da ranvit il 17/01/2010, 13:00
Da ilmattino.it :
Regionali, scontro Lega-Udc - Premier tentato da strappo
Puglia, D'Alema attacca Vendola: ci ha messo con le spalle
al muro. Il Pd designa per le primarie Francesco Boccia
ROMA (16 gennaio) - Passino gli accordi con l'Udc in alcune regioni dove i centristi possono essere utili a sconfiggere il centrosinistra, ma Casini e i suoi non devono tirare troppo la corda. È questo il pensiero del premier Silvio Berlusconi che in questi giorni sta mettendo sul piatto i pro e i contro di accordi a macchia di leopardo con l'ex alleato di governo in vista delle ragionali di primavera. Se Pier Ferdinando Casini dovesse infatti fare della politica delle alleanze variabili una delle bandiere della campagna elettorale proseguendo con gli attacchi al governo e alle sue politiche, allora Berlusconi sarebbe pronto a rompere con i centristi dappertutto convinto di poter portare con sè un terzo dell'Udc.
Un ragionamento che mette in fibrillazione i finiani che temono soprattutto per l'accordo con Casini in Lazio su Renata Polverini, ma, dall'altro lato, galvanizzano la Lega che va all'attacco della politica «dei due forni» di Casini che ha scelto nelle regioni dove in corsa ci sono candidati leghisti, il Veneto e il Piemonte, di correre da solo o appoggiare il candidato del Pd.
Oggi Pier Ferdinando Casini ha definito «polemiche incomprensibili» quelle che il Pdl e Berlusconi stanno portando avanti nei confronti dell'Udc: «Sono polemiche incomprensibili perché è ovvio e sacrosanto che il Pdl ritenga non accettabile la linea dell'Udc. Se fosse accettabile, a quest'ora staremmo al governo insieme». Dietro queste polemiche, il leader centrista vede un «ulteriore cedimento di Berlusconi alla Lega».
Come Craxi difendiamo la nostra autonomia. Casini ha parlato all'incontro "Dalle riforme alle riforme" con Enrico Letta, Ugo Intini e Riccardo Nencini. «Oggi ricordiamo Bettino Craxi che è stato un grande statista che ha difeso con forza contro tutti l'autonomia del socialismo italiano, alleandosi differentemente. Quella che sembrava la politica del doppio forno era l'affermazione dell'autonomia dei socialisti italiani. Chi ha orecchie per intendere intenda. Noi abbiamo grande rispetto sia per il Pd che per il Pdl, abbiamo sempre grande considerazione per chi la pensa diversamente da noi ma non ci alleeremo con nessuno a livello nazionale».
«Non capisco come l'Udc possa pretendere di accordarsi coi comunisti o peggio ancora con gli abortisti e poi chiedere una nostra alleanza. È una questione di coerenza», ha replicato il ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli. «Dei voti di chi va a cercare un posto - ha proseguito Calderoli, riferendosi ancora all'Udc - non fanno comodo a nessuno e poi a furia di cercare il doppio forno, verrà che alla fine bruceranno l'arrosto. Io credo che la loro volontà di schierarsi un po' di qui e un po' di là, farà perdere loro moltissimi voti, perché credo che un cattolico non possa mai votare chi si allea con gli abortisti».
«I centristi hanno deciso di abbandonare i valori cattolici, hanno scelto la vecchia politica e gli accordi
di palazzo», va giù duro il candidato del Carroccio in Piemonte Roberto Cota facendo accenno al sostegno dei centristi alla Bresso. Una lezione che «non si sa se fa ridere o piangere», conto replica Casini, da parte di chi «si inchina alle croci celtiche al Dio Po».
Dopo aver ufficializzato la corsa solitaria di Antonio De Poli in Veneto, in ogni caso, l'Udc ha sospeso le trattative in vista della riunione della Costituente di centro di venerdì prossimo. E nel frattempo il Pd sceglierà in Puglia il candidato con le primarie e l'Udc deciderà, in base al loro esito, come muoversi. Tra le questioni aperte restano quelle di Campania e Calabria. E anche qui il premier starebbe valutando il reale peso di Casini ai fini del sostegno a Giuseppe Scoppelliti e Stefano Caldoro (candidato ufficializzato oggi). Il Cavaliere, raccontano i suoi, avrebbe però per le mani dei sondaggi che darebbero il Pdl vincente anche da solo in quelle due regioni, altro motivo che lo spingerebbe allo strappo con i centristi.
Intanto Palazzo Chigi ha smentito «frasi, commenti e indirizzi sull'incontro con il presidente Fini, sull'onorevole Casini e in generale sulla situazione politica, attribuiti al presidente Berlusconi e che non corrispondono in alcun modo alla realtà» apparsi su diversi quotidiani. «Ciò è ancora più difficilmente comprensibile dopo la smentita netta e precisa data ieri sera ai giornalisti su questi argomenti dallo stesso presidente Berlusconi», precisa ancora l'ufficio stampa di Palazzo Chigi in una nota.
Puglia, D'alema attacco Vendola. «Vendola ha discusso sin dall'estate scorsa con il gruppo dirigente dell'Udc; le ricostruzioni fatte fin qui della vicenda sono false, siamo stati sommersi da un cumulo di menzogne», ha detto oggi Massimo D'Alema intervenendo all'assemblea regionale pugliese del Pd. «Vendola di fronte a queste difficoltà politiche - ha proseguito D'Alema ricostruendo il tormentato percorso che ha portato all'assemblea di oggi - invece di convocarci come gli avevamo chiesto per condividere con noi questa difficoltà ha pensato di aggirarla con l'autocandidatura facendo appello diretto al popolo e mettendo i partiti con le spalle al muro. Nichi lo sa - ha concluso D'Alema - ma non riesce a concepire nessuna personalità che non se stesso».
In Puglia il Pd designa Boccia per le primarie. L'assemblea regionale del Pd pugliese intanto ha votato oggi all'unanimità la candidatura di Francesco Boccia alle primarie per la presidenza della Regione del 24 gennaio prossimo.
Boccia a Vendola: insieme dopo le primarie. Durante l'assemblea Boccia ha rivolto un appello a Vendola a lavorare insieme per la vittoria del centrosinistra qualunque sia l'esito delle primarie in Puglia. «Io e Nichi lavoriamo per lo stesso obiettivo - ha detto Boccia - forse lo abbiamo fatto partendo da angolature diverse e utilizzando accenti diversi. L'obiettivo è di consentire alla Puglia di proseguire in questo cammino non sganciato dall'idea del cambiamento».
Vendola: bene cambiamento di umore di Boccia. «Mi fa piacere questo repentino cambio di umore perché nei giorni scorsi lui si è lasciato andare ad espressioni infondate, sopra le righe, non particolarmente garbate e gentili», ha replicato Vendola.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.