il lavoro nero,che a tutti gli effetti è ancora e con buona ragione un reato e un cancro per qualsiasi economia (e che di fatto giova solamente ai padroni)....
prendo atto dicevo del fatto che per te è un abominio se lo fanno (cito testuale) "i musi gialli",mentre invece una mano santa e indice di operosa virtù se lo fanno i bravi cittadini bianchi di Prato.
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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda franz il 06/05/2011, 17:58

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:Come considerazione personale, il "caro ragazzo" è un'espressione di palese paternalismo, da evitare in un dialogo tra persone DEVONO essere ritenute adulte, a prescindere.

Nessun problema Franz,non mi offendo per l'illusione di qualcuno convinto di parlare ad un pubblico di inferiori da educare. ;)

PS x il prof
Il datore di lavoro,colui che offre il suo lavoro,è colui che effettivamente lavora.
Quell'altro caso mai è il datore di opportunità di lavorare,oppure colui che domanda lavoratori.
Al di là delle convenzioni,l'italiano non è una opinione.

Ah, non so che dizionario tu hai consultato ma il datore di lavoro (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Datore_di_lavoro ) in italiano è colui che impiega, in quanto titolare del potere direttivo.
Dà lavoro nel senso che dice cosa fare. Ti assume e dice: tu fai questo lavoro. In questo senso è "datore di lavoro".
In Inglese, similarmente, abbiamo Employer e Employee.
Potremmo dire, "Colui che impiega" e "Colui che è impiegato".
In francese abbiamo l’employeur et le salarié.
Il datore (employer, employeur) è la parte attiva, direttiva, l'altro è subordinato.
I tedeschi non si pongono grandi problemi: Unternehmer è l'imprenditore (colui che dirige l'impresa) e Arbeitnehmer è il lavoratore. Cosi' non devono discutere chi dà ma è chiaro chi comanda. ;)

Probabilmente il bisticcio è legato al fatto che la domanda di lavoro (colui che si offre, vende e quindi dà lavoro) è costituita dal lavoratore mentre l'offerta (chi compra capacità lavorativa) è costituita dal datore di lavoro.

Tuttavia il nome "datore di lavoro" non è legato alla posizione nel mercato (domanda ed offerta) ma alla posizione direttiva / subordinata.

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Re: Ma allora c'è vita su Marte! (Lavoratori Fiat ex Bertone)

Messaggioda disallineato il 07/05/2011, 9:13

Robyn ha scritto:Caro disallineato tu non sei proprio adatto a fare politica.Meglio che scegli un'altra strada ciao robyn


Infattio la politica non è il mio mestiere. Sono troppo disallineato e nn parlo politichese. Parlo come la gente comune, riportando i sentimenti della gente comune. Pane al pane e vino al vino. Non potrei mai essere un politico politicante.
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