La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

L'Italia non è meritocratica

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

L'Italia non è meritocratica

Messaggioda Robyn il 19/02/2010, 20:37

Bisogna capire cosa intende la destra per meritocrazia.Per meritocrazia si intende che se sei capace fai strada.Se fai un concorso e lo vinci hai l'impiego statale,si vince un'appalto pubblico se il progetto che fai è il migliore.Hai l'ingresso nel mondo del lavoro se superi un colloquio,e vieni assunto a tempo indeterminato se sei bravo.La mancanza di meritocrazia non permette l'emergere delle migliori risorse al punto tale da compromettere la crescita e lo sviluppo del paese.Oggi avviene che sei hai conoscenti,sei amico dell'amico,o ti appoggi politicamente hai un lavoro ed emergi anche se sei incapace.Molti si vendono senza problemi le convinzioni politiche.Da un decennio a questa parte si è diffusa l'idea che si trova lavoro solo se hai conoscenze,perche nessuno si fida degli estranei.C'è il politico che si appoggia all'industriale che ha i suoi operai che rappresentano un bacino di voti ed in cambio l'industriale ha dei favori.Tutto questo intreccio perverso tra economia e politica,raccomandazioni appalti e concorsi truccati và "distrutto senza esitazioni alla base".Non può prevalere l'idea che fai strada solo se sei nel giro.La politica il consenso lo deve conquistare sulle idee e non può diventare un comitato d'affari.E in gioco la democrazia Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

L'Italia è clientelare

Messaggioda franz il 19/02/2010, 21:43

Le raccomandazioni esistono, nell'Italia delle clientele, da 50 anni. Non è solo un problema degli ultimi 10 anni.
Una cosa sola su quatto scrivi:
Per meritocrazia si intende che se sei capace fai strada.Se fai un concorso e lo vinci hai l'impiego statale,si vince un'appalto pubblico se il progetto che fai è il migliore.Hai l'ingresso nel mondo del lavoro se superi un colloquio,e vieni assunto a tempo indeterminato se sei bravo.

Giusto ma insufficente. Non si è bravi solo se si dimostra di saper superare un esame.
La vera cultura del merito continua anche dopo, altrimenti si vive di rendita.
Il merito va confermato. Come se uno dovesse fare un colloquio ogni 3 mesi, nella stessa ditta.
Anche se hai vinto l'appalto, poi devi dimostrare di essere all'altezza durante i lavori.
Non solo devi essere bravo e continuare ad esserlo ... ma devi migliorare.
Per il resto hai ragione ma vedi, la gente incapace preferisce affidarsi alla raccomandazione del potente
Da noi ci sono due cose che sono in grande quantità: incapaci e potenti.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda Robyn il 19/02/2010, 22:49

Certo non si può vincere un concorso per l'impiego pubblico per poi essere un cattivo impiegato.In merito alle raccomandazioni,appalti e concorsi truccati non ci sono vie di mezzo.Questo sistema <<và distrutto senza se e senza ma alla base>> con buona pace della destra.La mancanza di meritocrazia non permette alle migliori leve della società di emergere con la conseguenza di compromettere la crescita e lo sviluppo del paese.Quello che vince il concorso pubblico,perche è bravo,per poi essere un cattivo impiegato pubblico,non ha capito che i cittadini anche se si rivolgono ad un ente pubblico sono dei clienti che chiedono efficenza.Non può più esistere la logica che se non sei nel giro oppure non sei amico dell'amico o del politico,o se se sei un'estraneo non fai strada.I partiti devono conquistarsi il consenso sulla base delle idee e non delle clientele.Esistono poi quelli che non riescono a trovare inserimento.Questi in qualche modo vanno aiutati perche rientrano nelle categorie deboli Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda Robyn il 20/02/2010, 14:24

Il merito è più un concetto di sinistra che di destra.E più facile affermare il merito con la sinistra che con la destra.Quando Prodi condannò il capitalismo familiare dell'Italia in parlamento la destra si infastidì.Per la destra il merito è il merito di aver trovato la raccomandazione,merita chi fà di più gli interessi delle lobbyes Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda franz il 20/02/2010, 15:28

Robyn ha scritto:Il merito è più un concetto di sinistra che di destra.

Dai, su! Basta con queste discussioni sulla destra e la sinistra. Non portano da nessuna parte.
Ed il cappuccino è piu' di destra o piu' di sinistra? :o
In ogni caso esso manca in Italia (il merito, non il cappuccino ) per cui anche stabilito l'eventuale colore politico non abbiamo concluso nulla e abbiamo solo perso tempo.
Piuttosto vediamo come reintrodurre la cultura del merito in un luogo in cui i meritovoli sono pochi e sono scavalvati dai molti (troppi) raccomandati.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda pianogrande il 21/02/2010, 0:45

Il troppo potere nelle mani di pochi crea arbitrio ed ingiustizia.
E' vero come è vero che l'occasione fa l'uomo ladro.
Sulla strada per la meritocrazia bisogna inserire un buon equilibrio tra poteri.
Questo fa "perdere tempo"?
Va be'; allora, teniamoci l'ingiustizia come un prezzo da pagare e parliamo d'altro.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda Robyn il 21/02/2010, 13:49

La meritocrazia và introdotta in ogni aspetto della vita sociale.La scuola,l'università,il lavoro ,la politica etc.Sinceramente non avrei mai pensato che la pratica della raccomandazione potesse riguardare anche l'università.L'allievo che supererà l'esame per raccomandazione,quando sarà ingegnere,e costruirà un ponte pedonale su un fiume, questo potrebbe andare giù.Metodi meritocratici già sono stati inseriti e pensiamo al premio produzione per gli impiegati pubblici e i lavoratori con il nuovo modello contrattuale.Esistono da sempre nella scuola con i voti o le diverse gradazioni A,B,C,D,E.La raccomandazione è una cosa scandalosa ed un'ingiustizia per chi non ce l'ha.La mancanza di meritocrazia non permette alle leve più capaci di emergere compromettendo la crescita e lo sviluppo del paese.I concorsi e le gare per l'aggiudicazione di un lavoro si devono superare solo se si è bravi.Certo non basta aver superato un concorso o aver vinto un'appalto.Significa che bisognerà lavorare anche dopo dimostrare capacità e impegno anche dopo.Personalmente sono favorevole al cartellino per gli impegati pubblici.Bisogna stare al lavoro.Meritocrazia è che se si è bravi si viene premiati e non và confusa con altre cose.Guai a chi utilizza la meritocrazia con la scusa di introdurre il numero chiuso all'università ,con la libertà di licenziare,a chi la utilizza strumentalmente per sfruttare i lavoratori Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda trilogy il 21/02/2010, 14:30

Robyn ha scritto:La meritocrazia và introdotta in ogni aspetto della vita sociale.La scuola,l'università,il lavoro ,la politica etc.


Daccordo con te robyn, dovremmo però chiederci perchè in Italia il meccanismo non funziona e che cosa fare per modificare nel concreto lo stato di cose attuale. anche la destra parla tutti i giorni di meritocrazia, poi nel conctreto agisce in ben altro modo. Per me alla base del fallimento del nostro paese ci sono due aspetti strutturali, che se non vengono affrontati rendono inutile ogni discorso sulla meritocrazia.
Il primo è il conflitto d'interessi, quello di Berlusconi è enorme, ma è solo uno dei tanti. Hai visto lo scandalo della protezione civile? E' un paradigma dell'intreccio d'interessi in conflitto nel nostro paese: funzionari e controllori - soci e consulenti dei controllati, funzionari pubblici con società immobiliari. Nei concorsi universitari abbiamo assistitito a persone nel doppio ruolo di valutatore e valutato, sui fondi pensione c'è un intreccio inestricabile tra i controllori e i controllati ecc.
il secondo aspetto sono le norme La mancanza di trasparenza è completa, hai all'apparenza norme severissime che non consentono scappatoie, poi ne hai altre che dicono l'esatto contrario, le deroghe sono all'ordine del giorno e in tutto questo gli abusi, i favoritismi, il nepotismo dilaga.
Avatar utente
trilogy
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 4746
Iscritto il: 23/05/2008, 22:58

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda Robyn il 21/02/2010, 15:59

Il conflitto di interessi non riguarda solo Berlusconi ma molteplici aspetti della vita sociale.Se il controllore e anche il controllato siamo proprio in una contraddizione senza precedenti.Per quel che riguarda il merito non bisogna sfociare negli aspetti più deleteri della meritocrazia.Meritocrazia non è licenziare,non è sfruttamento o numero chiuso all'università
Per evitare ad esempio che la produttività diventi sfruttamento bisogna stabilre un limite per quel che riguarda le risorse da destinare al merito.Utilizzare la produttività per sfruttare i lavoratori alla fine priva altri di lavoro.La sinistra non è mai stata contro la meritocrazia ma contro quelle che possono essere le sue devianze.Non si può dire che si accede all'università solo tramite test e che questa è meritocrazia perche solo i bravi superenno il test.Tutti accedono all'università ma il conseguimento della laurea c'è solo con il superamento degli esami.Oppure non si può dire ad un 'impiegato pubblico dato che non c'è produttività si viene licenziati.A parte che il licenziamento già c'è nel ccnl e riguarda lo scarso impegno nel lavoro.Più che altro bisogna agire sulla preparazione culturale dei dipendenti pubblici.I dipendenti pubblici non possono essere licenziati perche si darebbe un cattivo esempio al privato.Da un'altro lato però la mancanza di impegno nella pubblica amministrazione non è solo un fatto di mancata incentivazione della meritocrazia.Si nota un certo prevaricamento nei diritti del cittadino.Ma dato che il dipendente pubblico è un'impiegato dello stato,questo,dev'essere al servizio del cittadino.Solo nel fascismo la concezione era che il cittadino era al servizio dello stato Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11339
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: L'Italia non è meritocratica

Messaggioda bidellissimo il 19/09/2010, 16:42

Ciao a tutti. Alla mia prima interlocuzione in questo forum, ritengo sia cosa educata presentarmi: mi chiamo Davide Selis, sono l'amministratore del forum telematico "VIVA I BIDELLI" (http://vivaibidelli.forumattivo.com/forum.htm). Professionalmente faccio il custode e guardia notturna in pinacoteche statali da più di trent' anni, e nel semplicissimo ambito delle mie mansioni mi sono sempre impegnato molto, con riconoscimento unanime, di colleghi e superiori. Da giovane ero un acceso sostenitore della meritocrazia, e propugnavo la necessità di introdurla anche nel pubblico impiego, in quanto non sopportavo di reggere la baracca anche per altri che non lavoravano affatto, e di percepire lo stesso salario.
Mi sono venuti dei dubbi invecchiando , ed osservando i tragici efetti delle prime svolte di ispirazione meritocratica nei criteri retributivi dei lavoratori turnisti. Questi dubbi sono maturati ed hanno finito per produrre in me, forse anche per la saggezza dovuta all'invecchiamento, una revisione critica totale. Oggi io sono fra i pochi italiani esplicitamente contrari all'ideale meritocratico. Nel mio forum, sviluppai e sostenni la mia tesi anti-meritocratica con un lungo topic, di cui per ora copio ed incollo solo il primo post:
""Nel mio primo post, intitolato “Buongiorno notte”, tentai di mettere in evidenza gli esiti delle prime forme di differenziazione retributiva fra i lavoratori di una stessa qualifica, dediti alle stesse mansioni. Sottolineai come si fosse prodotto un progressivo sfaldamento del tessuto sociale, dell’unità di corpo, ed un crescendo di forme di aggressività fra colleghi, fino a casi di violenza. Venne da me trattata una vecchia casistica di incentivi e di premiazioni, che precorsero quella che oggi si definisce comunemente “meritocrazia”. Si trattava delle “nuove” indennità di turnazione, dei progetti finalizzati., dei super-progetti, della riqualificazione.


Quindi, ho già insistito a sufficienza sulla tesi, peraltro ovvia, dell’odio che subentra fra persone che condividono il lavoro ed il guadagno, quando si differenziano i salari, un odio che è direttamente proporzionale alla quantità di sperequazione che si introduce, ma anche alla percezione o valutazione del grado di ingiustizia che i nuovi dislivelli vengono a determinare.


Ragazzi, non si sta trattando di un brustolino, come ritengono e sottovalutano i fautori della meritocrazia. SI STA TRATTANDO DELL’ODIO.
L’odio non è un brustolino. Oltre ad essere un macigno sulla qualità della vita nei luoghi di lavoro, l’odio è energia, energia intensa. Energia che viene sottratta all’attività. Energia che non può essere riversata sul processo produttivo neanche in forma di sublimazione, Si può sublimare l’amore in rapporti lavorativi che esigono la collaborazione, l’odio non si può sublimare.


L’odio non scaricato e non sublimato, nel migliore dei casi abbasserà il livello energetico del lavoratore, e quindi il suo rendimento produttivo. Nel caso peggiore produrrà un fattaccio foriero di conseguenze disciplinari, con conseguente calo della produzione. Infatti, un lavoratore sospeso dal servizio per motivi disciplinari è una unità produttiva in meno; un lavoratore che si reca a Roma per essere giudicato dalla commissione disciplinare manca per alcuni giorni dal servizio; un lavoratore preoccupato per il procedimento disciplinare che lo attende lavora con meno attenzione e meno energia, e quindi produce di meno e meno bene.


Ma abbiamo esaminato preventivamente finora gli estremi opposti, mentre saranno di gran lunga prevalenti i casi “mediani”.
Instaurandosi un clima competitivo nel posto di lavoro, poiché la progressione meritocratica non può essere data a tutti, ogni lavoratore si sentirà attorniato non più da colleghi, ma da avversari. Molto presto questi avversari diventeranno nemici, come vedemmo in “Buongiorno notte”. Ed allora crollerà ogni collaborazione costruttiva, come la pura e semplice trasmissione del sapere, di informazioni utili al perseguimento del prodotto finale (che nel nostro caso è un buon servizio per il pubblico). Più volte la meritocrazia andrà ad inceppare la catena che produce il risultato. Quando un lavoratore intuirà, o saprà per certo, che il merito con relativo punteggio sarà dato ad un altro, sarà fortemente tentato di non collaborare e forse anche di boicottare.


Ritornando al piano astratto, quel piano che tutto sintetizza e comprende: gli psicologi della GESTALTTHEORIE dimostrarono che “IL TUTTO E’ MAGGIORE E COMUNQUE DIVERSO DALLA SOMMA DEI SUOI COMPONENTI”. Questo principio vale anche per il pubblico impiego. Ogni servizio prodotto NON nasce dalla SOMMA di prestazioni individuali. Se così fosse, e se non valessero le obiezioni appena espresse, i fautori della meritocrazia avrebbero ragione: miglioriamo tramite i premi l’efficienza degli ingranaggi della produzione (ossia i lavoratori), ed avremo un maggior risultato. Infatti, aumentando gli addendi di una somma aritmetica, anche il risultato aumenta. Ma la produzione di servizi, a differenza della produzione di automobili, non è una sommatoria di sforzi individuali. Entrano in gioco nel nostro caso delle variabili tipicamente umane, che sono le relazioni e le connessioni volontarie. E sono queste, che la mazza meritocratica va a colpire, con inevitabile riscontro sui prodotti finali, ovvero sui servizi resi.

Sul piano astratto ed analogico: il taylorismo riduceva l’operaio ad una macchina, ottimizzandone i movimenti del corpo per le finalità produttive, ed intensificando i procedimenti lavorativi PER QUANTO POSSIBILE. Il taylorismo diede un “buon” esito, mantenne le sue promesse per un tempo breve iniziale, ma poi produsse scioperi e rivolte operaie, con perdite secche in termini di produttività.


Una parabola quasi uguale conoscerà forse la meritocrazia fra gli statali, momentaneamente Brunetta sarà portato in trionfo dalla pubblica opinione per i risultati conseguiti dalla sua riforma (e dopo di lui trionferà eventualmente Ichino, nell’ipotesi improbabile che il centro-destra italiano smetta di vincere le elezioni politiche). Ma con il tempo la produzione di servizi regredirà, forse perfino rispetto ai bassi standard attuali.
Sembrerà ai fautori della impostazione meritocratica che io stia facendo discorsi troppo astratti, da filosofo. Tenterò in un prossimo post di calarmi più nel concreto.".
Per chi fosse interessato a conoscere il prosieguo del mio discorso: http://vivaibidelli.forumattivo.com/tem ... go-t29.htm
bidellissimo
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 27
Iscritto il: 17/09/2010, 17:58

Prossimo

Torna a Ulivo e PD: tra radici e futuro

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

cron