franz ha scritto:Stiamo parlando, mi pare, di quello che è successo a partire dagli anni 80. Tu hai introdotto questo aspetto, indicando che le disugialianze sono aumentate. Mi pare che in Italia dagli anni 80 (ultimi 30 anni quindi) la crescita ci sia stata. Certo, non tumultuosa come quella cinese o americana. Ma c'è stata. E possiamo parlare di crescita anche per il debito pubblico, il lavoro nero, le spese dello stato, la pressione fiscale e contributiva, le leggi dello stato. È aumentata anche l'insicurezza dei cittadini ... insomma sono aumentare molte cose ed è vero che l'economia stenta ma in 30 anni la crescita, in media del 1 o 2% del PIL, c'è stata.
questo l'hai detto tu:
E con la ricchezza nazionale cresce anche la ridistribuzione. Puoi benissimo vedere quale è la % di poveri in USA, in Italia, in Russia, in Cina, in Croazia, in Afghanistan, In Zambia, in Argentina. Oppure esaminare l'indice di Gini in tutti i paesi.
sono andato a controllare e, per i paesi OCSE, a fronte di una crescita della ricchezza la redistribuzione non è cresciuta.
a meno che non si voglia sostenere che la redistribuzione è crecitua solo perchè i redditi bassi sono aumentati di qualche migliaio di euro.
per quanto riguarda la disuguaglianza connessa alla crescita, ci sono due obbiezioni da fare:
a) la disuguaglianza tende a crescere anche nei periodi di crisi
b) la disuguaglianza (se troppo marcata) può essere un fattore di ostacolo alla crescita.
franz ha scritto:Comunque riprendendo il discorso "disugualianza", che è già stato ampiamente trattato in passato in altri threads, il dato in se, preso da solo, significa poco. Come dicevo vanno viste altre cose, soprattutto la crescita. In caso di decrescita e di aumento dell'ugualianza significa che stiamo diventando tutti poveri. Inoltre ormai da anni anche la sinistra ha iniziato a dismettere il totem dell'ugualianza come obbiettivo a tutti i costi in favore di un sistema di pari opportunità. Lo si ripete nei convegni, negli studi, negli articoli. Noi siamo tutti diversi, per fortuna, e non è nemmeno auspicabile che una società che cresce ci veda tutti uguali quanto a reddito e risparmi. Chi è piu' bravo (ed anche fortunato, sotto certi aspetti, visto che nell'impresa puo' capitare di tutto, compreso l'evento che manda a monte notevoli investimenti per cause naturali) cresce di piu' di chi è meno bravo o è stato sfortunato. Sulla casualità c'è poco da fare, tranne difendersi con sistemi assicurativi, sulla bravura dobbiamo puntare sull'educazione, la formazione, le pari opportunità.
Franz
ho fatto riferimenti all'uguaglianza come obbiettivo a tutti costi?
ho detto che non deve esserci disuguaglianza (diversità) di reddito?
mi sembra di essermi limitato a verificare una tua affermazione, guardando l'indice di Gini.