da pierodm il 28/12/2009, 23:10
La tesi che Ranvit ci propone da tempo, martellante, è esasperata, ma vale la pena prenderla come riferimento perché in una misura più attenuata è la stessa che ci ritroviamo tra i piedi in troppe discussioni.
Qui non si tratta di criticare o meno "la sinistra", ma di quali critiche si fanno e come s'inquadrano nel contesto generale.
Ranvit - L'arretratezza del ns Paese è dovuta a tante ragioni, tra le quali l'arretratezza della sinistra. Opponendosi a tutto e tutti con una pelosa retorica della Resistenza, della Costituzione e dei diritti delle "masse lavoratrici" (che ora votano Berlusconi...) oltre che con la messa in mora di qualsiasi tentativo di pacificazione ha contribuito in modo irreparabile alla scarsa crescita culturale, civile ed economica del Paese.
Visto che la Cassazione l'ha sdoganata, usiamo la parola giusta: cazzate.
Opponendosi a tutto e tutti: cazzata numero uno.
Per anni questa è stata un'accusa che veniva rivolta al PCI e al PSI, ma erano gli anni in cui lo scontro sociale era durissimo, e questa "opposizione" faceva parte del processo di modernizzazione, in materia di diritti e di uguaglianza, ossia di attuazione costituzionale della democrazia. E comunque questa opposizione dura non impedì che la sinistra tutta collaborasse in prima linea alla gestione fondamentale della Repubblica.
Poi il PSI è passato tra le forze di governo, mentre il PCI - pur facendo la sua parte di opposizione - accentuò la sua collaborazione istituzionale, e più tardi anche politica e parlamentare, fino agli anni detti del "consociativismo".
Consociativismo che gli è stato poi duramente rimproverato, non solo dalle ali più radicali, ma da tutti coloro che si riconoscevano nell'area liberale, cioè non democristiana e non direttamente compromessa col pentapartito.
Due. La retorica della Resistenza - che per altro era sincera e nient'affatto pelosa - poteva dare fastidio a qualche palato raffinato, ma la grandissima parte dell'elettorato se ne fregava.
Gli unici che ricordo essere personalmente irritati, tra la gente comune, erano i nostalgici del fascismo o gl'irriducibili qualunquisti di destra dichiarata.
Sulla Costituzione le critiche si possono fare, ma nell'ambito del discorso di Ranvit meglio lasciar perdere: non hanno senso.
I diritti delle masse lavoratrici: cosa c'è che non va in questa posizione della sinistra?
La terminologia sarà pure stucchevole - io non l'ho mai usata, per dirne una - ma per lungo tempo dietro la terminologia c'era la sostanza.
la messa in mora di qualsiasi tentativo di pacificazione: quale pacificazione, quale messa in mora?
Io preferisco non insistere su questo punto, perché rischio di essere offensivo.
Veniamo alla ggente.
L'idea che il successo di Berlusconi derivi da una sorta di volontà punitiva verso la sinistra, o centro-sinistra, potrebbe lecitamente provenire solo da uno che arriva adesso da una lunghissima vacanza nei mari australi. Molto lunga, quasi un'eremitaggio.
Primo, perché ciò presupporrebbe che la destra avesse vinto dopo aver sperimentato la sinistra, laddove invece Berlusconi ha vinto subito dopo essersi presentato.
Secondo, perché presupporrebbe una severità e una capacità di giudizio che, se esistesse, dovrebbe applicarsi con sdegno alla figura e alle azioni di personaggi che sono largamente e platealmente più impresentabili di quelli del centro-sinistra.
Terzo, perché - come in altre sedi abbiamo discusso e convenuto, anche in base a sondaggi - che l'adesione alla figura di Papi è "carismatica", molto più che razionalmente politica.
Ci sarebbero anche i punti Quattro, Cinque, Sei, Sette..., ma questi tre bastano.
Quanto ai disastri del governo di centro-sinistra, io ne vedo solo due: aver iniziato lo smantellamento delle geranzie sul lavoro, introducendo dei mostri quali l'interinale e il precariato, e la privatizzazione Telecom.
Mi risulta però arduo immaginare un elettorato che ha punito il CS per questo, visto che Tremonti e C. hanno fatto di peggio: uguale, quindi confrontabile, ma peggio, vedi per esempio Alitalia in tema di maneggi su grandi aziende.
Quello che personalmente trovo criticabile, però, è soprattutto ciò che non è stato fatto dal CS, più che le cose fatte.
Se continuiamo a gingillarci con un'analisi falsa o scombiccherata degli avvenimenti, non se ne esce - è difficile uscirne comunque, anche con l'analisi più corretta ed esaustiva, quanto a questo.