franz ha scritto: Probabilmente l'alto numero di iscritti in italia è legato ai dipendenti pubblici (posso verificare, appena ho tempo).
Quanto al licenziare "tranquillamente" è una caratteristica abbastanza comune in europa, se si intende il licenziamento per motivi economici e l'assenza del reintegro sul posto di lavoro, cosa che in europa è cosa rara e vale solo per rappresentanti sindacali. È cosa rara anche perché le relazioni tra industria e e sindacato sono buone (non conflittuali) e quindi si arriva a mediazioni molto raramente allo scontro.
Franz
(..)Nel 2006 si è registrato anche un aumento delle iscrizioni ai sindacati confederali. La percentuale è bassa, ma segna una tendenza. L’aumento è stato infatti dello 0,4%. Con questo incremento – seppure lieve – gli iscritti ai sindacati confederali risultano essere ora circa 12 milioni, 11 milioni e 849.486 per la precisione. Ovviamente l’incremento delle tessere non riguarda tutti allo stesso modo. Crescono la Cgil, la Cisl e un po’ anche la Uil, mentre risulta in calo l’Ugl. La Cgil cresce, passando da 5 milioni e 542.677 del 2005 a 5 milioni e 566.609 iscritti del 2006. Cresce anche la Cisl che passa dai 4 milioni e 287.551 iscritti del 2005 a 4 milioni 346.952 del 2006. La Uil passa da un milione e 923.855 unità del 2005 a un milione 935.925 tesserati del 2006. E’ interessante poi soffermarsi su un dato analitico che il Censis stesso sottolinea a proposito della Cgil. Mentre negli altri due sindacati confederali l’aumento delle tessere è relativo a tutte le categorie (pensionati e disoccupati compresi) per la Cgil l’aumento degli iscritti dal 2005 al 2006 è dovuto soprattutto ai lavoratori attivi che aumentano dell’1,7% rispetto all’anno precedente. A differenza di altri anni, è successo invece che siano diminuiti i pensionati (-0,2%), ma anche i disoccupati che subiscono, stando sempre ai dati del Censis, un vero tracollo con una diminuzione di quasi il 68% rispetto all’anno precedente. La Cgil, insomma, cresce in generale di più degli altri, aumenta consensi tra i lavoratori attivi, ma perde consensi tra i pensionati e i disoccupati.(..)
(..)Partiamo dall’ultimo rapporto Censis. Lì è riportato il numero degli iscritti ai sindacati nel 2007 e 2008. Ebbene, l’Ugl è l’unico che in controtendenza perde colpi: –4,2 per cento, passando dai 2 milioni e 145mila del 2007 ai 2 milioni e 54mila dell’anno successivo. Tuttavia non è questa flessione a smentire l’effetto Polverini. Bensì il fatto che i due milioni di cui si parla (che portano l’Ugl a giocarsi la terza piazza con la Uil) non trovano riscontri concreti nei numeri ufficiali. I dati sulle tessere infatti sono autodichiarati dalle singole sigle, che spesso li gonfiano ad arte. Tuttavia ci sono due indicatori, uno nel pubblico e uno nel privato, tramite cui ricavare i rapporti di forza fra i sindacati e il reale numero degli iscritti.
Partiamo dal pubblico impiego.In questo settore la rappresentatività sindacale è certificata ufficialmente dall’Aran perché possono partecipare alla contrattazione solo quelle organizzazioni che superano il 5 per cento dei voti. Ebbene, secondo gli ultimi numeri disponibili del 2007, l’Ugl è riuscita a superare questa soglia, tutto sommato molto bassa, solo in un caso: per quanto riguarda i lavoratori della presidenza del consiglio.(..)
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... =undefined
qualcuno ci ha giocato sopra e...


E' sufficiente parametrare i dati degli altri sindacati a quelli della UGL.
Iscritti UGL2 Milioni
“””””” CGIL 77 Milioni
“”””” CISL 33 Milioni
“”””” UIL 25 Milioni
Totale: 135 Milioni
http://briccones.myblog.it/archive/2010 ... milio.html