da cardif il 01/02/2010, 13:50
Mi ero già posto questo problema a marzo scorso:
"La Binetti ha detto che il testamento biologico sarà il "banco di prova del PD".
Lei, quindi, si pone nella posizione della maestra che giudica e valuta; che, soprattutto, stabilisce i criteri con cui intende valutare una intera organizzazione politica. Penso che in una organizzazione democratica composta da più persone nessuno possa imporre il suo criterio di valutazione in base ai suoi valori. Escludo che in una sociatà democraticamente organizzata ognuno possa rappresentare se stesso, a meno di non arrivare a 20 milioni di partiti; perciò chi accetta di far parte di un partito deve condividerne la strategia che viene fuori dal dibattito interno, a cui certamente può e deve partecipare con le sue idee, ma senza pretendere di imporle.
Allora: la Binetti è democratica?"
Si pongono sempre gli stessi problemi:
Un partito non deve avere una caratterizzazione basata su valori religiosi, e nemmeno lo Stato.
Un partito deve scegliere i suoi rappresentanti un po' meglio, in coerenza con i suoi principi di riferimento.
Al di là dei valori religiosi in cui lei crede, che non le contesto certo, a me pare che la Binetti non sia democratica; perciò che ci fa nel Partito Democratico?
Non perché sono contento che il PD si restringa; però spero che ne guadagni in laicità e democrazia interna, perdendo l'ala cattolica intransigente.
Secondo me.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?