Visto che si continua sul tema, voglio ricostruire il filo logico:
1 - Flavio ha scritto "
ottimismo della volontà";
2 - io ho commentato che oggi ci vuole "
la volontà dell'ottimismo";
3 - un fugace accenno di Flavio a Gramsci;
4 - un mio commento in cui dicevo che Gramsci basava l'ottimismo della volontà sulla presenza di grandi masse operaie, che oggi non ci sono e quindi che non giustificano più il suo ottimismo. Punto.
Commento come spesso troppo lungo e di contenuto discutibile. Va bene. Chi non gradisce ciò che scrivo può non leggere. Oppure può discuterne. Ma certamente si era esaurito il riferimento a Gramsci, che non era il tema in discussione.
Si è continuato a parlare di ragione e volontà da attuare oggi, come strumenti utili. Ma non si è posta la ragione in contrasto con la volontà; anzi.
Ho letto: "
Sveglia!" come invito a tornare all'oggi. Allora, se dico che anche un altro Vittorio, Alfieri, aveva molta fiducia nella volontà (
volli, sempre volli, fortissimamente volli), 'che fai, mi cacci?'
Ma tanto non me ne vado; mica posso fare uno '
scherzo da prete' a
Iafran.
Piuttosto: "
chi si bea e pensa di esaurire in questo modo il proprio compito di cittadino modello rinvangando un giorno si e uno pure Gramsci e compagnia bella (come se ne fossero gli esclusivisti...)"? Chi? Lo voglio conoscere.
Non conoscevo la regola citata da
Piero (però non gli credo sulla parola: devo verificare se non se l'è inventata lui

). Comunque io non disprezzo nessuno (anzi non mi era proprio venuto in mente che si potesse arrivare a tanto)
cardif