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Nel Pd non c'è il leader

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda cardif il 04/02/2011, 13:46

Flaviomob: "Sulla sinistra italiana è giusto essere severi". D'accordo essere severi. Ma se uno di sinistra è severo solo con la sinistra non solo non è giusto, ma è pure autolesionista. Se valesse il principio di giustizia lo dovrebbe fare anche la destra, solo che loro non lo fanno.
E' stomachevole, per me, sentir dire continuamente a sinistra che Berlusconi ha il voto della maggioranza degli italiani (falso), che gli ultimi governi di centrosinistra non hanno fatto nulla (falso), che Prodi ha fatto danni (falso), che il centrosinistra ed il PD in particolare sono da buttare alle ortiche (opinione, ma vale anche quella opposta), ecc ecc. Se lo si fa in un posto qualunque, va bene; ma in un sito che credo orientato al centrosinistra, che senso ha? Cos'è: propaganda berlusconiana?
Flaviomob: "le pressioni della Chiesa per il voto alla DC nel 1948". Già. Nel '47 la scomunica dei comunisti italiani da parte di Pio XII e poi l'ultima crociata della Chiesa del '48, con l'esercito dei preti che lanciavano anatemi per abbattere il 'nemico'. Ancora oggi c'è chi risente di quel retaggio 'culturale', chi è 'visceralmente anticomunista', che odia il rosso a prescindere. Io sono visceralmente antifascista, ma alle spalle ho la Costituzione.
Quello che Pierodm dice: "un terzo "polo trasversale", che possiamo chiamare democristiano" ha questo elemento caratterizzante alla base.
Sono d'accordo che qualcosa si deve fare, ma mica secondo le indicazioni che vengono da destra, come pare che si insista a dire. Con la subdola tendenziosità dell'articolo di EGdL, di cui ho fatto l'analisi del testo per dimostrarne la posizione. La sua morale è: il centrodestra non ha alternative, è quello che deve governare.
Si deve cambiare a cominciare dal mostrare meno divisioni interne. E quindi la creazione di movimenti tipo quello di Verltroni, il suo porsi in antitesi a Bersani sono scelte sbagliate.
Si deve cambiare la comunicazione, che è quella che sposta voti. La più volte citata influenza massiccia dei mezzi d'informazione non è quella riferibile alla politica; quella che parla dei valori a cui fanno riferimento i partiti. Quella sposta pochi voti. Mentre buona parte dell'opinione pubblica, per scegliere, non parla dei pro e dei contro del consumismo: consuma e basta. Per dire che si accontanta di riferimenti molto più 'esterni' alle analisi politiche. Viene dato l'input e si crea una forma mentis orientando l'elettorato da parte di trasmissioni di intrattenimento e da una informazione distorta. Fino ad arrivare a prodotti (mica analisi politiche) ridicoli come: 'voto Berlusconi perché è uno che si è fratto da sè'; addirittura 'lo voto perché mi piace'.
Aggiungo:
se il centrodestra ha la maggioranza alla Camera è per il premio della legge porcata, mica perché l'ha votato la maggioranza degli italiani.
se Berlusconi oggi dice che l'italia è una "Repubblica giudiziaria" molti ci credono; mica capiscono che significa che la magistratura non deve indagare se lui ha commesso reati.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda lodes il 04/02/2011, 14:23

Vittorio fa una domanda retorica..."Ma.... non è che vogliamo che siano altri a tirarci fuori dagli impacci?"

Giustamente Vittorio sottolinea una necessità imprescindibile: una ridefinizione della sx. Cosa che malgrado l'89, la Bolognina e la messa in campo del progetto dell'Ulivo/Partito Democratico non è mai avvenuta o meglio è avvenuta solo formalmente (per esempio con i congressi del '91 e del 2000 che poi hanno portato alla nascita dei DS e quelli che hanno dato vita alla Margherita). In realtà in questo ventennio (è di questo che ci stiamo occupando caro pierodm) il cs è rimasto impigliato in una politica autocentrica e autoreferenziale e, quindi, impossibilita a guardare ai nuovi scenari aperti dopo l'89. Il ceto politico del cs preso nel suo insieme ha fallito l'appuntamento. E oggi a fronte dell'evidente crisi di Berlusconi e dei governi di destra, palesemente incapaci di praticare anche politiche di destra, il cs è ancora in ritardo. Non ha una identità politica, non ha un progetto di governo, non ha una classe politica adeguata. Nessuno ci tirerà fuori da questa situazione. Tanto più se l'elettorato di cs continuerà a sostenere questo ceto politico. Da elettore dico che non sono più disposto a dare il/la mio/a voto/fiducia a coloro che tutti giorni critico per la loro evidente incapacità. Il concetto di responsabilità non può riguardare solo la classe dirigente, riguarda anche noi. Allora se, per esempio, siamo molto critici verso gli elettori di cd non possiamo essere indulgenti verso noi stessi. Si parla molto in questi giorni sul fatto che le opposizioni usano solo l'antiberlusconismo e, quindi, la via giudiziaria per sconfiggere il sultano, a mio modo di vedere detto che "il problema" del paese è proprio la presenza di Berlusconi e che quindi non si può fare a meno di denunciare il pericolo che rappresenta per le istituzioni, è però evidente l'inadeguatezza del c.s. e solo l'idea che ad eventuali elezioni ci si presenti con le stesse facce, con gli stessi pronunciamenti demagocici tipici di una sx di altri tempi. Un esempio?
Tutto il discorso sulla spesa pubblica, sull'efficienza della PA e sul fisco. In altre parole vorrei che il un cs che alzati gli occhi dall'ombelico guardasse al mondo e si presentasse al paese con idee e proposte capaci di affrontare le sfide che il mondo mette a carico delle nuove generazioni.
Per avere un po' di ottimismo suggerisco l'ascolto di questo intervento http://www.videowired.com/watch/?id=1474788486 E pensare che una così dopo soli sei mesi è scappata a gambe levate da l'impegno politico nel PD.
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda pierodm il 04/02/2011, 15:43

Avevo "risposto" a Ranvit, ma non vedo il post.
Sono comunque contento che, per una volta, Ranvit abbia voluto dichiararsi, sia pure per interposta persona, d'accordo con me.

Cardif ha scritto qualcosa, che trovo assolutamente condivisibile.
Anche io sono stanco di certe affermazioni.

[Il PD]Non ha una identità politica, non ha un progetto di governo, non ha una classe politica adeguata.

Sì, Lodes, questo l'abbiamo detto. Non è il caso di stare avvitati su questa affermazione, e di ripeterla ogni volta come se fosse una rivelazione.
Ho fatto la mia auto-citazione - e ne potrei fare un'altra dozzina, analoghe - per dire che la questione è acclarata e dichiarata, da parte mia, fin da quando su questa coalizione, madre di questo PD, circolava invece un fervente entusiasmo, o almno uno speranzoso "ottimismo della volontà".
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda flaviomob il 04/02/2011, 23:23

Cardif scrive (il virgolettato è citato da un mio intervento)
"Sulla sinistra italiana è giusto essere severi". D'accordo essere severi. Ma se uno di sinistra è severo solo con la sinistra non solo non è giusto, ma è pure autolesionista. Se valesse il principio di giustizia lo dovrebbe fare anche la destra, solo che loro non lo fanno.


Caro Cardif, scrivi bene e dimostri una profondità di pensiero notevole, mi fa sempre molto piacere leggerti. Però per correttezza dovresti riportare per intero la frase del mio precedente intervento e non soltanto un pezzettino. Io scrivevo "Sulla sinistra italiana è giusto essere severi ed esigenti se si ha l'onestà intellettuale di identificare e riconoscere alcuni fenomeni e di ammettere che la scala di valori utilizzata per questo - sanissimo - esercizio critico è di un ordine di grandezza infinitesimale rispetto alle aberrazioni a cui la destra italiana ci ha abituato nell'ultimo ventennio."

C'è una certa differenza :)

In ogni caso, io sono convinto che ognuno deve prima di tutto essere severo ed esigente con se stesso, ed altrettanto pretendo dalla mia parte politica.


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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda pierodm il 04/02/2011, 23:51

A questa tua affermazione - del tutto condivisibile, caro Flavio - io aggiungerei che da parte di noi tutti sarebbe opportuno essere severi anche - anzi soprattutto - con la nostra stessa vita, le nostre scelte, le nostre complicità e i nostri compromessi.
Troppo facile, troppo facilmente liberatorio, prendersela solo con i partiti e fare gli scandalizzati da salotto contro le malefatte di certi traffichini di sottobosco.
Certamente, l'eventuale intransigenza personale di uno, due, dieci di noi non cambia nulla. Ma la somma di tanti comportamenti individuali non solo può cambiare qualcosa in concreto, ma soprattutto genera un clima sociale diverso e migliore, è un esempio, e introduce nell'etica diffusa qualcosa di più e di meglio rispetto al venefico e tradizionale "tengo famiglia" italiano.
Non sto facendo del moralismo, poiché capisco bene che siamo tutti all'interno di un sistema e che nessuno ha il dovere di suicidarsi: ma secondo la mia esperienza le complicità e i compromessi di tanta, tanta, tanta gente sono stati e sono davvero esagerati, anche quando potrebbero permettersi di fare il contrario, e di seguire - chi ce l'ha - quella coscienza civile che sfodera solo nei cinque minuti dedicati ai riti canonici della "buona politica".
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda pianogrande il 05/02/2011, 0:14

Tanti, tanti, singoli comportamenti.
Lo sostengo sempre anche io quando mi chiedono cosa possiamo fare.
Milioni di persone oneste (ma non, per questo, mansuete e servizievoli) possono far crollare qualsiasi governo disonesto.
La cultura corrente marchia le persone oneste come noiose e tristi.
Questa è la prima battaglia culturale da vincere.
Si può essere onesti e godersi la vita.
Se passasse un'idea del genere sarebbe la fine dei nostri divertentissimi ladroni.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda flaviomob il 05/02/2011, 0:33

Lodes, le sfide che il mondo, ovvero la globalizzazione, porta alla nostra classe politica e le risposte che le nuove generazioni chiedono hanno una portata ed una complessità tali da essere insostenibili. Sia per il livello, sempre più basso, del ceto politico e delle capacità di coniugare analisi almeno sufficienti dei fenomeni in corso con risposte adeguate, efficaci ed efficienti. Sia perché la dimensione di questi fenomeni non è più neppure continentale, ma globale: e manca, da decenni, un organismo politico in grado di affrontarle.
Una risposta (minima e localistica, giocoforza) la suggerisce correttamente Matthelm in un altro argomento trattato: è quella di una sorta di auto-organizzazione (o meglio di un ripiego, latitando il governo) tra organizzazioni sindacali e imprese.
I limiti di questa risposta sono evidenti: microtrattative, accordi a macchia di leopardo, localismo. In Italia oltretutto questo tipo di risposte non sono nuove. In assenza di un welfare state efficiente, il sindacalismo è stato in grado di ottenere un certo grado di tutele, ad esempio in caso di licenziamenti, solo dove la contrattazione era più forte. La cassa integrazione è un prodotto tipico di questa contrattazione: una forma di tutela che in Europa non avrebbe senso, in presenza di forti sussidi di disoccupazione garantiti a tutti i lavoratori in uscita, mentre in Italia si mette la classica pezza che funziona solo per alcune categorie di salariati e solo per un periodo di tempo limitato (infatti poi diventa cassa integrazione 'straordinaria').
Per il resto ha ragione Cardif: si è cristallizzata una forte resistenza contro le innovazioni sociali progressiste che ci avrebbero avvicinato all'Europa ed oggi la tendenza allo smantellamento delle garanzie sociali ci porta ad essere a nostra volta più attenti a conservare e salvare l'esistente che ad innovare.
Questo centrosinistra per Lodes è invotabile: ma di fronte a una destra becera e medievale che cosa dovremmo fare? Rischiare un'astensione che potrebbe prolungare il regime attualmente in corso? Premiare il fronte 'centrista' che fino a ieri o all'altro ieri faceva buoni affari con i berluscones e che ancora si permette di esercitare veti e dispensare pagellini (magari di tanto in tanto di appoggiare qualche gaglioffo alla Mastella, Pomicino, Cuffaro)? E anche una santa alleanza dal PD a Fini quanti elettori spingerebbe a disertare le urne?


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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda cardif il 05/02/2011, 2:27

Flavio: il mio era un riferimento, non una critica, a quello che avevi scritto. Sul resto che non ho citato sono d'accordo, ma volevo mettere in evidenza che in una competizione chi si punisce già da solo di più del necessario con le autocritiche è più facilmente destinato a perdere, proprio perché la vittoria è determinata dalla fiducia dell'elettorato che, almeno in parte, è influenzata da quella stessa autocritica (lo stesso concetto che ho espresso nella discussione sulle regionali in Campania).

Piero
: "Ma la somma di tanti comportamenti individuali non solo può cambiare qualcosa in concreto, ma soprattutto genera un clima sociale diverso e migliore...".
Concetto ripreso da Pianogrande.
Penso anch'io che questo sia vero. Però ho il timore che non sia maggioritaria oggi, nemmeno come tendenza. Nell'attesa che la società recuperi valori più decenti di quelli correnti (non il 'denaro' innanzitutto, che dà il potere e tutto il resto ma onestà, dignità ecc) che sono di natura personale, ci sono altri 'valori' (rispetto della Costituzione, dei poteri, dei diritti ecc.) che sono di natura collettiva, riguardano la società. Questi sono gestiti dalle leggi su cui incide il potere politico. Un esempio: i condoni favoriscono l'evasione, che avvantaggia gli evasori a danno di tutti. La scelta di fare o meno condoni la fa il Governo. E torniamo a bomba: per governare ci vuole la maggioranza. Il centrosinistra è orientato a non fare condoni, per esempio. E allora io voglio che il centrosinistra governi e, quindi, guadagni voti e non ne perda. Che il leader sia uno o un altro è secondario.
Il recente passato dimostra un decadimento evidente. Da Craxi (colpevole in un sistema colpevole) a Berlusconi; e poi Calearo, Scilipoti e sempre più giù. Ministri e parlamentari che non fanno i politici, ma stanno là per difendere il Capo perché lui garantisce loro la poltroncina di politici, il piccolo potere nel sottobosco degli appalti. Un Berlusconi al governo che difende Mubarak, il Mussolini d'Egitto, è già insopportabile.
Certo, non si arriverà più a: "Italiani, volete voi la guerra?" ed in piazza a gridare "sì". Ma non vorrei che si arrivasse ad un "Italiani, volete voi l'S.S. Presidente della Repubblica?" ed in piazza a gridare "sì". Lui già l'ha avviata la propaganda con il simbolo 'Berlusconi Presidente', e non si trattava solo della Presidenza del Consiglio.
Che me lo debba pure vedere Presidente della Repubblica perché a sinistra ci si fa danno da soli, consentendo alla destra di avere la maggioranza, è ancora più insopportabile.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda matthelm il 05/02/2011, 11:23

Molte cose scritte si possono condividere ma poi si dovrebbe tornare immediatamente al tema del post: nel Pd non c'è il leader.
Perché è giusto lavorare alla base ribadendo e vivendo sani principi ma nello stesso tempo, visto che in democrazia contano i voti, trovare poi, appunto, il "leader" che concretizzi quel lavoro fatto e lo traduca in programmi.

Compito immane fatto di comportamenti, messaggi e uomini motivati, perché oltre a tutto si dovrà ricostruire un tessuto lacerato, a brandelli, dal berlusconismo. E non sarà facile...
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Nel Pd non c'è il leader

Messaggioda pianogrande il 05/02/2011, 12:57

Tanto per girargli un po' intorno (alla ricerca di idee) si potrebbe rovesciare il problema.
Vediamo se c'è qualche risposta.
Una persona capace di essere leader di milioni di persone e di trascinarle in una azione politica con lo scopo di far uscire il paese dalla tragicomica situazione in cui si trova, sarebbe uomo da lavorare in un partito imbelle come il PD o passerebbe, direttamente, ad altro?
Con parole mie: l'attuale PD è, appena appena, degno di sognarsi un leader del genere?
Se no, come io credo, cosa dovrebbe fare per cercare di mettersi in quella condizione?
Fotti il sistema. Studia.
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