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idee per far ripartire il PD

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

idee per far ripartire il PD

Messaggioda Gab il 14/09/2010, 16:31

Renzi a Repubblica Domanda
"Cinque idee per far ripartire il Pd"

Il sindaco di Firenze risponde agli utenti di Repubblica tv. Ambiente, lavoro, riforme cultura e infrastutture: "Il 5 novembre appuntamento programmatico, non convention dei rottamatori"
di MASSIMO VANNI da repubblica.it

"Non sarà la convention dei rottamatori". A Repubblica Domanda c'è il sindaco di Firenze, quel Matteo Renzi che giorni fa ha scatenato un putiferio chiedendo la "rottamazione" dei vertici del Pd. E rispondendo ai navigatori del web il quarantenne democratico affina il discorso, ma non torna indietro. L'appuntamento già deciso del 5-6-7 novembre nel capoluogo toscano, dice, dovrà essere l'occasione per mettere insieme le "nuove idee per il Paese, non per per parlare male del Pd". Al contrario. il sindaco assicura che sarà l'occasione per buttar giù le linee di un nuovo programma. Cinque idee dalle quali "far ripartire il Pd".

Anzitutto, l'ambiente e le regole dell'utilizzo del territorio: "A Firenze stiamo facendo un piano strutturale a volumi zero, siamo degli estremisti se diciamo che d'ora in poi si deve costruire secondo le indicazioni di Casa Clima e del risparmio energetico?". Poi le riforme: "Si dimezzino i parlamentari, il centrosinistra abbia il coraggio: è antipolitica passare da mille parlamentari a cinquecento come negli Usa?". Quindi il lavoro: "La mia generazione non avrà la pensione e sono sempre meno quelli con un contratto a tempo indeterminato. Possiamo immaginare un nuovo Stato sociale?" E i beni culturali: "Potremmo raccontare il nostro Paese in modo innovativo senza lasciarlo al grigio regime delle Soprintendenze. A cominciare dal cibo, che è una grande questione politica, agli stili di vita". Infine le infrastrutture: "Prima di mettersi a discutere del Ponte sullo Stretto parliamo di infrastrutture tecnologiche, riformando la scuola e l'università in base al merito, perché non si può mettere insieme chi svolge il suo lavoro con passione e chi sta lì a scaldare la sedia".

Ma in caso di elezioni, è Bersani il candidato? "Secondo me si dovrebbero rifare le primarie", risponde Renzi. Mentre sulle alleanze si dice contrario "ad una accozzaglia" che da Vendola e Ferrero arrivi a Casini e Fini. Per Renzi non si deve stare a discutere di alleanze e coalizioni: "Il problema non è con chi facciamo l'accordo, non voglio dire che non dobbiamo fare l'accordo con nessuno, la cosiddetta vocazione maggioritaria. La prima cosa da fare è chiarirsi su cosa vogliamo fare, poi vediamo chi ci sta".

E se ci sarà a breve la campagna elettorale, attenti: "Non deve essere fatta sul lodo Alfano, su Mills e sulle questioni giudiziarie". Per Renzi "deve essere fatta invece su quello che Berlusconi non ha fatto: "Dobbiamo far vedere che Berlusconi ha fallito, che ai suoi proclami non sono seguiti i fatti, dalla riduzione delle tasse alle opere disegnate sulla lavagnetta di Vespa".

(14 settembre 2010)
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda ranvit il 14/09/2010, 16:38

Bene Renzi!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pianogrande il 14/09/2010, 17:09

Tra i vari coraggi che dovrebbe avere il PD, ci sarebbe anche quello di fare le primarie con tutti i nomi che si vogliono ma anche con una bella casellina in bianco.
A parte le spiritosate che potrebbero venirne, potrebbe essere una prova di democrazia che darebbe qualche informazione seria.
Una specie di sondaggio aperto.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pierodm il 15/09/2010, 13:00

"Il problema non è con chi facciamo l'accordo, non voglio dire che non dobbiamo fare l'accordo con nessuno, la cosiddetta vocazione maggioritaria. La prima cosa da fare è chiarirsi su cosa vogliamo fare, poi vediamo chi ci sta".

Giusto, giustissimo: qualcuno di noi, anzi molti di noi lo dicono da anni, troppe volte e troppo a lungo (ancora adesso) rimbrottati da altri ch sostengono il "leader innanzi tutto".
Però , quando Renzi elenca le cose da fare, si vede che sono cose sulle quali - così come sono esposte - chiunque è d'accordo.
Questo significa che un simile elenco difficilmente riesce ad essere discriminante, e francamente mi sembra che su questa base si vada a finire nel solito programmone o programmino ecumenico, nel quale tutti si ritrovano e nessuno si riconosce veramente.

In particolare, per quanto mi riguarda, io escluderei il welfare dal contesto, perché essite in questo campo un problema assai più grande.
Prima dell'assistenza e dei sostegni,infatti, viene il tema economico generale: stipendi, tassazione dei medesimi, dinamiche di produzione e di mobilità lavorativa, oltre al raggiungimento di un'accettabile riequilibrio fiscale.

Nell'insieme Renzi appare come una persona simpatica e vivace, sicuramente in grado di fare bene il sindaco, l'amministratore.
Non so però se sia altrettanto valido come politico: ha un linguaggio sciolto e una certa propensone al decisionismo, ma non credo che basti.
Ho l'impressione che, dalle sue premesse così scoppiettanti, ne derivi in fondo un rosario di proposte piuttosto banali e generiche.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda Gab il 15/09/2010, 20:16

Pd, Chiamparino freddo sul Nuovo Ulivo
"Se è solo un'alchimia non serve a nulla"

Il sindaco di Torino intervistato da Repubblica Tv. "La maggioranza è sfaldata, ma se fossimo stati pronti avremmo dovuto chiedere le elezioni e non l'abbiamo fatto. Dopo la spallata ci vuole la proposta". E sulle primarie: "Giusto cambiare le regole e aprirle a nuove forze". Primarie? "Io pronto a dare un contribuito"
di MATTEO TONELLI

ROMA - "Litigare no ma discutere sì". Perché l'unanimismo di facciata è dannoso come le divisioni continue. Sergio Chiamparino, arriva a Repubblica Tv e risponde così ai tanti elettori del centrosinistra che invocano unità e fronte comune contro Berlusconi. In particolare oggi, con il governo in difficoltà ("chiarezza o voto)"). Chiamparino, però, non si nasconde: "Se fossimo stati pronti avremmo dovuto chiedere le elezioni e non l'abbiamo fatto. Dopo la spallata ci vuole la proposta". Che, oggi come oggi, il Pd sta ancora cercando. Per questo Chiamaparino manda a a Bersani due precisi messaggi. Uno sul "Nuovo Ulivo" proposto dal segretario: "Se serve per costruire un nuovo soggetto politico che vada oltre il Pd va bene, se invece è una semplice alchimia politica non mi convince". E sulle primarie: "Se sono di coalizione il candidato è Bersani ma se il Pd vuole aprirsi sarebbe paradossale che non si aprisse al suo interno". Nuove regole, dunque. Di un nuovo partito. E se questo accadrà Chiamparino, tra molte cautele, fa capire di essere pronto a scendere in campo. Frenando sul ticket per la guida del centrosinistra con Nichi Vendola di cui si parla: "Lo stimo ma queste cose si fanno dopo e dipende da come si fanno, altrimenti è il contrario delle primarie".

Per adesso meglio discutere e confrontarsi. "L'unità non può voler dire non discutere dei problemi che ci sono" dice il sindaco che non nega "il bisogno di rinovamento" del partito. Magari mettendo in pratica la proposta del sindaco di Firenze che chiede che il ricambio dopo tre legislatura. In pratica l'azzeramento totale dell'attuale gruppo dirigente del Pd. Una vera e propria gigliottina virtuale. Chiamparino, invece, è cauto: "Diffido dall'applicazione schematica di un regolamento. C'è bisogno di tutti ma questo non vuol dire che i caminetti devono prevalere".

Poi tocca alle mosse dell'ala veltroniana che ha annunciato un documento in cui si lamenta il tradimento dello spirito originario del Pd. Il sindaco punta sul primato dell'anima del partito rispetto alle alleanze: "Serve una discussione, se servono documenti ben vengano. Magari rimescolando le carte. Ad esempio non è indifferente decidere se, come è avvenuto alla riunione del coordinamento di ieri sera, che al primo posto viene la costruzione dell'identità piuttosto che le alleanze, perchè sono due cose diverse, le alleanze le posso fare anche col diavolo se so chi sono io, altrimenti qualunque alleanza può essere corruttrice, e sapere chi siamo vuol dire fare una discussione politica e programmatica".

Si parla di attualità politica e giustizia. Chiamparino, davanti alle leggi ad personam del premier è duro: "Oggi chi ha responsabilita' pubbliche dovrebbe non avvalersi di nessun strumento o legge per essere diverso dagli altri cittadini. Bisogna corrispondere al bisogno di sentire che chi ti rappresenta sia uguale a te''. Tocca all'economia e al welfare. Anche su questo Chiamparino invoca una svolta. "Se si vogliono mantenere i passati livelli dobbiamo cambiare, se facciamo finta di nulla cresce il giardino degli esclusi ovvero i ceti popolari che vanno dietro al populismo". Una soluzione? Il cosidetto modello tedesco, che il sindaco rilancia anche per la vicenda Fiat. Leggendo, così, le mosse dell'ad Marchionne: "E' deluso dallapolitica italiana e dall'atteggiamento del sindacato".

Infine la Lega. Chiamparino non la demonizza ("Spostare i ministeri da Roma non mi pare una cosa che scardina l'unità del Paese") ma legge nel successo del Carroccio l'aver saputo cavalcare (con toni diversi) temi che erano propri della sinistra. A partire dall'autonomismo e dal federalismo: "Hanno capito che la globalizzazione mette sotto tensione lo stato nazionale e noi ci siamo fatti portare via un tema nostro" ragiona il sindaco. Che, è durissimo, sulla vicenda della scuola di Adro e dei simboli padani che la marchiano: "E' una cosa fuori dal mondo, quei simboli vanno tolti". E forse l'unico sussulto emotivo di uno che è convinto che "mettersi nella pancia della gente, non significa ragionare con la pancia".
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda Manuela il 16/09/2010, 12:00

Chiamparino dovrebbe andare in pensione ed offrire le sue idee (alcune delle quali più che condivisibili) e la sua esperienza alla generazione successiva.
Quanto a Renzi, ha ragione su tutto tranne che su un punto: pensa forse che gli attuali dirigenti si rottamino da sé? Renzi dovrebbe tirare le conseguenze di quello che dice, e presentarsi come candidato premier, o, se non lui personalmente visto che è impegnato a fare il Sindaco, lanciare uno della sua generazione. Solo così sarebbe credibile, e potrebbe lasciarsi alle spalle le questioni tattiche, per lanciare un vero programma di riforma del paese. Senza quest'ultimo passo, resta anche lui nell'ambito delle lamentazioni e dei buoni propositi, dei quali personalmente ho piene le tasche.
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pierodm il 16/09/2010, 12:57

Manuela, non per difendere Renzi, ma - a proposito di lamentazioni e simili - anche tu altro non fai che "lamentarti", se usiamo lo stesso metro di valutazione che tu usi.

Renzi dice la sua, da sindaco, da cittadino, da essere uamno che gode del diritto costituzioanle dela libertà di pensiero e di parola: o esiste nella costituzione l'obbligo di accompagnare ogni pensiero critico, ogni idea ad una candidatura di se stessi alla presidenza del consiglio, o alla segreteria di un partito?

Io credo che sarebbe il caso di smetterla, da parte di alcuni di noi, di essere così agitati, richiedendo a chiunque capita a tiro decisionismo e presunzione: anche perché, quando succede che qualche "soluzione" viene proposta, si vede che si tratta in genere di ovvietà assolutamente generiche.
Adesso la dico io una cosa banale e generica: un programma, una serie di riforme non sono una lista della spesa, o una lista di cose da portare o da fare o non fare andando al campeggio, tanto per darsi le arie di saperla lunga e di essere "pratici".
Le riforme, le cose da fare sono convincenti se derivano da un'idea di fondo, da una visione complessiva dei problemi, da un minimo dettaglio sul come e sul che cosa, da un conteggio dei costi, da una valutazione sulle priorità, etc.
Niente di impossibile, anzi, ma è certamente qualcosa che scaturisce dal lavoro di uno staff, di un ufficio studi, insomma di una elaborazione non improvvisata sul "predellino" o su un palco, un forum, una trasmissione televisiva.
Peggio che mai, poi, se si tratat di trasmettere questa visione, questo menu di riforme coordinate e coerenti, questa scala di priorità all'elettorato: è un problema tecnico, un problema politico e un problema comunicativo, in una società complessa.
Certo, la possiamo fare anche facile, tanto che ci costa aprire bocca e dare fiato?
Ma i risultati sono poi quelli che sono - e lo vediamo bene, quando affrontiamo la crisi del centro-sinistra, chiedendoci come mai, senza venire a capo del "mistero".
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda Gab il 16/09/2010, 14:51

Pd, Veltroni lancia la sfida
"Prima il partito, poi i candidati"

L'ex segretario intervistato da Repubblica Tv. "Se si discute non si litiga, discutere non significa spaccarsi". "Penso anche ad un candidato premier che venga dall'esterno". "Non faccio correnti ma limitarsi ad invocare l'unità è una sindrome tipica dei momenti di difficoltà". "Siamo al 24,6%, c'è da essere preoccupati". E il documento certifica la nascita del "Movimento"
di MATTEO TONELLI

Veltroni nello studio di Repubblica Tv

ROMA - "Se si discute non si litiga, discutere non significa spaccarsi". Walter Veltroni affida a Repubblica Tv la sua prima uscita pubblica nel pieno dello scontro che agita i democratici. Dice di non volere attaccare Bersani ("è lui il leader") ma le sue parole suonano come una critica severa all'attuale politica del segretario: "Il Pd non può essere un partito di un tempo che non c'è più. La cosa peggiore sono le ipocrisie e i colpi bassi, voglio un Pd aperto e maggioritario". Un altro partito che non si limiti a "difendere" ma punti al "cambiamento". Che punti su poche idee
e non "mille pagine di un programma". E che cerchi un candidato premier "che magari venga dall'esterno". Come accadde con Romano Prodi. Solo a quel punto scoccherà l'ora delle alleanze. "Abbiamo puntato sull'alleanza dell'Udc, ma lo scenario politico è cambiato con l'arrivo di Fini, che resta un uomo destra, la nascita del centro rende urgente la vocazione maggioritaria del Pd, altrimenti si rischia di consegnare l'Italia ad un nuovo centrodestra" attacca l'ex segretario. Che apprezza il lavoro di Vendola ("vuole aggregare un'area e portarla in un rapporto con il pd, credo che questo sia utile e positivo) e avverte Di Pietro ("deve scegliere quale identità vuole avere, se quella riformista o quella degli attacchi a Napolitano).

E a chi chiede più unità e meno divisioni, Veltroni replica con nettezza: "Non faccio correnti ma limitarsi ad invocare l'unità è una sindrome tipica dei momenti di difficoltà. Fare del bene al Pd significa chiedersi perché le cose non vanno. Bisogna aprire le braccia e non mettersi l'elmento e recuoperare lo spirito del Lingotto". Nessuna corrente e nessuna spaccatura, assicura l'ex segretario. Ma neanche la rinuncia alla battaglia politica interna. Perché il Pd così come è adesso a Veltroni non piace affatto. A lui che è stato il segretario che l'ha portato al 33%, quel 24,6% che gli ultimi sondaggi assegnano ai democratico suona come un segnale di allarme. "Nel momento di massima difficoltà del centrodestra, siamo ai minimi. E questo perché non si vede un'alternativa chiara, nitida e forte a Berlusconi, un'alternativa capace di parlare agli italiani. C'è bisogno di una grande innovazione".

Da questo nasce l'idea dell'ormai famoso documento che da giorni agita il Pd. Un testo che chiede il ritorno allo spirito maggioritario e che descrive un Pd "senza bussola strategica", chiede di "uscire allo scoperto e avanzare proposte coraggiose e innovative", a partire dal recupero della "vocazione maggioritaria" che permetta al Pd "l'allargamento dell'area dei propri consensi". Proponendo la creazione di un "Movimento" che coinvolga "forze interne ed esterne" al partito.

A chi lo accusa di voler spaccare il partito, Veltroni replica seccamente: "Fare un documento non è spaccare il partito. Dentro non c'è una parola contro Bersani che non metto in discussione. Ma al disagio che c'è non si può dire solo stiamo uniti. Restare nela melassa è un male". Un documento che ha certificato il distacco tra Veltroni e Dario Franceschini, che dell'ex segretario era l'uomo di fiducia. "Dice che quelle firme in calce sono una conta dannosa. Ma contarsi non significa dividesi". E Veltroni che farà? All'ex segretario la questione della leadership infastidisce: "La discussione su chi deve fare il leader divide a basta. Per quanto mi riguarda quando è stato il momento mi sono dimesso, dopo essermi caricato le responsabilità di chi faceva finta di nulla, non ho chiesto nulla e non mi candido a nulla". Poi un passo indietro, dal Circo Massimo alle elezioni in Sardegna. Torna nelle parole del segretario l'amarezza per le vicende che l'hanno portato a dimettersi. "Contro di me vigliaccherie" aveva detto qualche giorno fa. "Allora c'era chi lavorava per segare l'albero" dice oggi.

Poi tocca a Berlusconi che, continua Veltroni, "ha tradito gli elettori". E se il governo dovesse cadere, l'ex segretario indica quella che ritiene la strada percorribile: "Se si dimette si può fare un governo d'emergenza e dopo si va a votare magari con una nuova legge elettorale".

Veltroni chiude dopo un'ora. Restano in testa le prime parole pronunciate: "Tutto quello che faccio e farò è nel pd e per il Pd". Ma oggi è ancor più chiaro che l'idea di partito che l'ex segretario in testa, in comune con quello di oggi, ha solo il nome.

(16 settembre 2010)
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda pianogrande il 16/09/2010, 14:57

Concordo pienamente con Pierodm.
Ho già detto la mia sul fatto che per parlare non ci debba essere bisogno di prerequisiti.
Tra l'altro, se siamo alla ricerca di idee nuove e ci danniamo l'anima a stroncare chi cerca di tirarne fuori qualcuna o di dire una semplice (o complicata) opinione, qua continueremo a discutere sulle idee vecchie ed a metterci a tacere alla vecchia maniera.
Quando qualcuno dirà che c'è puzza di muffa, altri risponderanno, dammi una soluzione.
Apriamo una finestra.
No!No!
Cambiare aria senza un progetto .....
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Re: idee per far ripartire il PD

Messaggioda ranvit il 16/09/2010, 15:39

Il "progetto" è semplicemente quello di tornare al governo per fare quanto detto migliaia, milioni di volte.
L'ultimo esempio? Le cose che dice Veltroni nella lettera che pochi giorni fa ha inviato a un giornale.
Vogliamo ridiscuterne per la milionesima volta per il godimento senile di qualche rincoglionito della politica....ormai il grosso di quelli che discutono di politica nel Pd sono ultrasessantenni (tra cui io)?

In realtà il punto non è il progetto o il programma o cosa vogliamo fare, ma come riuscire a comunicarlo decentemente (non con la ripetizione biblica di frasi trite e ritrite in cui non crede per primo neanche chi le pronuncia) e in modo semplice e chiaro.
E già qui siamo messi molto male. Gli attuali interpreti del Pd sono tutti ampiamente screditati : qualsiasi cosa dicano non sono creduti (oltre che ammorbare).

Quindi per prima cosa è necessario, come dice Manuela, che si facciano avanti i coetanei di Renzi....non tanto per un problema di età, ma perchè, vergini di potere almeno a livello nazionale, forse, potrebbero essere credibili!

Come seconda cosa, chiarire una volta per tutte con chi si vuole procedere! Come dice Chiamparino se qualche nostro potenziale alleato, per fare solo un esempio, è contro le grandi opere tipo TAV (aggiungo io...il Ponte sullo stretto puo' anche aspettare un po'), è del tutto inutile parlarne. Il Paese va ristrutturato profondamente e la politica della decrescita, almeno per ora, è solo una profonda stupidaggine che puo' albergare esclusivamente in menti....infantili e velleitarie.

Vittorio
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