da ranvit il 31/07/2010, 9:49
da ilmattino.it :
Obama loda Marchionne: «Bravo»
Ma è polemica a Pomigliano per i salari
POMIGLIANO (30 luglio) - Mentre in Italia infuriano le polemiche e i sindacati lo attaccano, a Detroit, negli Stati Uniti, Sergio Marchionne incassa gli applausi dei dipendenti della Crhysler e i ringraziamenti e i complimenti del presidente Barack Obama.
Marchionne «sta facendo un gran lavoro», «grazie Sergio», sono state le parole di Obama. Ma Marchionne non dimentica la partita italiana e, in una giornata di «soddisfazione», a chi gli chiede se il successo odierno serve per inviare qualche messaggio a Pomigliano afferma: «In Italia Fiat ha responsabilità che vanno al di là di una casa automobilistica.
E il ruolo che il governo americano ha giocato qui è molto diverso da quello giocato in Italia. Mi auguro che la gente coinvolta riconosca il ruolo che Fiat sta giocando, è questo lo spirito di Fabbrica Italia: il mondo è piatto, e se la casa non è pulita la gente non viene a mangiare». «Non so se ci sia un messaggio» per Pomigliano, ha continuato il capo della Fiat. «Penso che oggi sia un riconoscimento del fatto che ci potevano essere giorni peggiori in Chrysler: per arrivare a questo punto, però, è stato necessario ripartire da zero e ristrutturare, ed è importante - aggiunge - anche il ruolo che ha avuto il governo in questa ristrutturazione.
L'annuncio odierno di Sterling Heights è il frutto di questa ristrutturazione». Il riferimento è al fatto che, al di là delle previsioni, lo stabilimento Sterling Heights non chiuderà, anzi vi verrà introdotta una seconda linea di produzione con la creazione di 900 nuovi posti di lavoro. Su Chrylser «ci sono indicazioni incoraggianti». La società sta crescendo, osserva Marchionne, definendo la visita di Obama «un onore, un segno di soddisfazione. È stato grazie al coraggio delle sue decisioni che Chrysler è sopravvissuta e cresce». «La cosa importante è ricostruire la società, lo stiamo facendo da 14 mesi, pezzo per pezzo». E le prospettive - mette in evidenza - sono buone: le vendite della casa americana dovrebbero raddoppiare fra il 2010 e il 2011 in Europa e Nord America, e questo grazie anche alla capacità di Chrysler di far leva sulla rete di distribuzione della Fiat, a confermare le sinergie fra i due gruppi.
«Marchionne sta facendo un grande lavoro», afferma Obama dal palco allestito nell'impianto di Jefferson North a Detroit per l'occasione. Marchionne, seduto fra il pubblico, non si alza, neanche di fronte agli scroscianti applausi dei dipendenti: «È modesto, non gli piace il protagonismo», commenta Obama che, senza giacca, sembra sfidare il look informale di Marchionne, in maglioncino anche per accogliere il presidente. Più privatamente, una volta finito l'intervento pubblico, Obama ringrazia Marchionne: «Grazie Sergio per quello che stai facendo». «È bello essere qui soprattutto quando solo un anno fa il futuro dell'industria automobilistica era in dubbio», osserva Obama, ricordando con piacere come la sua prima auto fosse proprio una Grand Cherokee.
«La strada per l'industria automobilistica è ancora lunga, ma le decisioni prese stanno pagando»: il settore che rappresenta «molto» dello spirito americano è in «ripresa» e - mette in evidenza Obama - il fatto che «siamo qui, che siete qui, è la conferma che coloro che criticavano l'intervento pubblico sbagliavano. Le difficili decisioni prese stanno pagando». Dalla metà del 2009, l'industria auto ha creato 55.000 posti di lavoro e, per la prima volta dal 2004, tutte e tre le case automobilistiche americane hanno archiviato il primo trimestre con un risultato di utile operativo.
«Ci vorrà del tempo - prosegue Obama - ma ho fiducia nell'economia e in voi».
Buste paga alla mano, un gruppo di operai della Fiat di Pomigliano D'Arco ha incontrato oggi i giornalisti davanti allo stabilimento Giovan Battista Vico per chiedere, attraverso la stampa, una «maggiore sensibilità sull'emergenza economica dei lavoratori» da parte dell'azienda e del Governo.
«Marchionne - dice Andrea Allocca, che lavora al reparto logistico di Nola - rivendica la partecipazione 'attivà degli operai. Dice che noi dobbiamo sentire 'nostrà l'azienda. Abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità, e ci piacerebbe che ci ritenesse parte 'attivà anche in occasione delle divisioni degli utili, per ridare dignità agli operai».
Il gruppo di lavoratori rende noti gli stipendi, e alla voce per la quattordicesima si fa il confronto con gli anni passati: «Ognuno di noi ha percepito dai 60 ai 100 euro di quattordicesima - spiega Giovanni - tranne quei pochi addetti che hanno lavorato di più, e che hanno percepito anche 200 euro. Nulla rispetto agli anni passati, quando a luglio la stessa voce era piena: 506 euro, e in busta paga figurava anche il premio di produzione, e lo stipendio non era quello della Cig straordinaria. Il Governo non ha fatto nulla per garantire ai lavoratori un pò di ristoro, e l'azienda si è divisa gli utili da sola».
Gli operai del Vico fanno presente che per loro non è maturata neanche la tredicesima, che scatta se le tute blu hanno lavorato almeno la metà delle ore previste in un mese. «Siamo alla fame - ha affermato Antonio Carotenuto, sposato, 3 figli, l'ultimo dei quali ha solo due mesi - a luglio la mia busta paga è di 478 euro, il mese scorso era di 550, e non ho redditi alternativi a questo. E non ho potuto contare neanche sui corsi di formazione regionale per il sostegno al reddito, in quanto in quel periodo il mio primo figlio, di 10 anni, era ricoverato in ospedale, e mia moglie, incinta, doveva restare a casa con il secondo, di appena 3 anni. Non sono stato agevolato per dover accudire il mio bambino».
Umberto Cesareo, da 21 anni in lastrosaldatura, ha incassato 1.200 euro, «ma con gli assegni familiari», ha sottolineato: «Ho quattro figli e una moglie. E per non aver pagato una mensilità dell'affitto di casa, che ammonta a 450 euro, ora sono in causa con il padrone dell'appartamento, che mi ha intimato lo sfratto». Qualcuno pensa alle ultime vacanze, che risalgono a tre anni fa: «La busta paga era corposa - affermano - e potevamo portare anche i bambini al mare per qualche giorno. Adesso dobbiamo pensare a portare la spesa per dar loro da mangiare. E a settembre ricomincia la scuola, con tutte le spese conseguenti».
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Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.