Sonia ha scritto:
Non avendo una famiglia particolarmente introdotta, ho sempre trovato lavoro perché conoscevo qualche lingua. Oggi, non basterebbe neanche quello.
Tu parli del livello scolastico ma, per la mia esperienza, sono sempre stata circondata da donne laureate, sistematicamente sottoposte ad uomini molto meno colti di loro, forti solo della spavalda arroganza con la quale si rivestono di un ruolo, convinti di esserne all’altezza.
Mentre ho sempre conosciuto donne preoccupate di meritarsi la posizione che si sono conquistata, dopo aver dimostrato ampiamente la necessaria competenza.
Insomma, lo studio e l’impegno non sono affatto direttamente proporzionali alla qualità del lavoro e al guadagno, ed è strano che tu pensi il contrario.
--------
Abbraccio in pieno quanto dice Sonia: qui in Italia lo studio e l'impegno non sono affatto proporzionali alla qualità del lavoro e al guadagno: questo vale in generale, per tutti i lavoratori e le lavoratrici italiane indipendentemente dal loro genere. Però, nel caso delle lavoratrici,la maternità rappresenta un "vulnus" ed è tra gli aspetti dirimenti e realmente più discriminanti della questione di genere.
Non è mera "ingessatura" del mercato (del lavoro): infatti il lavoro dipendente pubblico, il più tutelato (ops..) "ingessato" di tutti è quello dove la presenza delle donne è la più elevata. E, forse, una ragione ci sarà pure. Me lo spieghi Francesco il perchè.
Io, Myos, a un certo punto della mia vita ho scelto di avere dei figli. E, qui, ho fatto una scelta esistenziale, materiale e sociale: niente davanti che non fosse già alle mie spalle e, nel futuro, solo il mio Lavoro di casalinga e di madre.
Un asilo nido? forse in Svizzera: in Italia, ad averci almeno 500 euro al mese e non li abbiamo: almeno l'ottanta per cento delle famiglie italiane. Come fare?
Tra i vari lavori precari - anch'io sono una laureata - parte la centralinista o qualche traduzione dall'inglese, dallo spagnolo o dal francese, oppure di lavare le scale, lavoro diverso non se ne trova. A meno di non vendersi prima il culo e, poi, se si abbastanza intelligenti, la coscienza. Che è peggio.
Dico ai miei figli che puoi fare qualsiasi cosa: dal lavare i cessi all'imprenditore ma, la cosa fondamentale, è che quello che fai lo fai con la tua testa.
E se, in un paese come il nostro, non si salva nemmeno la Scuola? Li conosco bene questi ragazzi: ho insegnato nei più fottuti quartieri della Capitale da Tor Bella a Monte Mario per anni. Da precaria, nemmeno a dirlo.
ciao
Myos