da pianogrande il 06/11/2010, 12:05
Tenendomi fuori dai numeri.
Se, come diceva il grande Gaber, "libertà è partecipazione" e sono completamente daccordo (anche se non è tutto lì), In Italia la libertà è ridotta ad un valore prossimo allo zero.
Ormai gli addetti alla partecipazione (politici, sindacalisti e quant'altro) stanno chiusi in una torre d'avorio dentro ad un castello con quattro fossati pieni di piranas.
Se poi si vuole portare il discorso, in modo riduttivo, sulla libertà di agire sul mercato a prescindere dalle conseguenze sulla popolazione, allora, torniamo all'inizio del discorso, lotta tra scopi, lotta tra poteri, lotta, insomma, che può vedere vincitori e vinti a seconda dei momenti.
Ognuna delle due parti in lotta dichiarerà che il suo scopo è molto più nobile e sacro e "naturale" di quello dell'altra.
Ve lo immaginate un banchiere che ha rovinato migliaia di pensionati che ammetta di essere un gran figlio di ......
Io sto dalla parte del popolo perché penso che la politica debba essere la politica di tutti e debba fare il bene (per quanto possibile) di tutti.
La politica deve gestire, controllare (non operare) tutto, compresi i banchieri gran figli di .......
Questo è, ancora un sogno perché, anche nella politica vige la legge della giungla (mica solo nell'economia).
Però, una mediazione, un filtro, un accordo, una regola condivisa, possono sempre essere ricercati (questo è, per me, fare politica).
Questa è la prima, vera, lotta.
E' la lotta per un miglior livello di civiltà.
Fotti il sistema. Studia.