I pastori con le greggi invadono Roma
"Perfino dallo Stato concorrenza sleale"
Manifestazione davanti al ministero per un colloquio con il ministro. "Un'azienda di proprietà pubblica italiana produce pecorino in Romania e lo esporta negli Usa", denuncia la Coldiretti
ROMA - Sono un migliaio i pastori giunti a Roma dalla Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria per manifestare davanti del ministero delle Politiche agricole a sostegno della piattaforma della Coldiretti. L'iniziativa nella capitale è necessaria per ''fronteggiare la grave crisi della pastorizia, con iniziative sul piano politico-istituzionale e su quello del mercato, dove il latte viene sottopagato dalle industrie a livelli insostenibili per gli allevatori''. Nel pomeriggio è previsto l'incontro fra i vertici della Regione sarda (vi saranno il presidente Cappellacci e l'assessore Prato) e le Organizzazioni di categoria (sono presenti il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini e tutti i dirigenti regionali della principale organizzazione degli imprenditori agricoli) con il ministro Galan per affrontare i problemi della agro-zootecnia.
Tra questi uno dei più importanti è quello della contraffazione. E' stato anche allestito un tavolo di denuncia sul falso pecorino italiano venduto all'estero dove toglie spazio di mercato al prodotto originale. In particolare, la Coldiretti ha denunciato un fatto sorprendente: ''Speriamo che il governo saprà spiegarci come mai un'azienda romena, di proprietà dello Stato italiano, vende negli Stati Uniti formaggio che porta l'etichetta di pecorino romano, perché non riusciamo a capirlo. Come non sappiamo spiegarci perché lo Stato dovrebbe con una mano togliere risorse alla produzione nazionale e con l'altra foraggiare aziende estere che fanno concorrenza sleale ai pastori italiani''.
La protesta -riferisce la Coldiretti - punta a sostenere la piattaforma dell'organizzazione per fronteggiare la grave crisi della pastorizia, con iniziative sul piano politico-istituzionale e su quello del mercato, dove il latte viene sottopagato dalle industrie a livelli insostenibili per gli allevatori. Un litro di latte al giorno viene pagato fino a 60 centesimi al litro con un calo del 25% rispetto a due anni fa e ben al di sotto dei costi di allevamento che si avvicinano all'euro. E non va meglio per la lana con i costi di tosatura e di smaltimento che superano notevolmente i ricavi o per la carne quando solo a Pasqua quella venduta dall'allevatore a circa 4 euro al chilo viene rivenduta dal negoziante a 10-12 euro al chilo.
I pastori hanno portato tutti i differenti tipi di pecorino prodotto nelle diverse regioni italiane, da quello romano a quello siciliano, e sono accompagnati da una ''rappresentanza'' dei sette milioni di pecore allevate nel nostro paese. Gli allevamenti di pecore negli ultimi dieci anni sono calati del 30 per cento in Italia dove la crisi in atto rischia di decimare irrimediabilmente i circa 70mila allevamenti rimasti che svolgono un ruolo insostituibile per l'ambiente, l'economia, il turismo e la stabilità sociale del territorio, è l'allarme lanciato dai pastori. Nell'ultimo quinquennio la produzione nazionale di latte ovicaprino ha evidenziato una tendenza al calo a causa di una progressiva perdita di redditività degli allevamenti con la remunerazione del latte che ha seguito un trend negativo negli ultimi cinque anni. L'allevamento ovicaprino - sottolinea la Coldiretti - è un'attività che, concentrata nelle zone svantaggiate, è ad alta intensità di manodopera. Il settore ha registrato un incremento dei costi, determinando un'ulteriore pressione sul settore che già versa in una situazione critica sul piano della competitività. Preoccupante è la flessione costante dei consumi nazionali dei prodotti ovicaprini.
''Dal ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, ci aspettiamo che ci dica sì su tutta la piattaforma che gli presenteremo, altrimenti la nostra protesta andrà avanti'', ha affermato Marini.''Sappiamo che la nostra è una piattaforma sostenibile - ha sottolineato - come tutte quelle che abbiamo presentato in passato. Governo e Regioni sono nelle condizioni di poterla realizzare perché, ad esempio, non prevede lo stanziamento di nuove risorse ma il riorientamento di quelle già esistenti''.
Il consumo di un solo mezzo chilo di vero pecorino italiano in più a famiglia nell'arco di un anno sarebbe sufficiente per salvare la pastorizia italiana e il valore culturale, ambientale ed economico che rappresenta, sostiene la Coldiretti in uno studio presentato nel corso della mobilitazione. I pastori hanno portato con sé tutti i differenti tipi di pecorino realizzati in Italia dove - sottolinea la Coldiretti - sono stati prodotti nel 2009 oltre 61 milioni di chili di pecorini dei quali oltre la metà a denominazione di origine (Dop).
All'esportazione sono andati ben 16 milioni di chili nel 2009, secondo lo studio della Coldiretti che evidenzia peraltro un calo del 10 per cento nell'export di pecorino, nei primi cinque mesi del 2010, dovuto anche alla diffusione sui mercati esteri di prodotti di imitazione concorrenti (ad esempio il Romano cheese venduto in Usa) che sfruttano impropriamente l'immagine del Made in Italy. Un fenomeno che sta facendo sentire i suoi effetti anche sul mercato nazionale dove si registra invece il preoccupante aumento delle importazioni di prodotti a basso costo e qualità da spacciare come italiani, che cominciano ad assumere volumi significativi e sono addirittura quintuplicate (+403 per cento) rispetto allo scorso anno.
Nella produzione Made in Italy a denominazione di origine, che è calata nel 2009 del 10 per cento, a fare la parte del leone - continua la Coldiretti - è il pecorino romano Dop che copre l'80 per cento, ma hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine anche il pecorino Sardo, il Siciliano e il Toscano e quello di Filiano oltre al Fiore Sardo ed al Canestrato Pugliese.
"No pecore no party, senza la pastorizia la Sardegna muore", "Industriali come lupi strangolano pastori", "Allevamenti ko: il prezzo non è giusto" e "Subito l'etichetta di origine" sono alcuni degli slogan scritti negli striscioni che sono sostenuti dai manifestanti della Coldiretti che hanno adottato come mascotte un piccolo agnellino ed offerto gustoso pecorino, frutto del proprio lavoro, ai passanti.
Il pecorino - spiega la Coldiretti - è uno dei formaggi italiani più antichi che veniva prodotto già nella Roma imperiale e faceva parte delle derrate dei legionari, ma è probabile che le sue origini siano da ricercare ancora più anticamente, vista la diffusione delle pecore sul nostro territorio. In Italia è diffuso soprattutto nelle regioni centro-meridionali e nelle isole dove si possono trovare tutte le varietà con diversi gradi di stagionatura: dalle più giovani e dolci a quelle più piccanti a mano a mano che procede l'invecchiamento. Si mangia volentieri da solo, per finire un pasto, ma è anche un ingrediente essenziale di molti piatti regionali.
(06 settembre 2010) www.repubblica.it