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Crollo del mercato dell'auto

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Crollo del mercato dell'auto

Messaggioda franz il 02/09/2010, 8:03

Auto, crollano le immatricolazioni
un agosto ai livelli di 17 anni fa

Il settore accusa una flessione di quasi il 20% nell'ultimo mese con appena 68mila vetture vendute: il tracollo è al Sud e nelle Isole. Fiat in discesa del 26,3%. Il Lingotto: "Ma il trend è in salita". In aumento l'usato. L'allarme dei concessionari: "A rischio 15mila posti di lavoro"

ROMA - Il mercato dell'auto in Italia continua a perdere quota: ad agosto le vendite sono in flessione del 19,27%, a 68.718 unità, il livello più basso degli ultimi 17 anni. Sugli otto mesi del 2010 le immatricolazioni segnano una variazione di -2,48%, a 1.386.863 unità. Sono i dati ufficiali resi noti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A luglio le immatricolazioni avevano registrato un calo del 25,97%.

I dati sono stati resi noti a chiusura delle Borse e al termine di una seduta brillante per i titoli del comparto. Il gruppo Fiat ha immatricolato in agosto oltre 21mila vetture, con un calo del 26,39% rispetto a un anno fa, per una quota di mercato del 30,7 per cento. Un anno fa, si ricorda a Mirafiori, era stata del 33,6 per cento, ma nel confronto pesa ovviamente mil fatto che nel 2009 aveva beneficiato dell'apporto della sua gamma di vetture a basso impatto ambientale che usufruivano degli eco-incentivi.

Se invece si confrontano le vendite di agosto 2010 con quelle di luglio di quest'anno, la quota di Fiat Group Automobiles è in crescita di 1,5 punti percentuali e la conferma di questo positivo trend di crescita viene dal fatto che bisogna risalire fino a marzo 2010 per trovare una quota superiore (31,3 per cento). Sono invece quasi 426mila le vetture vendute dal gruppo Fiat nei primi otto mesi del 2010 per una quota del 30,7 per cento del mercato, in calo rispetto al 33,4 per cento di un anno fa ma stabile rispetto ai primi sette mesi del 2010. Riguardo ai singoli marchi del Lingotto, ad agosto Fiat ha immatricolato 15.873 unità (-27,75%) rispetto alle 21.969 di agosto 2009, Alfa Romeo 2.083 unità (-1,79% sulle 2.121 di un anno fa) e Lancia 3.109 unità (-31,32% rispetto alle 4.527 di un anno fa).

Nel settore dell'usato i trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture hanno registrato ad agosto 229.022 unità, per un aumento dell'8,71% rispetto alle 210.671 unità di agosto 2009. Tra i costruttori esteri, Ford resta leader totalizzando 5.766 immatricolazioni, comunque in calo del 19,77% rispetto al pari periodo 2009, Opel le è dietro con 5.157 unità e una variazione di -2,95%. Terza è Volkswagen ( 4.843 unità,+8,18%), quindi Citroen (4.048 unità, -14,02%), Peugeot (3.153 unità, -38,76%) e Toyota (3.144 unità,-9,89%). In chiaroscuro i costruttori di auto premium: Audi cede l'8,83%, a 2.281 unità, Bmw balza del 40,31%, a 1.911 unità, Mercedes scende dell'11,83%, a 1.618 unità e Porsche guadagna il 37,37%, a 136 unità.

Il calo delle vendite è risultato contenuto e al di sotto della media nazionale al Nord, mentre è stato una sorta di tracollo al Sud (-33,3%) e nelle Isole (-28,7%). Ai dati è segutio l'allarme degli operatori. Gianni Filipponi, direttore generale dell'Unrae, che rappresenta le case estere in Italia, ha definito i dati "pessimi": "Si conferma il quadro di forte disagio dell'intera filiera - ha detto Filipponi - che si riflette fortemente anche sulle reti di vendita, con molti concessionari in difficoltà".

Secondo il presidente di Federauto, l'associazione dei concessionari d'auto di tutti i brand commercializzati in Italia, Filippo Pavan Bernacchi, la situazione attuale lascia "previsioni terribili per il 2011". "Oltre la metà dei concessionari - dice Pavan Bernacchi - consuntiveranno nel 2010 una forte perdita e molti saranno costretti a chiudere i battenti". In termini assoluti, secondo Federauto, "verranno bruciati 15.000 posti di lavoro diretti nelle concessionarie" e "lo Stato introiterà circa 2 miliardi di Iva e altre imposte in meno". Nel settore auto, aggiunge Pavan Bernacchi, lavorano da 700.000 a 1.000.000 persone e si rischia una vera "ecatombe che mostrerà il suo vero volto quando gli ammortizzatori sociali non saranno più sostenibili".

(01 settembre 2010) www.repubblica.it
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Re: Crollo del mercato dell'auto

Messaggioda franz il 02/09/2010, 8:26

I sostenitori dell'intervento dello stato in economia, a salvaguardia dei posti di lavoro, dovrebbero sussultare.
Finiti i sussidi (rottamazione) per l'acquisto di nuove auto, il mercato torna depresso come prima, tutto in un colpo.
Il risultato quindi è che lo stato (tutti noi) ha speso inutilmente dei soldi ma che il mercato torna a non volerne sapere di occuparsi di vetture nuove.
Ovviamente drogare il mercato finsce con creare dipendenze. Ecco che i concessionari reclamano nuove dosi e preparano la strategia di marketing: "A rischio 15'000 posti di lavoro" e "lo Stato introiterà circa 2 miliardi di Iva e altre imposte in meno".
Non metto in dubbio che siano a rischio 15'000 posti di lavoro ma l'altra affermazione è falsa. Infatti i consumatori non compano auto nuove perché preferiscono destinare l'importo per altre spese. L'auto puo' attendere un po', mangiare, vestirsi, la casa, le altre cose della vita quotidiana no. Lo stato quindi non perde IVA. La perde solo se i consumatori cercano di risparmiare, spendendo di meno (per ricostituire i risparmi erosi dalla crisi). Si vede inoltre che se piange il mercato dell'auto nuova, si espande quella dell'auto usata (anche se sono quasi introvabili, visto che se non c'è auto nuova, non si libera quella usata) e lavorano molto di piu' i riparatori (carrozzieri, garagisti) impegnati a rimettere in sesto il parco dei veicoli usati.

Ma il concetto è che dove lo stato è intervenuto pesantemente in economia (con i cosiddetti "stimoli") e continua a farlo, per esempio gli USA la ripresa stenta a decollare, mentre dove gli stimoli sono stati scarsi e sono cessati, anzi sono iniziate le politiche di rigore finanziario (es: germania) la ripresa appare avviata e forte.
Questo fatto pero' mette in dubbio le politiche keynesiane. Questo dibattito è stato riprtato anche qui da noi: <<Se il rigore tedesco segnerà la ripresa, Keynes è superato>> e viene ripreso e discusso anche qui: Due o tre cose di politica economica
Buona lettura!
Franz
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