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Marchionne: Saper scegliere la strada

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda ranvit il 29/08/2010, 13:01

Strano! Anche io condivido quello che ho letto qui sopra scritto da Scalfari!
Forse devo leggere tutto l'editoriale.

Ma forse non è strano. Tutto sta ad intendersi. Insomma tra le parole e le azioni conseguenti spesso c'è un mare.
E, per me, cio' che conta sono le azioni, i fatti.

Vittorio
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda pierodm il 29/08/2010, 16:27

Da un articolo di Sansonetti sul Riformista:

Parti del movimento operaio sono sempre state contrarie al patto sociale, che - concettualmente - è il contrario del conflitto sociale. Molti esponenti della sinistra storica hanno sempre sostenuto che i rapporti tra capitale e lavoro devono svolgersi sulla base del conflitto sociale. L’assenza di conflitto sociale avvantaggia il capitale, cioè quelli che una volta si chiamavamo i padroni.

...Specie negli anni Settanta e Ottanta, nel Pci e nella Cgil maturò una posizione con varie sfumature (più moderata e centrista quella di Luciano Lama, più di sinistra quella di Enrico Berlinguer) che imperniava sul patto sociale una strategia nazionale di avanzata del movimento operaio e delle riforme. Il problema, oggi, è che il patto sociale che propone Sergio Marchionne non è l’accordo tra due potenze che trovano un punto di equilibrio tra i propri interessi divergenti. Marchionne pensa a un patto che sia la definizione “della resa del movimento operaio e della eliminazione dei sindacati”

...Qual è la differenza dal patto sociale di Berlinguer (che è stato citato anche da Tremonti, e Tremonti è uno dei puntelli del marchionismo, e - paradossalmente - proprio sul suo marchionismo ha costruito la fronda a Berlusconi)? Berlinguer offrì una moderazione salariale e una richiesta di compressione dei consumi (eravamo in tempi di inflazione selvaggia, quindi in una congiuntura economica opposta a quella di oggi) in cambio di grandi riforme che andavano tutte nella stessa direzione: la riduzione delle distanze tra ricchi e poveri. O attraverso i servizi sociali, o attraverso l’innalzamento dei diritti e del livello del welfare, o grazie all’aumento della democrazia e dei diritti individuali sul lavoro.

...Ecco, voi capite che tra il patto sociale degli anni Settanta (buono o cattivo che fosse) e quello che propone Marchionne, non è che c’è una differenza, c’è un abisso. Sono l’uno l’esatto contrario dell’altro. Allora dobbiamo dire che Marchionne è un padrone pazzo, che si inventa problemi per torturare la classe operaia? Non è così. Marchionne è semplicemente un padrone che fa l’interesse dei padroni. Come lo facevano Valletta, Agnelli, Romiti e tutti gli altri. Il problema è che di fronte alla crisi fortissima di questi anni, e dinnanzi alla novità devastante della globalizzazione, Marchionne è senza idee, senza pensiero e senza coraggio. Voglio dire che è chiaro che la crisi e la globalizzazione pongono l’impresa e il mercato di fronte a problemi inediti. L’enorme squilibrio del costo del lavoro nei vari Paesi in grado di servire nello stesso modo il capitale occidentale rivoluziona il rapporto tra capitale e lavoro. E rende molto più forte, sul piano della contrattazione, il capitale. Quando Marchionne dice: «È finita l’epoca del conflitto tra capitale e lavoro», intende esattamente questo. Cioè, pensa che il conflitto sia finito perché il capitale ha stravinto. E su questa base, anziché cercare un strategia per affrontare la crisi, si accontenta di trovare la soluzione nell’abolizione dei diritti sindacali

...È la prova di una fortissima debolezza. Cioè è la prova che la borghesia italiana non ha una idea di futuro. Cerca scorciatoie, non soluzioni. La strada per trovare delle soluzioni è complessa, e prevede un progetto di riforma del mercato, delle regole della concorrenza, dei rapporti tra impresa Stato e lavoro. Richiede pensiero politico e capacità di governare. Un'idea su nuovi meccanismi di redistribuzione della ricchezza. È molto più semplice, certo, la prova di forza da far pagare ai più deboli.
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda ranvit il 29/08/2010, 18:00

Ho letto per intero l'editoriale di Scalfari. Continuo a condividerne gran parte. Non ho capito l'accusa di '"omissione" : cosa si aspettava, che Tremonti mettesse l'accento anche sulla necessità, per Berlinguer, che a fare le grandi riforme fosse la sinistra?
E' ovvio che Tremonti non è Berlinguer, ma non è neanche Berlusconi. Se ne avesse la possibilità farebbe meglio (è qui che non sono d'accordo con Scalfari) sia dell'uno (perchè troppo di sinistra) che dell'altro (troppo populista e preso dai suoi problemi personali).

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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda ranvit il 29/08/2010, 19:06

Sansonetti : >La strada per trovare delle soluzioni è complessa, e prevede un progetto di riforma del mercato, delle regole della concorrenza, dei rapporti tra impresa Stato e lavoro. Richiede pensiero politico e capacità di governare. Un'idea su nuovi meccanismi di redistribuzione della ricchezza. È molto più semplice, certo, la prova di forza da far pagare ai più deboli.<

Non credo affatto che sia una prova di forza da far pagare ai più deboli. Questo è il solito modo di guardare le cose con la testa rivolta all'indietro.
Ma se anche fosse, come pensa Sansonetti di venirne fuori? Con la lagna che la borghesia è cattiva?
E' chiaro che finchè al governo ci sarà il centrodestra si continuerà in una politica di centrodestra!

Non sarebbe allora meglio meditare su come riottenere i consensi? Per andare noi al governo e fare una politica più attenta ai bisogni delle classi medio-basse? E una volta al governo esser capaci di non litigare sul sesso degli angeli ripassando il governo al centrodestra per manifesta incapacità?

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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda pierodm il 29/08/2010, 19:10

L'omissione è, per Scalfari, un fatto oggettivo, che riguarda cioè la completezza del discorso: non si riferisce, comunque, al ruolo della sinistra, ma al problema descritto nelle righe che seguono - un così gigantesco riassetto non può essere disgiunto da un riassetto analogo all'interno delle aree opulente; è evidente che i più deboli debbono partecipare in primissima fila a questa operazione. I ceti medi e medio-bassi non possono essere oggetto del riassetto sociale senza esserne al tempo stesso il principale soggetto.

Il fatto che tu condividi, in gran parte, quello che dice Scalfari è dovuto probabilmente al fatto che ti sei preso la pena di leggere il suo editoriale, con un minimo di rispetto e attenzione, come anche precedentemente le parti che avevo citato.
Quando leggi cose praticamente simili, e certe volte perfino identiche, scritte da me, o da Giorgio, o da Sonia, o da Myos, io credo che non "leggi", ma ti limiti a scorrere lo sguardo sulle righe, badando soprattutto alla firma del messaggio: quando vedi il nome di chi scrive, hai già deciso di parlare di infantilismi velleitari e di pippaioli, ancora prima di leggere.
Io l'unica spiegazione che riesco a trovare è questa - per la verità lo penso da tempo, questo confronto noi-Scalfari è solo una conferma.
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda ranvit il 29/08/2010, 19:50

Che fai, mi consideri? :o :o :o


Quando dico : > Tutto sta ad intendersi. Insomma tra le parole e le azioni conseguenti spesso c'è un mare.
E, per me, cio' che conta sono le azioni, i fatti
.< mi riferisco al fatto che le parole tue come quelle di Giorgio, Sonia e Myos evidenziano quelle che sono le vostre soluzioni e che a me non piacciono proprio. Scalfari è un liberale non un esponente della sinistra storica italiana. Le sue soluzioni sono profondamente diverse dalle vostre (vi accomuno per semplicità e perchè lo hai fatto tu per primo. In realtà credo siate alquanto diversi, in particolare nelle soluzioni).

Cio' che ci divide non sono tanto le parole usate per descrivere la situazione sociale, ma le soluzioni che si intendono dare.


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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda pierodm il 30/08/2010, 0:39

Se e quando ti comporti bene, o almeno con decenza, ti considero come chiunque altro.

Il tuo discorso sulle soluzioni e su Scalfari è assurdo: sei libero di farlo, ma è assurdo.

Potrei fare un bel discorso sulla mania di chiedere a chiunque le "soluzioni", ma sono stanco ed è tardi.

Ti dico solo che in tutto l'articolo di Scalfari non c'è traccia di soluzioni.

Il tuo è - com'è clamorosamente evidente da tanto tempo, e come ho appena detto nel post precedente - un grottesco pregiudizio verso nomi e firme delle quali nemmeno leggi con attenzione ciò che scivono, ritenendo di saperlo già, o di capire quello che ti piace immaginare.

Con un minimo di onestà intellettuale, sarebbe facile - almeno per questa volta - abbozzare e riconoscere che su questi temi che abbiamo trattato negli ultimi giorni, c'è una generale convergenza da parte delle varie componenti di questo centro-sinistra, e che questa convergenza d'opinioni corrisponde a quello che io e altri abbiamo sostenuto.
Ciò non significa - a rigore di termini - che abbiamo ragione perché anche Scalfari dice le stesse cose, ma come minimo significa che le risposte che ci sono state date dai nostri interlocutori sono piuttosto sballate, laddove ricorrono alla solita litania sul comunismo e sull'indottrinamento subito nelle sezioni di partito.

Se nemmeno dopo questa dimostrazione incontestabile volete ammettere il pregiudizio e l'errore, allora va be'.
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda Robyn il 30/08/2010, 9:48

Bisogna fare chiarezza sui contratti.I contrati individuali non garantiscono il lavoratore perche il suo potere contrattuale è molto ridotto.Esiste allora il primo livello che garantisce contratti decenti per tutti,il primo livello cioè svolge una funzione solidaristica e stabilisce nastri di partenza uguali per tutti cosa vista come annebbiamento di diversità.Ma il primo livello oltre a stabilire condizioni minime decenti ed uguali per tutti non impedisce condizioni migliorative rispetto a queste.Per esempio quel lavoratore che sarà più capace o più svelto avrà il premio di produzione rispetto a chi per esempio e lento oppure avrà una grado professionale più alto.E un pò il principio liberale che stabilisce nastri di partenza uguale per tutti e solo i più capaci avranno promozioni premi etc.Il primo livello quindi stabilisce le cose a rialzo e non a ribasso come vorrebbe qualcuno che fosse.Quindi l'annebbimento non esiste Ciao Robyn
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda franz il 30/08/2010, 10:22

Robyn ha scritto:E un pò il principio liberale che stabilisce nastri di partenza uguale per tutti e solo i più capaci avranno promozioni premi etc.

Non mi pare che sia cosi'. Quello che citi (nastri di partenza uguali) è un principio sportivo. Ma ovviamente compete solo chi è in grado. Io la matarona non la faccio. Il principio liberale invece è quello della pari opportunità per tutti. Se a scuola tutti possono imparare varie discipline sportive e possono poi scegliere quella in cui sono piu' adatti e bravi, ecco che tutti avranno pari opportunità di emergere, gareggiare e forse vincere. Le pari opportunità riguardano la possibilità per tutti di avere un percorso formativo adeguato, indipendentemente dalla condizioni sociali della famiglia o dell'area geografica. Poi ognuno ci mette il suo, studiando ed impegnandosi a fondo; si vedrà se puo' essere un bravo chirurgo o un ottimo idraulico (premettendo che servono entrambi nella società di oggi). Ma è evidente che oltre ad una vasta platea di chiurghi e di idraulici normali possono esserci anche (pochi, spero) chirurghi mediocri ed anche idraulici un po' troppo pasticcioni. Non so se hanno sbagliato lavoro o se comunque quello è il massimo che possano fare. Ma mi chiedo perché debbano essere salvati da un contratto, che fornisce loro d'imperio una rimunerazione forse superiore a quella che meriterebbero.
Tuttavia il contratto di lavoro ha anche un effetto nel depotenziamento dei conflitti e quindi aiuta la stabilità nel mondo del lavoro. Questo effetto è decisamente superiore agli svantaggi, soprattutto se l'azienda è in grado di evitare di avere al suo interno persone che sono pagate piu' delle loro reali capacità.
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Re: Marchionne: Saper scegliere la strada

Messaggioda ranvit il 30/08/2010, 10:46

Al solito sei molto carino.

Come ho già avuto modo di dire, mi comporto con decenza o meno in funzione dell'interlocutore. A fronte di uno che me ne ha dette tante a livello di offese personali, dirette ed indirette, mi regolo di conseguenza.
Io ti considero uno che crede di essere l'unico che detiene la verità. In realtà non detieni altro che l'arroganza e la prosopopea di un narciso.


Chiarito questo, contesto fortemente che nel centrosinistra negli ultimi tempi state dicendo piu' o meno tutti le stesse cose (tranne me). In realtà come ho già avuto modo di dire, tra le parole e le soluzioni proposte c'è un abisso incolmabile.
Un esempio? La faccenda della Fiom sia per Pomigliano che per Melfi. Tu e i tuoi amici (da te accomunati nel post precedente) vorreste che gli operai ed i sindacalisti Fiom fossero sostenuti nella loro "guerra" alla Fiat . Dalla difesa senza se e senza ma degli operai che decidono di assentarsi anche in massa quando credono, allo sciopero di un manipolo di operai un grado di bloccare l'azienda etc. Viceversa a livello della stragrande maggioranza dei dirigenti politici del Pd, aldilà delle frasi di circostanza, la pensa esattamente all'opposto.
Un altro esempio? C'è da mandare un po' di militari in qualche parte del mondo come richiestoci da Nato o Paesi amici, voi siete nettamente contrari (ammenochè qualcuno non vi garantisca pilatescamente che i nostri militari appartenenti a unità molto selezionate e armati di tutto punto vanno solo per aiuti umanitari. Crocerossine insomma), il Pd è decisamente favorevole.
Mi pare non sia necessario fare altri esempi. Ce ne sono a migliaia per non dire tutti, ogni volta che c'è da decidere su qualcosa.

Ti saluto, Vittorio
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