Caro Piero, i temi che hai
posto nel primo...
post di codesto argomento meritano un'attenzione adeguata e per questo ho differito una risposta che già iniziava a frullarmi tra le meningi. Non c'è da aver paura ad apparire antipatici, perché se la realtà viene percepita come sgradevole, vuota, regressiva, decadente, avvitata su se stessa non è chi la denuncia ad essere antipatico. Purtroppo però è vero che esiste una dinamica caratteristica di questo paese talvolta codardo e doppio, per cui l'antipatico diventa proprio chi canta fuori dal coro, chi toglie prima la trave dall'occhio e solo dopo pensa alla pagliuzza, chi non si adegua e non si 'riduce'.
A questo forum bisogna riconoscere, come era per Gargonza nei tempi andati, una
trinità di intenti.
1. Gli elementi di scontro , di conflitto, di incomprensione, di messa in gioco di dinamiche fortemente polarizzate (talvolta personalistiche, talvolta politiche, spesso entrambe) su un piano simmetrico (tra iscritti) ma non raramente asimmetrico (tra chi si assumeva un ruolo di amministrazione/moderazione e alcuni iscritti) si sono ciclicamente riproposti e hanno determinato 'avvertimenti', espulsioni, sospensioni oppure allontanamenti spontanei talvolta seguiti da ritorni (io stesso sono stato assente dal forum per due anni, anche se la mia motivazione era la preferenza per lo strumento della mailing list).
Un folto gruppo di partecipanti di Gargonza, di livello buono o eccellente (un paio di ricercatori universitari o forse più, ad esempio, ma non è questo il 'discrimine'), non sono più ritornati. A ciò si aggiunge lo scoramento per l'involuzione della politica nazionale negli ultimi 15 anni, per cui altre persone hanno lasciato o intervengono molto poco perché demotivate (ed è più che comprensibile). Io penso che, tra diversi (a volte simili), dovremmo più spesso cercare di comprenderci dal punto di vista umano, della storia personale, delle aspirazioni.
Tutte queste dinamiche, il conflitto interno al cs, il rapporto tra desiderio di cambiamento e frustrazione demotivante, il precario equilibrio tra speranza e logorio non sono elementi avulsi dal contesto ma rappresentano in piccolo il totale del campionario del centrosinistra di questi ultimi anni e dovrebbero farci riflettere molto.
2. Gli elementi di approfondimento, gli stimoli, i momenti alti del forum (e di Gargonza) secondo me ci sono, ci sono stati e sono stati numerosi. Lo strumento purtroppo favorisce malintesi ed incomprensioni, però l'unione di intelletti, di esperienze personali ricche e articolate può fornire tanti spunti da cogliere. A volte manca il tempo di approfondire tutto, è vero, a volte si desidererebbe di più concentrarci su argomenti epocali e storicamente rilevanti mentre ci si trova a contemplare l'ombelico... di Bersani

Però se si valorizza ciò che arriva dal forum, anche in una collettiva eterogenesi dei fini, si può trovare un blog, un libro citato, un articolo di economia che può fungere da piccolo 'lume' nella selva oscura in cui ci troviamo. Piero però non sbaglia quando denuncia la tendenza ad adeguarsi alla mediocrità imperante, anche nel livello delle discussioni del forum. La forza del condizionamento mediatico è grande anche su di noi, che presuntuosamente riteniamo di avere gli strumenti e gli anticorpi per esserne immuni. Talvolta qua e là leggo qualche critica a questo o a quel personaggio apparso su Matrix o Porta a porta: trasmissioni talmente faziose e manipolatorie che andrebbero senza indugio disertate da politici assennati... e anche da spettatori consapevoli!
Ha ragione Piero quando parla di restringimento degli orizzonti e spesso anche noi ci trinceriamo dietro l'intervento del politico di turno, l'editoriale o l'articolo di giornale che ci interessa, senza approfondire le nostre analisi e le nostre proposte: alcuni interventi poi ripetono gli stessi brevi slogan da lustri, talvolta denigratori e svalorizzanti, poi rimangono completamente avulsi dall'analisi della realtà proposta nei vari argomenti di discussione.
Io credo che la giusta risposta alle osservazioni di Piero (mi riferisco al primo scritto di Piero su questo argomento) sia la ricerca di una profondità maggiore nelle analisi e nelle conclusioni che facciamo rispetto alla realtà che stiamo vivendo, privilegiando però la prima rispetto alle seconde e senza l'ansia del 'fare' a tutti i costi, che qui non ci spetta.
(Nella concitazione dello scrivere mi rendo conto che la
trinità prevista si è ridotta di un elemento: del resto i misteri della fede debbono rimanere misteriosi ed imperscrutabili ai più, sarà stato il figlio a ribellarsi al padre o forse lo spirito santo ad evaporare anzitempo? O un precoce, terreno Alzheimer che interviene sui neuroni adibiti alla memoria a breve termine? Mistero della rete...)