da disallineato il 02/01/2011, 0:23
......per capire bisogna esserci dentro, essere metalmeccanico e operaio è alienante già di suo e se in italia le lotte operaie hanno portato i lavoratori ad un livello decente di lavoro tali condizioni non devono essere minacciate anzi migliorate..... scrive l'amico Mauri.
Caro amico, bisogna davvero esserci dentro alla situazione di precarietà o di assenza del lavoro per capire quanto importante sia un impiego. E non stiamo parlando di lavori ove il "capitalista" o il regime ( penso a quello cinese ) "sfrutta" la manodopera proletaria secondo le filosofie fallite in stile marxista.
Oggi bisogna davvero capire che il mondo del lavoro è cambiato e se occorre fare qualche turno in più non è la morte di nessuno ne' un sacrifico inaccettabile. E' solo la presa d'atto che le 8 ore, magari condite da assemblee sindacali pagate dal "padrone" e con scarsa produttività per ritorsione al capitalista, è una condizione non più accettabile. Chi investe vuol vedere ritornare degli utili.
Bisognerebbe chiedere a Landini, alla Fiom e alla CGIL ( o perlomeno alla parte più radicale di essa ) se loro investono qualche soldo in qualsiasi modo ( anche un semplice libretto postale di risparmio ) non hanno l'obiettivo di vedere ritorare qualche interesse. Altrimenti se il loro investimento/deposito non rende, non ritengono opportuno togliere il risparmio da dove l'hanno depositato e spostarlo in altra fonte di interessi. E' la legittima aspettativa di chiunque. Figuriamoci se non lo è anche per chi nell'industria investe milioni e milioni di euro.
Le condizioni previste nel nuovo accordo Fiat sono accettabili per i metalmeccanici che a fronte di qualche impegno ulteriore rispetto ad una mentalità più lasssita di prima, si vedono riconoscere qualche emulamento ulteriore e sopratutto, possono contare su un lavoro dignitoso.
Ci sono operai che lavorano in piccole aziende artigiane, insieme ai loro datori di lavoro, si mettono a ridere quando ascoltano le motivazioni della Fiom. Questi operai, che sono più vicino alle problematiche della loro piccola azienda ove lavorano, sono anni che fanno qualche ora di lavoro in più, quando c'è lavoro. Sono anni che fanno turni più lunghi rispetto alle più favorevoli condizioni blandite dalla Fiom.
Facciamo una proposta: diamo in gestione un azienda alla Fiom e vediamo se dopo qualche anno anche loro si rendano finalmente conto che lavorare, produrre reddito e dare lavoro è una cosa diversa rispetto a quella di stare a manifestae in piazza, fare scioperi o rivendicare privilegi non più accettabili al mondo di oggi.
Fiom sveglia, basta retoriche