da lucameni il 20/12/2009, 11:38
"è evidente che una parte dell'opposizione è su posizioni nettamente anti-berlusconiane e un'altra parte invece cerca di affrontare il tema non sul piano dello scontro ma su quello del confronto"
Non sono d'accordo e per più di un motivo:
1) perchè - ripeto - nei fatti l'antiberlusconismo, dalla parte propriamente politico-parlamentare, in questi 15 anni non c'è proprio stato. Opposizione vera, di fatto c'è stata se non da parte di giornalisti (e fanno un lavoro diverso dai politici, mentre qui come altrove leggo sempre che vengono messi nello stesso calderone: "Con i Santoro non si vince". Non significa nulla: i cronisti devono fare il loro mestiere di raccontare i fatti, che piacciano o non piacciano a destra o a sinistra.). In qualsiasi altro paese "normale" (per usare frase cara a D'Alema") l'opposizione, che pure condivide valori comuni con tutte le forze politiche democratiche, non avrebbe esitato un microsecondo a denunciare certe indegne situazioni e a rilevare le incompatibilità. Da noi no: in virtù di scambi poco limpidi e parziale conflitto d'interesse, fin dal 1994, da quando si discuteva del T.U. del 1957, si è ignorata la peculiarità berlusconiana;
2) una cosa è usare toni truculenti ed esagerati che possono incentivare uno strumentale vittimismo (e su questo posso essere d'accordo); altro è essere "antiberlusconiani" nel senso di essere intransigenti sul fronte della legalità, dei principi e replicare senza se e senza ma. E questo non è mai stato fatto. La mancata abrogazione delle leggi vergogna e la quadriglia buonista tra Letta e D'Alema ne è solo l'ennesimo esempio.
Questo succede anche perchè nei nostri cittadini, sinistroidi compresi, ormai mancano "gli anticorpi";
3)Il "confronto" nei fatti si è sempre rivelato scambio sottobanco, o inciucio, per usare parola meno cortese: i nostri presunti riformisti non sanno fare altrimenti;
4) trovo del tutto illogica e fuori dalla realtà (europea) spacciare riformismo con passività e mancanza di intransigenza proprio su temi di importanza vitale per la qualità della democrazia. E ben altra cosa;
5) sono 15 anni che si parla di "confronto" ma la storia dovrebbe insegnare: quando B. ottiene qualcosa grazie al "confronto", poi rovescia il tavolo e si fa gli affari propri. Basta riguardarsi cosa è successo con tutte le riforme promesse e concordate. Si è sempre comportato così. Mi pare una buona ragione per usare la parola "confronto" almeno con una certa cautela. Ne ha parlato benissimo e con una mirabile sintesi Luca Ricolfi in un articolo che ho postato qualche giorno fa: "Io penso che la dottrina Veltroni sia errata, e che le cose stiano semmai al contrario: il dialogo (quasi) impossibile è quello sulle regole, il confronto possibile è quello sulle riforme economico-sociali (come è già successo, quasi di nascosto, con la riforma Brunetta-Ichino della Pubblica amministrazione)" (L. Ricolfi);
5) Altro aspetto abbastanza assurdo è che non pochi "destri", come posso essere io e altri amici, ci si ritrovi ad essere più "antiberlusconiani" di altre persone che hanno cultura di sinistra o presunta tale; e che forse sarebbero addirittura più intransigenti ed offensive nel caso al potere ci fosse una destra "normale".
Ma probabilmente, adeguandoci al modello berlusconiano, anche a sinistra si sono perse certe coordinate.
Anzi, senza "probabilmente".
Sicuramente.
(a Berlusconi più che "l'antiberlusconismo" - nel caso ci si voglia limitare a considerare i "toni" - conviene che non ci sia opposizione, ovvero gli conviene che l'opposizione continui a fare come è stato fatto fino ad adesso)
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)