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L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Messaggioda franz il 26/09/2010, 11:32

Ammesso che di quelle opere ci sia veramente bisogno, ecco che l'Italia delle clientele, della corruzione e concussione, dei furbetti del quartierino, della burocrazia, dei nepotismi, delle inefficenze ed incapacità ... in parole povere l'Amministrazione non basata sul merito, ci porta a queste situazioni.

Franz


IL DOSSIER
L'Italia incompiuta
di viadotti e ferrovie

Matera senza treni, sulla A3 lavori in corso da 13 anni. E per l'idrovia Milano-Cremona l'attesa dura dal 1911.Più l'infrastruttura viene definita "strategica" e più la sua realizzazione subisce ritardi
di FABIO TONACCI

ROMA - Sembra che per costruire la piramide egiziana di Cheope, intorno al 2570 a. C., ci siano voluti una ventina d'anni e la forza delle braccia di 100 mila schiavi. Ma alla fine il risultato si è visto. Quasi 4500 anni dopo, in Italia, venti anni di lavoro non bastano per completare opere davvero molto meno ambiziose. Come la ferrovia tra Ferrandina e Matera, una tratta di appena 29 chilometri. I lavori sono cominciati nel 1986 e non sono ancora finiti. Per ora, un binario morto. E Matera resta l'unico capoluogo in Italia non collegato alla rete ferroviaria nazionale, nonostante uno spot di Trenitalia di qualche anno fa invitasse i passeggeri a raggiungere la città dei Sassi a bordo di confortevoli vagoni.

L'"incompiuto" italiano pare essere il vero stile delle infrastrutture in costruzione nel nostro Paese. Nord o Sud non fa differenza. I cantieri-lumaca sono ovunque. Si portano dietro lo spreco di miliardi di euro di finanziamenti pubblici e lo scoraggiamento dei cittadini. Gli esempi ci raccontano un paradosso: più una strada, un'arteria, una nuova via di trasporto viene definita "strategica", "risolutiva", "necessaria", addirittura "geniale" e più - come dimostra la vicenda della Fano-Grosseto - i lavori procedono con la velocità di una moviola. L'idrovia Padova-Venezia, un'autostrada d'acqua pensata per il trasporto delle merci nei container, secondo il progetto del 1964 avrebbe dovuto assorbire il traffico di 40 mila autotreni. Non solo: aveva anche la funzione di scolmatore delle piene del Brenta, riducendo il rischio di alluvioni nel territorio. Quarantasei anni e 75 milioni di euro dopo, ci ritroviamo con un fiume artificiale di 17 chilometri spezzato in due tronconi (mancano ancora 10 km), con una chiusa mobile in cemento armato a destra del Brenta (in località Vignovo) lasciata a marcire. E con nove ponti stradali e un ponte ferroviario che non hanno niente da scavalcare, svettano su campi coltivati perché sotto, dell'autostrada d'acqua, non c'è traccia. Con le idrovie evidentemente non abbiamo fortuna se quella progettata già nel 1911 tra Milano e Cremona (65 km) e presentata come l'idea del secolo, oggi si ferma mestamente a Pizzighettone dopo appena 13 chilometri. Troncata, come altre opere "strategiche", da finanziamenti che si interrompono a metà dei lavori o da amministrazioni incompetenti che si perdono nelle varianti o rivedono all'infinito i progetti.

A volte queste grandi incompiute almeno un merito ce l'hanno: quello di arricchire la lingua italiana con nuovi modi di dire. Sulle colline delle Serre, in Calabria, per indicare qualcosa che non arriverà mai si dice: "È come la Trasversale". Il riferimento è a alla strada statale 182, la Trasversale delle Serre. Parte da Soverato, sulla costa Ionica, e dopo 56 km incontra quella Tirrenica. Progettata nel 1966, è un cantiere aperto dal 1982. Rientra nelle grandi opere dell'Anas, ma a oggi solo sette chilometri sono transitabili. Il costo complessivo è di mezzo miliardo di euro, soldi che fanno gola alla criminalità organizzata, per la quale un cantiere aperto vale molto di più di una strada completata. A settembre del 2009 un attentato incendiario ha messo a rischio la vita di 150 operai. Un anno prima, il 26 marzo 2008, Giuseppe Longo, l'amministratore delegato di un'impresa che lavorava alla Trasversale, è stato assassinato. L'"incompiuto" italiano sconta anche queste infiltrazioni.

Il corpo del reato più lungo d'Italia però è la Salerno-Reggio Calabria: 443 chilometri di autostrada che hanno bisogno disperatamente di una terza corsia. I lavori, gestiti anche questi dall'Anas, durano da più di tredici anni e sono in mano alla 'ndrangheta. I cantieri aprono e chiudono di continuo. Intanto gli automobilisti aspettano in coda. Nel superefficiente nord-est non va meglio: ci sono voluti 38 anni per ultimare la A28, la direttrice Portogruaro-Pordenone-Conegliano, anello di congiunzione con il Passante di Mestre. La strada doveva essere aperta a luglio, ora si parla di questo autunno. I più disincantanti, dopo quarant'anni di attesa, quasi non ci credevano più ma i finanziamenti per gli ultimi lotti sono arrivati. Le vie del Signore sono infinite. E non solo quelle, purtroppo.

(26 settembre 2010) http://www.repubblica.it
Ultima modifica di franz il 26/09/2010, 11:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Messaggioda franz il 26/09/2010, 11:33

LA POLEMICA
La strada fantasma da Fano a Grosseto
La iniziò Fanfani, non è ancora finita

Doveva unire Tirreno e Adriatico. Sit-in di protesta di 300 amministratori. Servono 4 miliardi per terminare l'opera. La gelleria divenuta simbolo è incompleta dal '91
di VALERIO VARESI

Tra questione meridionale e questione settentrionale, il centro rischia di scomparire dall'agenda del governo. Così la protesta per il completamento della superstrada E78 che collega Grosseto con Fano, il Tirreno con l'Adriatico, i porti di Livorno e Genova con quello di Ancona, è molto di più di una rivendicazione puramente viabilistica. È la rivolta di un territorio che comprende cinque province e decine di Comuni tra Grosseto, Siena, Perugia, Pesaro, Urbino e Arezzo, dimenticato da Roma e in forte sofferenza sul piano delle infrastrutture. Da venerdì, circa 300 amministratori interessati dalla strada incompiuta si sono accampati per protesta accanto a quello che è il simbolo scandaloso di questa incompiutezza: la galleria della Guinza, snodo determinante tra Marche e Umbria, sei chilometri che iniziano nel nulla e finiscono nel nulla terminati nel 1991 all'epoca del famigerato ex ministro Dc dei Lavori pubblici Gianni Prandini, finito sotto inchiesta per tangenti, e ancora lì ad aspettare il passaggio della prima auto. Il progetto iniziale risale agli anni Settanta e in quarant'anni ha proceduto a spizzichi e bocconi. L'ultimo a provarne il completamento fu Antonio Di Pietro che nel 2006 lanciò invano un project financing.

Gli amministratori hanno allestito una tendopoli nel piazzale di quello che fu il cantiere e per due notti hanno dormito all'imbocco del tunnel alternando manifestazioni e iniziative in una sorta di Woodstock per assessori, presidenti di province e sindaci. "Per completare quest'opera che iniziò con Fanfani - spiega Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro e Urbino - ci vorrebbero 4 miliardi, ma noi ci accontenteremmo che lo Stato trovasse i 900 milioni che occorrono per collegare questa galleria alla superstrada E45 Orte-Cesena. Sarebbe già un passo avanti in attesa del resto". Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha risolto alcuni problemi di tracciato, ma i soldi sono l'ostacolo principale. "La nostra protesta - interviene Marco Vinicio Guasticchi, presidente della provincia di Perugia - non è venuta dai vertici, ma dalla gente dell'Italia "mediana". Noi ci siamo fatti interpreti del malcontento".

Tra Umbria, Toscana e Marche i cittadini si sono stancati di "una vita da mediani" e adesso alzano la voce. Alla testa della rivolta c'è la nouvelle vague della politica, una generazione di amministratori tra i 30 e i 50 anni, il più giovane dei quali è proprio Ricci che ne ha 36. "Nell'agenda del Governo non ci possono essere solo la Pedemontana lombarda e il ponte sullo stretto" lamenta quest'ultimo. "Su sedici grandi cantieri - rincara la dose il sindaco di Mercatello sul Metauro, sede della contestazione, Giovanni Pistola - solo uno riguarda questa parte d'Italia". Pistola, al contrario di Ricci e Guasticchi, è di centrodestra, ma non per questo è meno arrabbiato. "Abbiamo deciso di smetterla di cercare le colpe altrimenti litighiamo" sorride. "Quest'opera è stata presa in mano da dieci Governi di colore diverso, allora ci siamo detti: scordiamoci tutto questo e marciamo uniti per mandare avanti l'opera. La gente ci chiede questo".

Persino il consigliere regionale umbro della Lega Nord Gianluca Cirignoni si è detto d'accordo con la protesta e ieri sera è arrivato il sostegno anche del presidente dell'Unione delle province italiane, il catanese Giuseppe Castiglione. L'"accampamento" degli amministratori si conclude stamattina alle 11,30 con la cerimonia finale e il rompete le righe dopo due notti "in branda".

(26 settembre 2010) www.repubblica.it
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Re: L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Messaggioda ranvit il 26/09/2010, 12:35

Il corpo del reato più lungo d'Italia però è la Salerno-Reggio Calabria: 443 chilometri di autostrada che hanno bisogno disperatamente di una terza corsia. I lavori, gestiti anche questi dall'Anas, durano da più di tredici anni e sono in mano alla 'ndrangheta. I cantieri aprono e chiudono di continuo. Intanto gli automobilisti aspettano in coda. Nel superefficiente nord-est non va meglio: ci sono voluti 38 anni per ultimare la A28, la direttrice Portogruaro-Pordenone-Conegliano, anello di congiunzione con il Passante di Mestre. La strada doveva essere aperta a luglio, ora si parla di questo autunno. I più disincantanti, dopo quarant'anni di attesa, quasi non ci credevano più ma i finanziamenti per gli ultimi lotti sono arrivati. Le vie del Signore sono infinite. E non solo quelle, purtroppo.


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In compenso pero'.....

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... z=CAMPANIA


Salerno, arrivano i pedaggi sull'A3
Tariffe che variano dai 2 ai 5 euro

di Fulvio Scarlata
SALERNO (25 settembre) - Si pagherà, si pagherà caro e si pagherà presto per finire nel disastro della Salerno-Reggio Calabria. Dopo la batosta della tassa-rincaro sui pedaggi già esistenti, che è stata ritirata dopo sentenze del Tar, il Governo anticipa al prossimo maggio l’introduzione del pedaggio sulla A3, sulla Salerno-Avellino, sulla Sicignano-Pontenza.

Una mazzata che si abbatte quasi interamente sul territorio salernitano e sul capoluogo. Il decreto legge trasporti, appena approvato al Senato e ora all’esame della Camera anticipa i tempi di applicazione dei pedaggi sui tratti autostradali gestiti dall’Anas finora gratuiti. Invece del 31 dicembre dell’anno prossimo, si pagherà dal primo maggio 2011. Sette euro complessivamente da Napoli a Buonabitacolo. Il che significa che in pratica viene ristabilito il rincaro per Napoli (a 2 euro), mentre da Salerno verso Sud si pagheranno cinque euro per usufruire delle tre corsie fino a Campagna e del caos lavori fino alla Basilicata. Poi 3,60 euro per la Sicignano-Potenza e due euro per la Salerno-Avellino.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Messaggioda franz il 26/09/2010, 15:22

ranvit ha scritto:In compenso pero'.....
Salerno, arrivano i pedaggi sull'A3
Tariffe che variano dai 2 ai 5 euro


Opps :o ... "non esistono pasti gratis", anche a salerno.
Perché non dovreste pagare i pedaggi?
O tutti ... o nessuno.

Sia chiaro che io sono per "nessuno", perché il pedaggio è un residuato del medioevo.
Nel 2000 non puo' esistere che per andare da A a B devi pagare per il transito ad un privato o allo stato.

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Re: L'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie

Messaggioda ranvit il 27/09/2010, 9:06

franz ha scritto:Opps :o ... "non esistono pasti gratis", anche a salerno.
Perché non dovreste pagare i pedaggi?
O tutti ... o nessuno.

Sia chiaro che io sono per "nessuno", perché il pedaggio è un residuato del medioevo.
Nel 2000 non puo' esistere che per andare da A a B devi pagare per il transito ad un privato o allo stato.

Franz


Assolutamente d'accordo, si paga in tutta Italia , perchè non al sud!

Si dà il caso pero' che da queste parti l'autostrada non ha alternative degne di questo nome.

A parte l'autostrada qui non si fanno nuove strade da almeno un secolo...

Vittorio
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