flaviomob ha scritto:La vittima è il lavoro dipendente ma ancor più, oggi, il lavoro precario, a cui il padronato può aver buon gioco a fare la faccia feroce e tornare ad antiche logiche di sfruttamento bieco e vergognoso. L'ottusità generale, anche nel cs, porta poi a nascondere la più semplice delle verità: il lavoratore vessato, sempre più privato di diritti e adeguata remunerazione, peggio che mai se precario, sarà obbligato a contrarre sempre più quei consumi essenziali a mettere in moto l'economia. Questi signori non si rendono conto che stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, che se non si attuano politiche radicali non torneremo mai ai mitologici "livelli precedenti alla crisi", perché prima della crisi c'era la politica, ora non c'è più.
Guarda, una volta tanto sono d'accordo con Flavio, che ha fatto un quadro concreto della situazione.
Magari faccio qualche mio ritocco, in aggiunta a quanto scritto prima. Vittima è il lavoro in generale. Almeno quello alla luce del sole. Infatti l'Italia ha una perentuale di lavoratori rispetto alla popolazione attiva tra le piu' basse del mondo occidentale (soprattutto se vediamo l'occupazione femminile). E il lavoro nero imperversa. La sinistra si è sempre interessata di tutelare e sostenere i diritti e le prestazioni previdenziali di una parte del mondo del lavoro, parte che oggi arriva circa a poco piu' della metà del totale.
Ritengo che qui gli errori, iniziati negli anni 80, siano stati fatti da tutti, partiti di governo, sindacati, opposizioni.
La situazione oggi è cosi' squilibrata e a macchia di leopardo che in buona sostanza quasi tutti hanno diritto di lamentarsi per le cose che non hanno tacendo pero' le cose che hanno ed a cui non voglioni rinunciare. la situazione è cosi' squlibrata e contorta che quasi si dovrebbe tagliare il nodo con la famosa spada, fare un tabula rasa, un tana libera tutti e ripartire da zero. Da 20 anni si dice NO al cambiamento e quindi è ovvio, caro Flavio, che la politica è moribonda.
Franz