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Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda Loredana Poncini il 05/12/2010, 17:52

Dall' h.p.faccio questa domanda ai forumulivisti...
La Repubblica ci suggerisce che fare ? :roll:
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda flaviomob il 07/12/2010, 0:40

L'importante è manifestare, i contenuti si possono decidere... cammin facendo :lol:
Al massimo, un giro di grappa Bocchino in compagnia :lol: in attesa che cada!!!


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda Loredana Poncini il 07/12/2010, 11:03

Tramite internet è possibile una partecipazione...non solo virtuale ?
Temo di no.
Molti post, qui, mi sembrano sempre più partite di ping-pong, in cui ognuno controbatte la pallina, anzi il proprio pallino
politico sino a farne una religione...
Le tesi sono ribadite all'infinito:
la sinistra è incapace di governare,
meno stato c'è, più il mercato funziona,
la gente non ne può più e va a votare sempre di meno,
e cosivvia...
povera italia, altro che 150 anni : forse non nascerai mai !
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda flaviomob il 07/12/2010, 11:55

Per me non è così. Lo scambio di opinioni e gli approfondimenti che arrivano dal forum ci arricchiscono, sia che siano in conflitto con le nostre idee, stimolandoci ad argomentarle e documentarle meglio per controbattere, sia che siano in sintonia perché rappresentano comunque degli approfondimenti.
Partecipazione, per me, è anche questo.


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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda pierodm il 09/12/2010, 0:58

Flavio, hai ragione: ogni cosa ci arricchisce, quindi anche la partecipazione al forum.

Ma l'arricchiemento che mi riguarda è soprattutto di carattere umano, ossia un ampliamento della casistica dei caratteri e delle opinioni, più che delle ragioni che li sostengono.
Quando tu dici " ...in conflitto con le nostre idee, stimolandoci ad argomentarle e documentarle meglio per controbattere", sarei contento che così fosse, ma devo confessare che questo lo pensavo nei primi tempi della mia partecipazione: eventi e confronti di diversa natura mi hanno fatto trovare di fronte alla constatazione che argomentare meglio non solo non serve, ma rischia di stimolare accuse di snobismo intellettuale, di logorrea, di presunzione, o peggio ancora illazioni, gratuite e grottesche, su appartenenze a chissà quale consorteria conservatrice, o bolscevica, o roba del genere.
Naturalmente non da parte di tutti, e anzi ciò avviene limitatamente a pochi individui, ma sufficienti per condizionare l'andamento di tutta la discussione.
Non credo nemmeno che ciò sia da imputare prevalentemente ad inclinazioni individuali: si tratta soprattutto di un portato dei tempi, del quale abbiamo accennato in diverse altre occasioni. Un portato dei tempi al quale - trovandoci noi in un contesto di centro-sinistra - è sensibile solo una minoranza di persone, che non a caso sono quelle che manifestano idee e posizioni politiche assai divergenti - divergenti non voglio dire dalle idee di sinistra, ma sicuramente dalle mie.
Avrai fatto caso che la possibilità di un sano accordo o disaccordo con questi nostri amici è molto difficile, anche se talvolta pure si verifica: ma non diversamente da come e quanto si può verificare anche con chi è schierato su fronti politici opposti, cioè su questioni marginali e in modo assai precario, e incerto - c'è a questo proposito un dettaglio che varrebbe la pena di trattare a parte.

In tutto ciò non c'è soltanto un fenomeno di rapporti interpersonali - che pure ha un interesse umano e culturale - ma c'è soprattutto un riflesso, una testimonianza di ciò che esiste all'interno del PD e in generale di ogni coalizione di centro-sinistra di questi quindici anni: la coincidentia oppositorum implicata dal bipolarismo, il soggiacere alla propaganda berlusconiana sul "comunismo" e sul linguaggio relativo, il caos intellettuale per cui non esiste più alcuna idea condivisa su cosa significhi "politica".

In definitiva, come in tutti i fenomeni di comunicazione, ci sono significati che riguardano soprattutto la difficoltà o l'impossibilità di comunicare, e le ragioni per cui ciò avviene: ma non è facile parlare di questo, perché è un argomento che tocca troppo da vicino ciò che si usa definire "personale" e non contrattabile, in base al banale principio per cui de gustibus non est disputandum, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, etc.
In questo senso, maledetto sia Mao, che s'è inventato il bel motto sul dito e la luna, che fa dimentcare che molto spesso è assai più interessante il dito, che è un miracolo di funzionalità e di complessità biologica, che quello stupido, noioso disco spiattellato nel cielo notturno, che è la luna - specialmente se osservata senza la fantasia e che la rende un oggetto poetico.
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda gabriele il 09/12/2010, 13:01

pierodm ha scritto:Flavio, hai ragione: ogni cosa ci arricchisce, quindi anche la partecipazione al forum.

Ma l'arricchiemento che mi riguarda è soprattutto di carattere umano, ossia un ampliamento della casistica dei caratteri e delle opinioni, più che delle ragioni che li sostengono.
Quando tu dici " ...in conflitto con le nostre idee, stimolandoci ad argomentarle e documentarle meglio per controbattere", sarei contento che così fosse, ma devo confessare che questo lo pensavo nei primi tempi della mia partecipazione: eventi e confronti di diversa natura mi hanno fatto trovare di fronte alla constatazione che argomentare meglio non solo non serve, ma rischia di stimolare accuse di snobismo intellettuale, di logorrea, di presunzione, o peggio ancora illazioni, gratuite e grottesche, su appartenenze a chissà quale consorteria conservatrice, o bolscevica, o roba del genere.
Naturalmente non da parte di tutti, e anzi ciò avviene limitatamente a pochi individui, ma sufficienti per condizionare l'andamento di tutta la discussione.
Non credo nemmeno che ciò sia da imputare prevalentemente ad inclinazioni individuali: si tratta soprattutto di un portato dei tempi, del quale abbiamo accennato in diverse altre occasioni. Un portato dei tempi al quale - trovandoci noi in un contesto di centro-sinistra - è sensibile solo una minoranza di persone, che non a caso sono quelle che manifestano idee e posizioni politiche assai divergenti - divergenti non voglio dire dalle idee di sinistra, ma sicuramente dalle mie.
Avrai fatto caso che la possibilità di un sano accordo o disaccordo con questi nostri amici è molto difficile, anche se talvolta pure si verifica: ma non diversamente da come e quanto si può verificare anche con chi è schierato su fronti politici opposti, cioè su questioni marginali e in modo assai precario, e incerto - c'è a questo proposito un dettaglio che varrebbe la pena di trattare a parte.

In tutto ciò non c'è soltanto un fenomeno di rapporti interpersonali - che pure ha un interesse umano e culturale - ma c'è soprattutto un riflesso, una testimonianza di ciò che esiste all'interno del PD e in generale di ogni coalizione di centro-sinistra di questi quindici anni: la coincidentia oppositorum implicata dal bipolarismo, il soggiacere alla propaganda berlusconiana sul "comunismo" e sul linguaggio relativo, il caos intellettuale per cui non esiste più alcuna idea condivisa su cosa significhi "politica".

In definitiva, come in tutti i fenomeni di comunicazione, ci sono significati che riguardano soprattutto la difficoltà o l'impossibilità di comunicare, e le ragioni per cui ciò avviene: ma non è facile parlare di questo, perché è un argomento che tocca troppo da vicino ciò che si usa definire "personale" e non contrattabile, in base al banale principio per cui de gustibus non est disputandum, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, etc.
In questo senso, maledetto sia Mao, che s'è inventato il bel motto sul dito e la luna, che fa dimentcare che molto spesso è assai più interessante il dito, che è un miracolo di funzionalità e di complessità biologica, che quello stupido, noioso disco spiattellato nel cielo notturno, che è la luna - specialmente se osservata senza la fantasia e che la rende un oggetto poetico.


Piero,

persone che politicamente sono state "distanti" decenni non possono che trovare difficoltà a dialogare. Soprattutto perché ognuna di queste persone, nel loro piccolo, hanno come presupposto, a mio dire ingenuo, il sapersi portatori della verità.

Silvio in certe circostanze sfrutta questa condizione. Quando parla di "comunisti", di "rossi", ecc., non è solo propaganda. Gioca a un gioco che sa di poter vincere perché sa che gli avversari viaggiano ancora sui binari del passato.

Che la cosa sia voluta o meno, occorre cominciare a capire che il percorso nuovo che dobbiamo ancora cominciare a percorrere, chiamiamolo per semplicità "Ulivo", è qualcosa che va oltre il passato e, soprattutto, che, ci piaccia o meno, lo dobbiamo costruire assieme.

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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda ranvit il 09/12/2010, 13:35

Caro Gabriele, troppo buonista!
Il dialogo con chi personalizza per offendere o sminuire gli altri, semplicemente non è possibile. Non si tratta di essere di destra o di sinistra o "ingenuamente" convinti di essere portatori della verità, ma solo presuntuosi e arroganti seminatori di zizzania.

Per quanto riguarda l'Ulivo...va bene, a condizione che chi è ancora impastato dalla retorica comunisteggiante ne stia fuori.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda matthelm il 09/12/2010, 13:57

gabriele ha scritto: viaggiano ancora sui binari del passato.


Non è che viaggiano solo, alcuni hanno ancora quella testa.
E' questo il problema.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda Gab il 09/12/2010, 15:25

Loredana Poncini ha scritto:Dall' h.p.faccio questa domanda ai forumulivisti...
La Repubblica ci suggerisce che fare ? :roll:


Perche' la Repubblica?
Ci sono tante belle indicazioni qui http://beta.partitodemocratico.it/speci ... e/home.htm

Oppure una bella cosetta sarebbe quella di scrivere un paio di righe in meno e leggerele idee del partito magari uscite dall'ultima assemblea nazionale riassunte nei documenti link-ati nella nostra HP ma anche in
http://www.mobilitanti.it/

piccole cose insomma.
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Re: Che fare? L'11 p.v. manifestiamo cosa, a chi ?

Messaggioda pierodm il 09/12/2010, 15:46

persone che politicamente sono state "distanti" decenni non possono che trovare difficoltà a dialogare

Questo sarebbe comprensibile, sebbene in quei decenni di cui tu parli capitava spesso di dialogare, senza alcun trauma e senza tanti problemi.

Ma mi devi scusare, Gabriele, si non approfondisco il discorso, che pure sarebbe interessante: non voglio dare corda ad ulteriori lamentazioni e ad altre dosi di vittimismo.
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