Il declino dell’Italia lo rafforza
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato venerdì 26 novembre 2010 in Svezia.
[Svenska Dagbladet]
POTERE MEDIATICO. Malgrado la frivolezza, le bugie e una retorica piena di pregiudizi contro le donne, Silvio Berlusconi è rimasto agganciato al potere. Kristina Kappelin cerca la spiegazione di questo paradosso nel lento crollo della repubblica italiana.
Negli ultimi 20 anni la politica italiana si è differenziata dalle principali tendenze europee. All’inizio degli anni ’90, dopo il collasso dell’intero sistema partitico tradizionale, il grande partito democristiano scomparve da un giorno all’altro e i comunisti si trasformarono in socialdemocratici.
Allo stesso tempo, l’Italia moderata trovava un nuovo leader politico nel sospetto magnate dei media Silvio Berlusconi. Contrariamente a quanto prevedevano i più, almeno fuori dall’Italia, non si è trattato di una breve parentesi: 16 anni dopo il primo trionfo domina ancora la politica italiana, anche se il suo tragitto sembra adesso avvicinarsi al termine.
Con il libro ”Berlusconi, l’italiano” la giornalista Kristina Kappelin, residente in Italia, fornisce un ritratto accurato ma accessibile a tutti del fenomeno Berlusconi. Secondo Kappelin, lo si può comprendere solo alla luce delle peculiarità tipiche della società italiana, tra cui la storica diffidenza verso lo stato, l’influenza delle istituzioni cattoliche, un sistema di parentela clientelistico e paragonabile ai clan, e una diffusa ammirazione per chi è ingegnoso, furbo, indipendente ed ha successo. Alcune di queste caratteristiche, come la chiesa e la famiglia, si sono oggi indebolite, mentre altre, come l’avversione per lo stato e per la tradizionale politica partitica, si sono invece intensificate.
Berlusconi ha fatto vibrare tutte queste corde. Kappelin dimostra in modo convincente come inizialmente si presentasse come antipolitico, imprenditore indipendente e di successo, cioè una persona esterna a tutta quella politica sporca e proprio per questo “perseguitato” da pubblici ministeri, giudici e dal vecchio establishment di sinistra.
A prima vista Berlusconi appare senza dubbio come un populista classico, cui però si deve aggiungere la sua influenza nel mondo mediatico. Lo straordinario potere di Berlusconi non deriva dai pilastri classici come l’esercito, la polizia o il mondo della finanza, ma da un’eccezionale influenza sui media italiani – soprattutto sulla televisione, ma anche su stampa, radio ed editoria.
Kappelin mostra come Berlusconi abbia usato il suo strapotere mediatico con l’obiettivo di costruire un nuovo linguaggio politico, i cui elementi principali sono la superficialità, le bugie e la volgare mercificazione, oltre ad una retorica piena di pregiudizi nei confronti di donne, immigrati e avversari politici.
Nonostante le sue continue gaffe, Berlusconi non solo rimane al potere ma mantiene anche la sua popolarità.
È proprio questo il paradosso abilmente svelato da Kappelin: attraverso il controllo dei media, Berlusconi ha potuto criticare e ridicolizzare le istituzioni di cui molti italiani, nella loro vita di tutti i giorni, diffidano profondamente: autorità locali incompetenti, giudici politicizzati, politici corrotti. Ha rivolto la critica al clientelismo e alla corruzione contro i suoi critici ed i suoi antagonisti, facendo calare le ombre del passato sull’opposizione di sinistra – nonostante l’assoluta evidenza del fatto che lui sia il politico italiano più compromesso di tutti.
Questa operazione machiavellica non sarebbe ovviamente stata possibile senza il potere mediatico di Berlusconi, ma non sarebbe riuscita nemmeno senza che nei primi anni ’90 ci fosse quel tracollo morale del sistema partitico affermatosi dopo la seconda guerra mondiale.
Se interpreto Kappelin correttamente, Berlusconi si potrebbe comprendere solo alla luce del lungo crollo della repubblica italiana. I suoi successi sono prima di tutto la conseguenza della sua abilità nel presentarsi come salvatore di istituzioni civili come la famiglia, l’imprenditorialità, la chiesa e l’ordine morale. In realtà ha danneggiato gravemente la situazione italiana, inasprito la crisi politica e morale e reso l’Italia una zavorra per l’UE.
Il brillante ritratto della Kappelin è equilibrato e informativo, e fa sperare in un futuro migliore per un paese che è forse il più affascinante d’Europa.
[Articolo originale "Stärkt av Italiens förfall" di Lennart Berntson]
http://italiadallestero.info/archives/10512