Quegl'indici sono tutti elaborati da una serie di fondazioni dei conservatori americani. A mantenerle ci sono principalmente meno di 700 famiglie tra le più ricche del pianeta. Se si va a leggere i manifesti ideologici di quelle fondazioni non c'è la promozione del benessere e della libertà dell'umanità, ma la difesa della supremazia economica, culturale e militare del loro paese.Tradotto: la difesa del loro potere personale e dei loro patrimoni. Interessi legittimi da parte loro, ma non trovo alcun motivo valido per seguire le loro ricettine (fallimentari). Sono trenta anni che dominano con la politica interna e internazionale, hanno prodotto la più grande crisi economica e finanziaria del secolo, sono stati i promotori e i sostenitori di varie guerre moderne. Quell'ideologia si sta rivelando controproducente perfino per gli interessi globali del loro paese. Quegl'indici non tengono in nessun conto le differenze e i risultati che producono le loro politiche applicate nei vari paesi. Mescolano dati statistici e opinioni di un pubblico accuratamente selezionato.
Ad esempio quelle fondazioni erano tutte schierate contro la riforma sanitaria dell'attuale Presidente. La crisi da debito privato del 2007 è cominciata con le spese sanitarie dei cittadini americani, i mutui immobiliari hanno completato una frittata già in fase di cottura.
(dati OCSE)
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Permangono peraltro forti differenze tra i livelli di spesa dei diversi Paesi. Nel 2006, per esempio, i valori di spesa più alti in rapporto al PIL riguardavano Stati Uniti (15,3%), Svizzera (11,3%), Francia (11,0%) e Germania (10,6%); quelli più bassi Polonia (6,2%), Corea (6,4%) e Messico (6,6%).
Anche l’evoluzione della spesa dal 1991 ha seguito percorsi eterogenei. Tra i Paesi a spesa più elevata, per esempio, Stati Uniti, Svizzera e Francia hanno fatto registrare ulteriori incrementi superiori ai 2 punti percentuali; il Canada si è invece caratterizzato per una crescita molto più contenuta (0,4 punti percentuali) mentre in Finlandia, come detto, il rapporto si è addirittura ridotto.
Quanto all’Italia, la spesa 2006 era perfettamente allineata alla media OCSE in rapporto al PIL e leggermente inferiore in termini pro-capite; era inoltre inferiore a quella di Stati Uniti, Francia e Germania nonché, in rapporto al PIL, Grecia e Portogallo.Si conferma così il paradosso della politica sanitaria italiana, che è dominata dalle esigenze di contenimento della spesa sanitaria non tanto per l’entità della spesa stessa, quanto per la situazione complessiva della finanza pubblica.