franz ha scritto:E ci mancherebbe altro che una Costituzione entrasse nel merito della licenziabilità di A e B.
La diversità a cui ti rifersici dovrebbe essere (eventualmente) qualitativa, non quantitativa.
A meno che qualcuno, voglia sostenere che sotto i 100'000 euro l'imposta è massima e sopra si è tutti esenti da imposte. Oppure proporre una proporzionalità o progressività nell'eservizio dei diritti.
Chi è sotto una certa soglia, nisba, chi è sopra è a posto.
In quasto caso propongo di riscrivere l'aert 1 della Cost in questo modo:
l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sulla legge del menga.
la differenza è anche qualitativa, visto che i rapporti tra datore di lavoro e lavoratori sono molto diversi nella micro impresa da quelli della grande impresa.
le legge che obbliga l'assunzione di personale disabile prevede l'obbligo e quote diverse a seconda della dimensione aziendale. è incostituzionale anche questa legge?
non è che semplicemente lo statuto dei lavoratori e l'art.18 in particolare,pongono un obbligo diverso a seconda della dimensione dell'impresa, piuttosto che definire un diritto del lavoratore diverso da azienda ad azienda?
comunque una certa progressività nell'esercizio dei diritti esiste. per votare bisogna avere 18 anni (25 per il Senato). stessa cosa vale anche per il poter essere candidato.
franz ha scritto:Il problema è chi deve valutare se A è migliore di B.
Oggi l'impresa italiana deve dimostrarlo di fronte ad un giudice, cosa che non esiste in europa.
Se permetti io ritengo che debba essere solo l'impresa, che rischia il suo capitale e la sua credibilità, a decidere cosa fare. E ritengo che dovrebbero esistere ammortizzatori obbligatori per mettere al riparo il lavoratori licenziati dalla perdita di guadagno per almeno due anni. Se è veramente in gamba il lavoratore licenziato o trova un altro lavoro o si mette in proprio. Cosi' funziona in europa, dove appunto il lavoro c'è e ci sono anche per questo 70 milioni di immigrati.
Piu' della popolazione italiana.
Franz
davanti ad un giudice non giudichi se A è migliore di B ma se il licenziamento è legittimo.
Oggi in Europa se un lavoratore contesta la legittimità del licenziamento, l'impresa deve dimostrare la legittimità del suo atto davanti ad un giudice.
l'obbligo di reingro è previsto anche in Austria e Portogallo. In Germania, il datore di lavoro deve dimostrare che è impossibile reintegrare il lavoratore se vuole sottrarsi all'obbligo (deve comunque pagare un'indennita compensativa)
in altri paesi si paga ci si libera dell'obbligo di reintegrazione pagando un indennità risarcitoria (UK, Grecia).
non mi sebra che gli immigrati schifino questo paese, almeno a guardare gli ultimi vent'anni.
quindi di lavoro qua se ne deve produrre.
non sarà la quantità e la qualità richiesta, ma per questo è francamente difficile dare la colpa allo Statuto dei lavoratori e in particolare all'art.18.