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perché la mitezza è ancora una virtù

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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda Iafran il 15/10/2010, 17:34

franz ha scritto:
Iafran ha scritto:
franz ha scritto:Interessante è che in etologia si studiano gli equilibri tra membri di una stessa specie tra miti ed aggressivi.

Fra due specie diverse, per esempio fra il pavone e il tacchino in combattimento, avviene qualcosa che non ci parla affatto di questi due termini né tanto meno del rispetto dell'avversario (valide all'interno della specie per la sua conservazione, previo atteggiamento di sottomissione): il tacchino, anche se indubbiamente più forte, finisce quasi sempre per avere la peggio, perché l'altro è più agile e "abile" nella strategia, iniziando la lotta per primo a colpi di sperone (colpi bassi!).

Parlavo dei conflitti E STRATEGIE COMPORTAMENTALI all'interno della stessa specie.
Tra specie diverse avviene di tutto. anche notevoli casi di cooperazione (come l'uccello che pulisce i denti al coccodrillo o all'ippopotamo ed i vari pesci pulitori che entrano nelle fauci dei pesci grandi, che li lasciano fare).

Stavolta, voglio essere io il pignolo, riproponendo un esempio intraspecifico accennato in precedenza:

Fra gli uomini, una buona regola di cavalleria (che non ha niente a che fare con "cavallieri" e "cavalierato" nostrano) è lottare senza trucchi (un'infamia) e rispettare l'avversario (quello che Francesco Ferrucci si aspettava da Maramaldo).

Cosa tuttora ignorata ad arte da molti nostri parlamentari e "capi".
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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda franz il 15/10/2010, 18:43

Iafran ha scritto:Stavolta, voglio essere io il pignolo, riproponendo un esempio intraspecifico accennato in precedenza:

Fra gli uomini, una buona regola di cavalleria (che non ha niente a che fare con "cavallieri" e "cavalierato" nostrano) è lottare senza trucchi (un'infamia) e rispettare l'avversario (quello che Francesco Ferrucci si aspettava da Maramaldo).

Cosa tuttora ignorata ad arte da molti nostri parlamentari e "capi".

Ok, ma il mite lotta? Non credo. Ora che gli individui e gli animali che usano la forza per competere abbiano regole e codici di condotta è noto. Tanto che si parla in molti casi (non in tuti) di ritualizzazione dello scontro.
Ma questo non c'entra, mi pare, con la mitezza. Gli arieti si prendono a testate ed uno dei due cede non perché è mite ma perché ha capito che perderà e che se continua potrebbe farsi molto male. Chi vince appena vede che l'altro ha ceduto, non infierisce ma si prepara a reagire alla sfida del prossimo pretendente, che spera nella sua stanchezza.

La mitezza mi pare che non possa svilupparso in ambienti molto competitivi e con scarsità di risorse.

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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda Iafran il 16/10/2010, 15:50

franz ha scritto:La mitezza mi pare che non possa svilupparso in ambienti molto competitivi e con scarsità di risorse.


franz, convengo che, "in ambienti molto competitivi e con scarsità di risorse" l'aggressività del più forte o del più atroce o del più furbo è sempre dietro l'angolo.
Solo uno Stato ben solido (con Organi Costituzionali, con leggi appropriate, con strutture idonee a fare osservare le leggi, con una cittadinanza partecipe e convinta del ruolo dello Stato) può garantire che questa (l'aggressività) non prenda il sopravvento e sottometta la "mitezza" dei altri, diffusa nella maggioranza della popolazione.

Il "porgere l'altra guancia" (da parte dello Stato) in questo caso sarebbe un'abdicazione all'aggressività dei pochi.

Il problema sorgerebbe se il governo dello Stato venisse a trovarsi nelle mani di questi pochi.

Ma non dobbiamo sforzare la nostra fantasia a immaginare le conseguenze. :x
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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda franz il 16/10/2010, 16:15

Iafran ha scritto:franz, convengo che, "in ambienti molto competitivi e con scarsità di risorse" l'aggressività del più forte o del più atroce o del più furbo è sempre dietro l'angolo.
Solo uno Stato ben solido (con Organi Costituzionali, con leggi appropriate, con strutture idonee a fare osservare le leggi, con una cittadinanza partecipe e convinta del ruolo dello Stato) può garantire che questa (l'aggressività) non prenda il sopravvento e sottometta la "mitezza" dei altri, diffusa nella maggioranza della popolazione.

Ecco. Il punto è proprio questo. Come arrivare al punto finale che tu indichi ("Solo uno Stato ben solido...puo' garantire ...") se nel frattempo la popolazione è soggetta alle spinte aggessive e dovute alla eccessiva competizione per risorse scarse.
Il percorso a mio avviso è dato dallo sviluppo economico. Esso garantisce risorse sempre maggiori e quindi diminusce la necessità di feroce competizione (individuale o di gruppo, casta, classe) per impossessarsene. Quindi lo svilppo economico permette l'instaurarsi di uno stato che si dota di regole atte a tutelare i miti e i moderati dalla violenza dei prepotenti e degli estremisti.
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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda disallineato il 16/10/2010, 16:33

Robyn ha scritto:Secondo me non bisogna mai porsi come contraltare a chi provoca.Quella di porsi come contraltare porta ad una crescita delle estreme e la relativa radicalizzazione che è pericolosa per la democrazia e per esempio berlusconi prima và via è meglio è perche provoca la crescita delle ali estreme e la radicalizzazione.Quelli che provocano la crescita degli estremismi vanno bloccati in partenza non gli và permesso nessun ingresso in politica.Se ci si pone in contraltare si finisce per fare il gioco di chi provoca e ci si radicalizza ciao robyn



Condivido ed approvo.
Gli estremismi portano sempre a degli scontri e non favoriscono il dialogo, requisito necessario per avere un governo che governi ed un opposizione costruttiva. Chiunque sia al governo, chiunque sia all'opposizione.
Ci sono filosofie di pensiero, enunciate anche nei vari temi del forum, secondo le quali se vengono criticati i modi violenti di fare proteste altro non sono che metodi per zittire la parte critica.
Ognuno logicamente è liberissimo di pensarla secondo i suoi modi di vedere, ma personalmente ritengo che le critiche, le manifestazioni, le proteste non dovrebbero mai essere basate sulle offese, sulle invettive ne' tantomeno ovviamente ( ma non sempre è cosa ovvia ) su violenze fisiche su danneggiamenti a beni o cose altrui ne' su persone, ne' su scontri con le forze dell'ordine.
La mitezza, la pacatezzanon significa remissione. Si può essere critici senza essere dei DiPietro, o dei Grillo o degli anarchici o dei no-global. Si può esprimere la nostra opposizione, il ns disappunto in modo civile. Io credo che questo sia ancora possibile e doveroso. Sopratutto se chi manifesta dissenso appartiene a figure istituzionali, pubbliche o comunque di riferimento per l'impatto sul pubblico.
Per questo motivo ho sempre criticato aspramente i toni da lotta 68ina o da "formidabili quegli anni" di Capannesca memoria. Gli anni di Lotta continua, di Potere Operio, di Proletariato armato, sono stati sepolti e sconfitti dalla ns storia democratica. Respingiamo ogni reflusso che possa anche lontanamente ricordare la pesantezza del clima di quegli anni tremendi ( altro che formidabili...!!!).
Qualcuno obietterà che razza di comizi sarebbero stati quegli di Cofferati ( ante omicidio Biagi ) o quelli di "Guillermo" Epifani se non conditi da un pò di invettive che scaldano il "popolino" affamato di parole forti.

Credo che sarebbero stati semplicemente comizi atti a favorire un clima più sereno e meno incentivante per gli scontri sociali.
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Re: perché la mitezza è ancora una virtù

Messaggioda flaviomob il 17/10/2010, 13:41

La mitezza di Gandhi e della protesta non violenta era accompagnata dalla disobbedienza civile di massa. Un paese di quasi un miliardo di anime non può essere governato da una potenza coloniale se la quasi totalità dei suoi abitanti non obbedisce agli ordini. Neppure il fascismo si sarebbe potuto radicare in Italia se i nostri compatrioti avessero disobbedito in massa. Non confondiamo la mitezza con la sottomissione, ne' lasciamoci distrarre da esempi fuorvianti legati all'etologia, dato che non mi risulta che il livello cognitivo dei tacchini sia paragonabile al nostro... :) Certamente, la mitezza può produrre mutamento se accompagnata dalla determinazione e dall'unità nei metodi e negli intenti.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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