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Il silenzio del forum

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Myosotis il 02/09/2010, 0:03

Sonia ha scritto:
Non avendo una famiglia particolarmente introdotta, ho sempre trovato lavoro perché conoscevo qualche lingua. Oggi, non basterebbe neanche quello.
Tu parli del livello scolastico ma, per la mia esperienza, sono sempre stata circondata da donne laureate, sistematicamente sottoposte ad uomini molto meno colti di loro, forti solo della spavalda arroganza con la quale si rivestono di un ruolo, convinti di esserne all’altezza.
Mentre ho sempre conosciuto donne preoccupate di meritarsi la posizione che si sono conquistata, dopo aver dimostrato ampiamente la necessaria competenza.
Insomma, lo studio e l’impegno non sono affatto direttamente proporzionali alla qualità del lavoro e al guadagno, ed è strano che tu pensi il contrario.

--------

Abbraccio in pieno quanto dice Sonia: qui in Italia lo studio e l'impegno non sono affatto proporzionali alla qualità del lavoro e al guadagno: questo vale in generale, per tutti i lavoratori e le lavoratrici italiane indipendentemente dal loro genere. Però, nel caso delle lavoratrici,la maternità rappresenta un "vulnus" ed è tra gli aspetti dirimenti e realmente più discriminanti della questione di genere.

Non è mera "ingessatura" del mercato (del lavoro): infatti il lavoro dipendente pubblico, il più tutelato (ops..) "ingessato" di tutti è quello dove la presenza delle donne è la più elevata. E, forse, una ragione ci sarà pure. Me lo spieghi Francesco il perchè.

Io, Myos, a un certo punto della mia vita ho scelto di avere dei figli. E, qui, ho fatto una scelta esistenziale, materiale e sociale: niente davanti che non fosse già alle mie spalle e, nel futuro, solo il mio Lavoro di casalinga e di madre.

Un asilo nido? forse in Svizzera: in Italia, ad averci almeno 500 euro al mese e non li abbiamo: almeno l'ottanta per cento delle famiglie italiane. Come fare?

Tra i vari lavori precari - anch'io sono una laureata - parte la centralinista o qualche traduzione dall'inglese, dallo spagnolo o dal francese, oppure di lavare le scale, lavoro diverso non se ne trova. A meno di non vendersi prima il culo e, poi, se si abbastanza intelligenti, la coscienza. Che è peggio.

Dico ai miei figli che puoi fare qualsiasi cosa: dal lavare i cessi all'imprenditore ma, la cosa fondamentale, è che quello che fai lo fai con la tua testa.

E se, in un paese come il nostro, non si salva nemmeno la Scuola? Li conosco bene questi ragazzi: ho insegnato nei più fottuti quartieri della Capitale da Tor Bella a Monte Mario per anni. Da precaria, nemmeno a dirlo.
ciao
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Loredana Poncini il 02/09/2010, 8:15

Passa sotto silenzio, e non solo in questo forum, il LAVORO DOMESTICO, e passa anche sotto silenzio che le donne italiane è documentato che sono quelle, in Europa, che sommano più ore lavorative intra ed extra moenia...
(Anche le badanti, quando si rendono necessarie, chi le organizza ?)
Il lavoro di cura di bimbi, adulti ed anziani è per lo più invisibile e non monetizzabile, e sappiamo tutti perché in Italia grava al 90% se non di più sulle donne, mentre in Svezia si è al 50% nella condivisione, con gli uomini maschi, delle incombenze casalinghe... 8-)

P.s. Tutte le giovani che conosco e frequento, nella vecchia Torino e non solo, ( e sono tante!), cercano di farsi strada con tutte le loro forze trovandosi o inventandosi un lavoro extra moenia, ed è se non l'ultimo, il penultimo dei loro pensieri il maritarsi, caro Franz... :P
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda ranvit il 02/09/2010, 9:23

Forse sarebbe ora che le donne, la maggioranza degli elettori, la smettessero di pensare (ovviamente parlo alla maggioranza delle donne, non ha tutte) a "C'è posta per te" e menate varie e votassero di conseguenza.
A casa mia oltre alla moglie ho due figlie (anche due cagne e due gatte), tutte lontane da Maria De Filippi & Co. Ma in giro vedo masse sterminate di donne che pensano solo a quelle cretinate.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda chango il 02/09/2010, 9:50

franz ha scritto:Mi pare che per le donne italiane il lavoro non sia una cosa che "di solito" si fa ma una assoluta rarità.
per non parlare della Campania (tasso di occupazione femminile = 23%)

Franz


che dire "di solito" non sia corretto può anche essere vero , ma è altrettanto difficile sostenere che per le donne italiane il lavoro pagato sia un assoluta rarità.
il 46% è un dato basso, ma non indica certo una rarità (oltre che essere la media nazionale di situazioni regionali profondamente diverse).
inoltre tra il 54% di donne che non lavora, ci sono donne che hanno avuto precedentei esperienze lavorative, ma hanno difficoltà (maternità, lavoro domestico, assenza di servizi e politiche adeguati ad alleggerire tale carico di lavoro e a conciliare i tempi del lavoro e della famiglia) a rimanere o rientrare nel mercato del lavoro.

poi certo si può spiegare il basso tasso di occupazione femminile con il fatto che una buona metà ha ancora il miraggio dell'uomo che le mantenga. se fa piacere crederlo...
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Gab il 02/09/2010, 10:29

ranvit ha scritto:Forse sarebbe ora che le donne, la maggioranza degli elettori, la smettessero di pensare (ovviamente parlo alla maggioranza delle donne, non ha tutte) a "C'è posta per te" e menate varie e votassero di conseguenza.
A casa mia oltre alla moglie ho due figlie (anche due cagne e due gatte), tutte lontane da Maria De Filippi & Co. Ma in giro vedo masse sterminate di donne che pensano solo a quelle cretinate.
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda soniadf il 02/09/2010, 11:50

Guarda, che ci sono in giro un mucchio di ragazzi che non sono in grado di mantenere neanche se stessi.
Anzi, conosco sempre più coppie in cui la donna è riuscita a trovare un lavoretto qualsiasi, mentre l’uomo non ci riesce.
Il fatto è che il lavoro, in Italia, è sempre più squalificato e l’essere colti e preparati è spesso un ingombro, un di più che è meglio non esibire.
Veline e reality show sono mestieri per dilettanti, i veri trionfatori di questo paese, dove certa cinica televisione educa al successo intercambiabile: pupa televisiva, politica locale, va bene tutto, tanto non bisogna saper fare niente, solo avere il phisique du role ed essere disponibile alla recita.
Le altre donne, quelle che non si recano a vagonate negli studi televisivi e nei palazzi dei potenti libidinosi, hanno altre chances minime di far valere una preparazione che, il più delle volte, non viene richiesta. Che preparazione ci vuole a fare l’addetta di call center, l’ addetta ad un front desk, a stilare una prima nota? Si è intercambiabili e contrattualizzati come gente di passaggio, in lavori improvvisati e raccogliticci, come le stesse imprese che ti assumono, che campicchiano in un sistema economico immobile ed involuto come quello italiano.
I giovani maschi italiani non hanno molto da offrire a donne desiderose di maritarsi, caro Franz.
E gli uni e le altre sono attoniti di fronte al nulla che gli viene offerto, sia in termini di scuola, che di opportunità lavorative, che di crescita professionale.
I posti migliori se li accaparrano uomini e donne con pedigree familiare e politico, spesso facendone presìdi di inattaccabile incompetenza, mentre agli altri rimane il miraggio del lavoro all’estero o la malinconia della propria frustrazione, che sarebbe già abbastanza se non ci si dovesse aggiungere una condizione economica sempre meno dignitosa.
Nel frattempo, miliardari e avventurieri di ogni tipo imperversano sulle televisioni di regime, raccontando favole ed esibendo il kitsch dei parvenu senza talento.
Abbiamo tanto parlato di corporazioni, di steccati all'ingresso, di settori da liberalizzare, ecco questi non sono discorsi astratti, ma costituiscono il panorama desolante entro il quale le nostre donne e i nostri uomini devono muoversi, finendo sempre più col restare al palo. Altro che preparazione e voglia di essere mantenuti.

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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda franz il 02/09/2010, 13:09

chango ha scritto:che dire "di solito" non sia corretto può anche essere vero , ma è altrettanto difficile sostenere che per le donne italiane il lavoro pagato sia un assoluta rarità.
il 46% è un dato basso, ma non indica certo una rarità (oltre che essere la media nazionale di situazioni regionali profondamente diverse)

Ok, in termini comparati siamo in fondo alla scala. Quindi zero. Questo è quello che volevo dire, per chi vuole capire.
Ci sono in europa altre realtà. Molto diverse. Questo è quello che volevo dire, per chi vuole capire.
Sia per la % di donne al lavoro, sia per quella delle donne che concludono studi superiori (rispetto agli uomini) sia per la rimunerazione del lavoro femminile.
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda franz il 02/09/2010, 13:17

soniadf ha scritto: Il fatto è che il lavoro, in Italia, è sempre più squalificato e l’essere colti e preparati è spesso un ingombro, un di più che è meglio non esibire.

Dipende dalla domanda o dall'offerta? E poi .... essere preparati in cosa? In Italia mancano ingeneri e figure tecniche ed abbondano laureati in giurisprudenza (ora la nuova moda è scienza della comunicazione). Ci sono qualifiche che sono solo l'anticamera della disoccupazione. E che sono pero' università facili (diplomifici). In fondo abbiamo varie università umanistiche in cui basta sparare 4 cazzate (basta che siano opinioni condivise dal docente) e si ha il 110 e lode mentre in ingegneria se non passi analisi 1 e 2, se non conosci fisica, sudando sudore e sangue sulle formule e sulle serie di esercizi, con cavolo che passi. Ti assicuro che se sei un ingenere, in chimico, un biologo il lavoro ben pagato, lo trovi. Forse non i Italia ma lo trovi. Se invece ti laurei con una tesi sulle difficoltà linguistiche e psicologiche dei tapiri orfani del paranà occidicentale .... beh, ci siamo capiti.

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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda pierodm il 02/09/2010, 15:03

E poi .... essere preparati in cosa? In Italia mancano ingeneri e figure tecniche ed abbondano laureati in giurisprudenza (ora la nuova moda è scienza della comunicazione). Ci sono qualifiche che sono solo l'anticamera della disoccupazione. E che sono pero' università facili (diplomifici). In fondo abbiamo varie università umanistiche in cui basta sparare 4 cazzate (basta che siano opinioni condivise dal docente) e si ha il 110 e lode

Giusto. La scelta delle facoltà è spesso fatta senza tener conto delle effettive possibilità d'impiego.

Ma stiamo attenti.
A sparare cazzate ci si riesce anche in discipline diverse da quelle umanistiche: in economia, per esempio, ma non solo. In compenso è più facile accorgersene da parte di chi seleziona, se dispone di competenza adeguata: ma il problema italiano, nei grandi numeri, è che non esiste tanto la selezione, quanto invece l'assunzione per clientela o per raccomandazione, o magari da parte di un'imprenditoria di basso livello culturale.
E poi credo che andrebbe fatto anche un'analisi quantitativa: esiste un numero di aziende capaci di assorbire un eventuale massiccio aumento di laureati in discipline tecnico-scientifiche?
Ad occhio e croce io ne dubito, ma poniamo pure il caso che si faccia una tale valutazione su basi puramente teoriche, basate cioè sulla tipologia d'impresa, che ipotizza un interesse in senso tecnico-sceintifico anche per il gran numero di imprese piccole e medio piccole, che in Italia sono moltissime: per quanto mi è capitato di vedere, solo una parte piuttosto limitata di aziende medio-piccole è disposta a investire per assicurarsi una competenza qualificata, e solo se costretta da una inequivocabile necessità.
Un atteggiamento, questo, che è riscontrabile anche ai livelli meno impegantivi della competenza tecnica: per esempio la grafica e l'informatica.
In genere, infatti, nel momento in cui le aziende medio-piccole hanno bisogno di rinnovare un listino, con foto, si accontentano di prestazioni dilettantesche, così come per la pubblicità o per un'insegna, un marchio, un depliant - o spesso dell'opera del fornitore d'insegne o della tipografia, che a loro volta sono assai restìi a servirsi di professionisti costosi e preparati.
Lo stesso discorso vale per l'informatica, in cui si tende ad accontentarsi della consulenza del venditore e della sua relativa assistenza, o magari del nipote del cognato di un dipendente che "se la cava tanto bene coi computer".
Questo dilettantismo, tuttavia, diventa drammatico laddove si presenta (o meglio, si presenterebbe) l'opportunità di una competenza giuridica, linguistica o "culturale" in senso lato: tutti, anche il più ignorante e più scrauso degl'imprenditori, ritiene di essere in grado di farne a meno, perché pensa che mettere due parole in croce sono capaci tutti e a sparare cazzate anche. Fino a quando non sbatte il muso contro un ostacolo insormontabile, come può essere per esempio una lettera da scrivere in tedesco o in inglese, o da cercare un avvocato per una denuncia (questo più della lettera...).
Se è vero, infatti, che sarebbe bene incrementare la preparazione tecnico-scientifica, è vero anche che una buona cultura lingustico-umanistica non farebbe certo male nel mondo del lavoro, e nei rapporti sociali: perché non sono soltanto i cercatori di lavoro ad essere penalizzati da una preparazione scadente o male indirizzata, ma anche gl'imprenditori, o coloro che il lavoro sono destinati ad offrirlo, dato che la loro ignoranza o la propensione al cazzeggio non favorisce certo la qualità dell'impresa e la capacità di scegliere i collaboratori giusti.
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Re: Il silenzio del forum

Messaggioda franz il 02/09/2010, 17:56

pierodm ha scritto:Giusto. La scelta delle facoltà è spesso fatta senza tener conto delle effettive possibilità d'impiego.

Ma stiamo attenti.
A sparare cazzate ci si riesce anche in discipline diverse da quelle umanistiche: in economia, per esempio, ma non solo. In compenso è più facile accorgersene da parte di chi seleziona, se dispone di competenza adeguata: ma il problema italiano, nei grandi numeri, è che non esiste tanto la selezione, quanto invece l'assunzione per clientela o per raccomandazione, o magari da parte di un'imprenditoria di basso livello culturale.
E poi credo che andrebbe fatto anche un'analisi quantitativa: esiste un numero di aziende capaci di assorbire un eventuale massiccio aumento di laureati in discipline tecnico-scientifiche?

Fermiamo qui, per ora.
Vero, è possibile sparare enormi cazzate in campo economico (per esempio Latouche ci riesce benissimo) e in tanti altri campi; ma è piu' difficile.
Vero che il criterio del merito è quasi inesistente mentre la clientela e la raccomandazione imperversano.
Vero anche il fatto dell''imprenditoria di basso livello culturale. Qundo affermo che dati alla mano quasi la metà della forza lavoro ha alle spalle solo la terza media, non mi riferisco solo agli operai ed agli impiegati, venditori etc, ma anche ai datori di lavoro, alle centinaia di migliaia di padroncini (ex-operai) che si sono fatti da soli.

Il problema è anche che in regime di risorse scarse, si cerca di risparmiare in ogni dove. Tra un tecnico formato e competente che chiede "tot" troppi preferiscono il figlio dell'amico che si arrabatta (il figlio, non l'amico) e che costa "tot/3". Il problema rimane pero' a livello di domanda ed offerta: se ci sono troppi figli degli amici e pochi tecnici qualificati (anche a livello di sola scuola professionale) ci si arrangia con quello che si trova. Se oggi non fosse possibile trovare lavoro senza un certificato rilasciato da una scuola professionale (dal meccanico d'auto allo spazzacamino, dal falegname all'idraulico) ecco che i "figli degli amici che si arrabattano" non avrebbero mercato. Per esempio qui da dove scrivo è impensabile che un ragazzo senza alcuna formazione professionale inizi come meccanico in un'officina di riparazione auto. Ci vanno solo ragazzi che hanno fatto una scuola professionale apposita e sono ben formati e pagati. In Italia invece è prassi che il ragazzo, dopo le medie, vada ad imparare in officina, sottopagato. Sono mondi industriali diversi. In Italia ci si arrangia ....ma quanto durerà ancora?
Verisssimo quello che dici sul fatto che una cultura umanistica fa bene a tutti, soprattutto a chi poi segue percorsi scientifici. Ma è vero anche il contrario e cio' che solide basi di logica matematica fanno bene anche a chi poi seguirà un percorso umanistico.

Sull'analisi qualitativa quantitativa, penso che questi studi siano fatti a livello locale, di camere di commercio.
I miei contatti in lombardia mi dicono che mancano non tanto laureati in discipline scientifiche ma lavoratori specializzati con una formazione sulle nuove tecnologie. La carenza quantitativa è nella formazione professionale. Ovviamente in mancanza di manodopera qualificata la si puo' sempre importare ma ... chi si muove dalla germania o dalla svizzera per lavorare in Italia a metà o un terzo dello stipendio netto che prende stando a casa? E' invece piu' facile che i pochi preparati facciano la valigia e vadano a farsi pagare il doppio o il triplo a nord delle alpi.

Anche qui, per la formazione professionale, ricordo che Luigi Berlinguer diceva le cose che sto dicendo adesso ma fu attaccato da studenti, professori, sindacati e sinistra perché dicevano di essere contrari alla "politica del doppio binario".
Mai capito fino in fondo cosa volesse dire ma quel poco che ho capito mi porta a concludere che anche il quel caso siamo in presenza di qualcosa che ha a che fare con un "basso livello culturale".

Franz
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