pierodm ha scritto:Che Trilogy non se n'abbia a male - anzi, è un complimento: è assai più convincente e interessante quando non mette di mezzo le "tecniche del confronto", che mi sembrano (almeno quando sono applicate a questi temi) come una via lunga e palloccolosa per arrivare a conclusioni ovvie.

non me ne ho a male. Capisco che può sembrare una questione tecnica, una fredda strategia studiata a tavolino. In realtà è uno stile di vita, difficile da mettere in pratica: "ascolta senza giudicare" ; "sii morbido con le persone e duro con i problemi". E' la strada per avere una società e una politica meno conflittuale e violenta, che guarda alla sostanza dei problemi e non a come sono le persone.
E' vero, l'esempio che facevo, arriva a conclusioni scontate. Ci sono situazioni dove non ti aspetteresti che si possa applicare, e invece sono proprio quelle dove si ottengono i risultati migliori e meno scontati.
ti riprendo una storia di vita quotidiana in una grande città
Qualche giorno fa accennavo ad una rissa sull’autobus in cui viaggiavo.
La situazione era questa. Una ragazza si mette a gridare contro due individui seduti dietro di lei, accusandoli di averla molestata, di averle messo le mani addosso. Non ho visto la scena, quindi non so chi avesse ragione, probabilmente la ragazza. I due rispondono per le rime, con uno scambio di insulti pesantissimi che non finisce più.
Un passeggero nella fila accanto prova ad intervenire in difesa della ragazza e viene messo a tacere in modo molto minaccioso dai due.
A questo punto la ragazza cambia di posto, ma gl’insulti contro di lei continuano.
Interviene allora, un giovane che cerca di calmare le acque. Anche lui prova a difendere le posizioni della ragazza e la situazione peggiora. I due energumeni si alzano in piedi e fronteggiano il giovanotto insultandolo. A questo punto ci vuole un attimo per passare dalle parole ai cazzotti.
Qui bisogna intervenire per forza (con mite saggezza)

perché c’è da farsi male.
Quali sono gli interessi in gioco?
I due energumeni urlano che non hanno infastidito la ragazza. Lei, secondo loro, gli aveva fatto fare la figura dei maniaci davanti a tutti, intollerabile. (posizione). L’interesse sottostante è: “veder riconosciuta dagli altri passeggeri la loro buona fede” ; (probabilmente avevano torto).
Il giovane. Il suo interesse a questo punto è: non prendere un sacco di botte;
la ragazza: che smettano di urlarle contro;
il mio: che l’autobus mi porti a casa evitando una rissa.
A questo punto mi sono infilato nella rissa, dicendo in modo fermo: “va bene abbiamo capito tutti… ora basta!” E loro “maa..…” “Basta! Indicando con calma i sedili” . Si sono riaccomodati continuando a borbottare, ma la rissa si è placata.
Dove sta la differenza rispetto ai precedenti tentativi di altri passeggeri?
Loro avevano preso le difese della ragazza, (giudicato le posizioni in campo) azione nobile, eticamente corretta, ma peggiorava la situazione. Cambiando strategia, la situazione cambia: “va bene abbiamo capito tutti”. Frase che non significa nulla. Gli sto dando ragione? Gli sto dando torto? “Abbiamo capito. Basta.” Che cosa abbiamo capito, lo lascio decidere a loro. Non si sta facendo riferimento ai massimi sistemi, non si giudica, non si chiede a nessuno di cambiare opinione.
Ma che cosa si vuole ottenere è chiaro: “smettila di urlare e siediti.” E' di una banalità sorprendente, può sembrare "fortuna", ma funziona, anche in situazioni peggiori di questa.
Per me è la traduzione pratica di due definizioni filosofiche che si trovano nella discussione sulla mitezza:
«Il mite è l’uomo di cui l’altro ha bisogno per vincere il male dentro di sé». «La mitezza – dice Bobbio citando Carlo Mazzantini – è l’unica suprema “potenza” (...) che consiste “nel lasciar essere l’altro quello che è”».
ciao
trilogy