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La Russa e i Repubblichini

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Almanno: "Il fascismo non fu il male assoluto"

Messaggioda franz il 07/09/2008, 18:23

Reazioni dopo le dichiarazioni del sindaco di Roma da Gerusalemme
che aveva condannato solo le leggi razziali. Gattegna: "Non separare le due cose"

"Il fascismo non fu il male assoluto"
Comunità ebraica contro Alemanno


ROMA - Si accende la polemica dopo le dichiarazioni di Gianni Alemanno su fascismo e leggi razziali. Il sindaco di Roma, in visita in Israele, rilascia un' intervista al Corriere della sera e si avventura in un distinguo tra il regime di Mussolini e leggi contro gli ebrei. Il primo, dice il sindaco "non fu il male assoluto e non mi sento di condannarlo". Condanna che, invece, Alemanno riserva alle leggi razziali promulgate dal regime: "Quelle sono state il vero male assoluto". Una posizione diversa da quella di Fini che, da tempo fa condanno il fascismo in toto chiamandolo, appunto, "il male assoluto".

Ma la distinzione di Alemanno non piace a molti esponenti della comunità ebraica. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche taglia corto: "Le leggi furono emanate dal regime fascista, mi sembra difficile separare le due cose. Bisogna essere cauti". Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, che taglia corto: "Le leggi razziali ci sono state perché c'è stato il fascismo". Mentre il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici dice di attendersi "un chiarimento" dal primo cittadino di Roma "anche se ho motivo di credere che il pensiero espresso dal nostro sindaco volesse arrivare a conclusioni diverse".

Duro il Pd. "Alemanno smentisca", chiede più di un esponente. "Non capisco perchè oggi si debba riscrivere la storia che va raccontata, esattamente come è successa: quel male assoluto faceva parte del fascismo" rincara il parlamentare democratico Emanuele Fiano. "Aver vinto le elezioni non consente a nessuno di riscrivere la storia" insiste Beppe Fioroni, responsabile dell'organizzazione del Pd.

Voce solitaria in difesa di Alemanno quella del vicesindaco Mauro Cutrufo che accusa la sinistra di essere ferma a "settanta anni fa". Ma al Pd non basta: "Alemanno chieda scusa ai romani e agli italiani per le sue improvvide e gravi affermazioni" dice l'ex assessore capitolino Roberto Morassut.

(7 settembre 2008)
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La Russa e i Repubblichini

Messaggioda trilogy il 08/09/2008, 14:07

Scontro Napolitano-La Russa
su Resistenza e Repubblica di Salò
Il ministro: "I militari combatterono credendo nella difesa della Patria"
Il presidente: "Chi rifiutò l'adesione alla Rsi simbolo della volontà di riscatto del Paese"


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ROMA - Scontro sul ruolo e sul significato della Repubblica di Salò tra il presidente della Repubblica Napolitano e il ministro della Difesa La Russa nel corso della cerimonia di commemorazione del 65° anniversario della Difesa di Roma e dell'Armistizio di Cassibile. Intervenendo dopo Napolitano, che aveva richiamato ai valori della Resistenza, La Russa aveva invece elogiato il ruolo dei militari della Repubblica di Salò sostenendo che, "dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria". Netta la replica del Capo dello Stato: la Resistenza, ha sottolineato, "andrebbe forse ricordata nella sua interezza" e per questo "ho parlato di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane" e "quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l'adesione alla Repubblica di Salò".

Il discorso di Napolitano. "Vorrei incoraggiare tutti a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza", ha detto Napolitano, aprendo la cerimonia di commemorazione della Difesa di Roma.

"Tutte le componenti ideali, sociali, politiche, della società italiana, - ha aggiunto il Capo dello Stato - si possono trovare nel sentire come propria la Costituzione, nel rispettarla, nel trarne ispirazione". Il presidente ha esortato tutte le forze politiche ad "animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale".

Napolitano ha ricordato come "L'8 settembre 1943 sancì il crollo - nella sconfitta e nella resa, nonostante il sacrificio e l'eroismo dei nostri combattenti - di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, che aveva rappresentato lo sbocco fatale e l'epilogo del fascismo. Ma quell'8 settembre annunciò nello stesso tempo la nascita della Resistenza, nel duplice segno che la caratterizzò fino all'insurrezione vittoriosa e alla Liberazione del 25 aprile del'45".

Nel clima "di dissoluzione e pauroso sbandamento che seguì l'armistizio con le forze angloamericane, avrebbe davvero potuto essere travolta la patria : così non fu, così non sarebbe stato, perchè nacque in quello stesso giorno un decisivo moto di riscossa e di rinascita, che chiamammo ben presto Resistenza".

L'intervento di La Russa. "Farei un torto alla mia coscienza - ha obiettato La Russa, nel corso del suo intervento, di seguito a quello del presidente della Repubblica - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia".

L'omaggio di Alemanno. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha reso omaggio agli italiani civili e militari che "per primi eroicamente cominciarono la lotta di liberazione della nostra patria", dopo l'armistizio di Cassibile.

Alemanno ha ricordato che l'8 settembre è stato a lungo definito come "il giorno della morte della Patria, per l'abbandono in cui furono lasciate le truppe e le strutture statuali italiane di fronte alla reazione tedesca all'armistizio". Ma, ha aggiunto, "Se nei momenti più bui si accende una luce, questa rischiara più che in altre circostanze".

In quei giorni, ha continuato Alemanno, "si trattava di reagire a un esercito invasore ma si trattava soprattutto di riconquistare la libertà e la democrazia dopo gli anni del regime fascista". Il primo cittadino ha, poi, ricordato i principi "irrinunciabili su cui si ancora la Repubblica italiana: libertà, democrazia, giustizia e rifiuto di ogni forma di totalitarismo, principi costruiti proprio sul sacrificio di chi volle combattere per la liberazione dell'Italia".

La Repubblica: (8 settembre 2008)
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda trilogy il 08/09/2008, 14:16

Il sig. La russa, con la scusa di rendere omaggio ai caduti, nei fatti cerca di riscrivere la storia.
Forse può essere utile ricordare la politica della Repubblica di Salo':

da: http://www.romacivica.net/ANPIROMA/FASC ... ismo18.htm

(..)La neonata Repubblica di Salò non è più tenera del fascismo con gli ebrei, anzi. La Carta di Verona del 14 novembre 1943 - il manifesto politico della Rsi - risolve il problema degli ebrei italiani nel capitolo settimo, affermando che tutti i membri della razza ebraica sono "stranieri e parte di una nazione nemica". L’Ordine di Polizia numero 5, emanato il 30 novembre 1943 e trasmesso il giorno seguente alla radio, annuncia che tutti gli ebrei saranno inviati ai campi di concentramento, fatta eccezione per quelli gravemente malati o di età superiore ai settant’anni. Tutte le proprietà ebraiche nella Repubblica di Salò saranno sequestrate e assegnate alle vittime dei bombardamenti alleati. Una legge del 4 gennaio 1944 trasforma i sequestri in confische (alla data di Liberazione il numero dei decreti di confisca sarà di circa 8mila; la Rsi si approprierà di terreni, fabbricati, aziende, titoli, mobili, preziosi, merci di famiglie ebraiche pari a oltre 2 miliardi di lire).

Già il 1° dicembre le autorità italiane cominciano ad arrestare gli ebrei e a internarli in campi provinciali; alla fine di quel mese iniziano a trasferirli nel campo nazionale di Fossoli, nel comune di Carpi, in provincia di Modena. Nella "caccia agli ebrei", i più accaniti sono i fascisti delle bande autonome, la banda Carità a Firenze, la banda Kock a Roma e poi a Milano, la legione Muti, e la Guardia nazionale repubblicana, le Brigate Nere, le SS italiane. Ma si macchiano di complicità con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorità italiane. Una "caccia" che durerà fino alla fine: il 25 aprile del 45, un gruppo di militi fascisti in fuga verso la Francia, si ferma a Cuneo per prelevare sei ebrei stranieri e li uccide, gettando i loro corpi sotto un ponte.

L’8 febbraio del 1944 il campo di Fossoli passa sotto il comando tedesco e il comandante italiano del campo, che pure aveva assicurato più volte che non avrebbe mai consegnato i suoi prigionieri ai nazisti, all’atto pratico non mantiene le sue promesse. A Fossoli si realizza – come ha scritto Sarfatti – "la saldatura tra le politiche antiebraiche italiane e tedesca". Dal campo modenese, infatti, gli ebrei catturati dalle autorità italiane vengono inviati nei lager dell’Europa orientale. E che in quei luoghi gli ebrei non vadano in gita ma vengano uccisi, Mussolini lo sa almeno dal febbraio del ‘43, quando aveva ricevuto un rapporto segreto di Ciano sulle deportazioni e le "esecuzioni in massa degli ebrei" in Germania.

Il 15 marzo del ’44 Mussolini compie un ulteriore grave passo: istituisce un Ufficio per la razza, alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, e vi pone a capo il super-razzista Giovanni Preziosi che sostiene apertamente che il "primo compito" della Rsi è "quello di eliminare gli ebrei". Preziosi si adopera per inviare nei campi di concentramento non solo gli ebrei puri, ma anche i cittadini di "origine mista", e per confiscare i beni anche degli ebrei "arianizzati".

Prima dell’arrivo delle forze alleate, gli ebrei vengono trasferiti nel campo di Bolzano-Gries, luogo noto per le torture e gli assassinii. Dalla Risiera di San Sabba a Trieste un numero alto di ebrei viene indirizzato a morte sicura e lo stesso destino incontrano 1805 ebrei di Rodi e Kos. Le SS e la milizia fascista catturano e giustiziano sommariamente più di duecento ebrei (77 vengono fucilati alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo, insieme a molti partigiani). In questo sono aiutati da due collaboratori ebrei - a Roma e Trieste - che identificano i correligionari e li consegnano ai loro carnefici.

Per fortuna la persecuzione degli ebrei trova scarso consenso nel popolo italiano, salvo poche eccezioni; molti, pur consci del pericolo cui si espongono, salvano la vita a ebrei italiani e stranieri, nascondendoli nelle loro case; i partigiani accompagnano alla frontiera svizzera vecchi e bambini, e li mettono in salvo. Tra tutti, spiccano gli atti di eroismo di Giorgio Perlasca e del questore di Fiume Giovanni Palatucci (poi morto a Dachau). Anche la Chiesa Cattolica interviene in modo deciso. Molti ebrei trovano rifugio e salvezza nei monasteri o nelle parrocchie (solo a Roma il Vaticano aiuta oltre 4 mila ebrei). (..)
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda Paolo65 il 08/09/2008, 16:48

Questa ennesima polemica può esistere solamente in un paese che non vuole guardare ai fatti onestamente.

E di sicuro non finirà mai se chi parla e fa affermazioni, fa parte degli opposti schieramenti politici.

Chiunque abbia voglia, oggi può leggere saggi che dicono chiaramente cosa sia stata la Resistenza e il fascismo.

L'errore è stato mitizzare la Resistenza nascondendo per molti anni i suoi lati negativi,soprattutto da parte dei partigiani comunisti; ma che resta comunque nella sua globalità un fattore positivo per un paese che si era imbarcato,insieme al peggiore degli alleati, in una guerra sciagurata.

Anche sul fascismo si è voluta dare una connotazione unicamente negativa, senza voler fare emergere anche il resto della storia del fascismo: perchè è nato e cosa abbia rappresentato per un certo periodo per l'Italia e gli italiani.

Dopo aver letto Montanelli,che sull'argomento ha scritto molto,anche sui repubblichini, non ho dubbi che ci siano stati dei bravi italiani che hanno creduto di scegliere la cosa giusta, e non mi vergogno di ammettere che questi italiani,parlo soprattutto dei giovani e giovanissimi, meritano rispetto.

Detto ciò però, il mio giudizio sulla RSI è estremamente negativo per tutto ciò che ha comportato nell'ultima fase della guerra,che non a caso oggi tutti gli storici la chiamano guerra civile; dove chi stava nella RSI, stava dalla parte sbagliata.

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Alemanno condanni il fascismo, le leggi raziali e la Shoah.

Messaggioda Sandra Zampa il 08/09/2008, 17:29

Condivido la scelta di Walter Veltroni di dimettersi dal comitato per il museo della Shoah e attendo dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parole di espilicita condanna del fascismo, delle leggi razziali e delle aberranti conseguenze pagate così a caro prezzo dagli italiani di religione ebraica.

Le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono l’espressione più alta del nostro comune sentire: L’Italia rinacque nello sforzo di ricostruzione del paese devastato e avvilito, e di edificazione di una nuova democrazia, quale fu disegnata nella Costituzione repubblicana. Si ritrovano oggi, e sempre più possono ritrovarsi, tutte le componenti ideali, sociali e politiche della società italiana nel sentire come propria la Costituzione di cui quest’anno abbiamo celebrato il 60° : nel rispettarla, nel trarne ispirazione, nell’animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale”.

Mi unisco all’auspicio di quanti chiedono ad Alemanno di chiarire le sue affermazioni non dimenticando il ruolo ististuzionale al quale è chiamato come sindaco della città di Roma.

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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda franz il 08/09/2008, 17:53

Quello che mi preoccupa piu' che altro è che le frange dell'estrema destra si ringalluzziscono (per l'appoggio sostanziale che ricevono da queste farneticanti esternazioni) e già si vedono i risultati con i pestaggi di queste settimane.

Per questo motivo le esternazioni di Almanno e La Russa sono irresponsabili.

Ciao,
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda ranvit il 08/09/2008, 18:33

Concordo con Paolo e quindi non ripeto le sue stesse argomentazioni.
Ma concordo anche con franz : gli ex-msi confluiti in An farebbero meglio a non attizzare il fuoco.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Alemanno condanni il fascismo, le leggi raziali e la Shoah.

Messaggioda franz il 08/09/2008, 19:03

Sandra Zampa ha scritto:Condivido la scelta di Walter Veltroni di dimettersi dal comitato per il museo della Shoah e attendo dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parole di espilicita condanna del fascismo, delle leggi razziali e delle aberranti conseguenze pagate così a caro prezzo dagli italiani di religione ebraica.

Cara Sandra, non solo dagli italiani di religione ebraica ma in quegli anni, e dopo la promulgazione di quelle leggi, bastava avere un cognome particolare (e non un semplce Mayer o Goldstein) come un nome di città italiana per entrare nella lista dei sospetti. Nazisti e fascisti andavano indietro di sei generazioni e se trovavano un parente ebreo uno era nei guai.
Con il lavoro, prima di tutto. Poi rischiava il campo di concentramento. La religione (professata) non era importante.
Contava l'aspetto fisico, i tratti somatici, il cognome.

Piu' o meno come un Rom oggi.

Ciao,
Franz
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda Paolo65 il 09/09/2008, 9:41

In questa ennesima polemica, l'assurdo sta nel fatto che in occasione dell'8 settembre o del 25 aprile i rappresentanti politici e delle istituzioni, non possono fare omaggi bipartisan,ma debbono rimanere nel protocollo.

Trovo altresì sbagliato che chi fa discorsi istituzionali, vedi quelli dei vari Presidenti della Repubblica, dovrebbe evitare tutto ciò che è retorico e mitizzante,di fatti come la Resistenza, continuando nell'errore di far credere ciò che non è stato.

Dalle mie letture ho capito 2 o 3 cose:

1.il fascismo non è stato solo male assoluto,ma aveva di fortemente negativo l'aspetto antidemocratico,aggravato senza alcuna scusa dall'alleanza con il nazismo, le leggi razziali del 1938 e la guerra sciagurata.

2.la stragrande maggioranza degli italiani almeno fino al 1938(leggi razziali) ha appoggiato il regime, per poi staccarsene con la guerra ed abbandonarlo quasi totalmente verso la fine della stessa.

3.la Resistenza non è stato un fenomeno di massa,in quanto la maggiorparte degli italiani ha solo atteso la fine del conflitto, non parteggiando nè con i partigiani nè con la RSI.

4.la Resistenza non ha influito sulla liberazione del paese, tanto che anche dopo l'8 settembre l'Italia è stata messa tra i paesi che hanno perso la guerra: basta ricordare il coraggioso discorso di De Gasperi a Parigi a fine guerra.

5.i partigiani comunisti non avevano solo il fine di liberare il paese ma quello, finita la guerra,di portare il paese verso l'Unione Sovietica di Stalin; inoltre gli stessi partigiani si sono macchiati di veri e propri crimini di guerra gareggiando in questo con i repubblichini.

6.la Resistenza però, nel suo complesso, e ci metto dentro anche i partigiani rossi, ha rappresentato per il paese, insieme all'esercito italiano che ha poi combattuto accanto agli angloamericani,il massimo esempio di coraggio e dignità per questo paese che si era macchiato di gravissime colpe e per questo va elogiata e presa ad esempio,ma non mitizzata ne roccontata in modo distorto e strumentale, come fanno invece i nostri politici.

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La Russa: i fascisti perdono il pelo ma non il vizio.

Messaggioda Sandra Zampa il 09/09/2008, 10:08

Il Ministro La Russa modifica la Storia, offende la democrazia, tradisce la Costituzione.

La storia non tollera la menzogna. E’ inesorabile nella sua pur apparente lentezza.

E svela oggi- anche se ha ancora il sapore della cronaca- il permanere, nella cultura di una delle forze di governo, di ambiguita’ circa i fondamentali capisaldi su cui poggia la costituzione italiana e, di conseguenza, la Repubblica.

Mettendo sullo stesso piano i militari dell’esercito regolare che rifiutarono l’adesione alla Repubblica di Salo’ in difesa della dignita’ dell’Italia e della liberta’ di noi tutti, e quelli che invece vi aderirono, il ministro della Difesa La Russa rivela di non avere sufficientemente preso le distanze da quella cultura che si voleva ripudiata o ripulita dalle acque di Fiuggi.

Quasi con un riflesso condizionato, facendo seguito tra l’altro ad un intervento altrettanto discutibile del sindaco di Roma Alemanno, La Russa ha, con le sue parole, offeso i militari che seppero scegliere la parte giusta pagando con il sacrificio della propria vita quella scelta.

Ha offeso noi, che abbiamo ricevuto, anche da loro, un’eredita’ democratica da salvaguardare sempre, con una costante sorveglianza ad ogni possibile tradimento o cedimento.

Una cosa e’ la pieta’ umana, che puo’ coprire e avvolgere il ricordo di coloro che sbagliando aderirono alla repubblica di Salo’. Tutt’altra cosa e’ da ministro della Repubblica, usare di un’occasione quale quella delle celebrazioni dell’ 8 settembre, e in un luogo sacro all'antifascismo, quella Porta San Paolo dove si consumo' il primo atto della resistenza romana, per tirar fuori cio’ che, tra l’altro, si era detto di non voler mai più fare: riscrivere le pagine della storia dalla parte di coloro che aderendo o sostenendo il fascismo consegnarono l’italia ad un’epoca tragica.

Dopo Bossi con il suo dito, un altro ministro tradisce la Costituzione.

E sono trascorsi solo 5 mesi dalla nascita del governo Berlusconi!

Sandra Zampa
Ultima modifica di Sandra Zampa il 09/09/2008, 13:11, modificato 1 volta in totale.
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