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Films a sfondo politico

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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda franz il 09/12/2009, 22:39

lucameni ha scritto:Vabbè ma il dopoguerra non è periodo cartaginese.
Quanto accaduto ci condiziona eccome.

Ci condiziona anche quello che è accaduto millenni fa, in modo piu' nascosto. Un eccidio come quello cartaginese, glorificato dalla storiografia (anche fascista) e che è molto piu' pesante delle stragi postbelliche, ci spiega che la storia la fanno i vincitori. 500'000 morti o 5'000, 2000 anni o 60, non fanno differenza. Oggi ci si scarica contro gli imperialismi altrui dimenticando il passato dell'impero romano e quello coloniale fascista in somalia, etiopia, eritrea.
la riflessione invece andrebbe fatta sul nostro popolo, che ieri come oggi si scopre violento e razzista ... solo che ieri aveva delle giustificazioni storiche (addirittura un impero) e per l'altro ieri ha l'alibi del fascismo (come se non fossero quasi tutti fascisti, nel ventennio) mentre ora si rivanga il passato per non parlare dell'oggi.

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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda Stefano'62 il 10/12/2009, 0:23

Sono d'accordo con chi,come Luca,dice che il nostro passato è importante,non fosse altro perchè capirlo può aiutare a vivere meglio il presente e programmare il futuro,che alla fine è ciò che davvero conta come dice Franz.
Dunque penso sia giusto anche rivisitare (con metodo) la storia,tutta,quella recente ma anche quella remota,se è vero che lo scopo è imparare dagli errori.
E di materiale la storia ce ne offre a bizzeffe.

Ora mi pare che qua nessuno neghi,nello specifico,che molte atrocità furono commesse,da una parte (di più) e dall'altra (di meno);che la responsabilità primaria fu del contesto storico determinato dal nazi-fascismo;che una parte di queste atrocità non furono altro che regolamenti di conti dettati da una giustificatissima sete di giustizia;che però al di là di ciò anche nella Resistenza ci furono dei lati oscuri forse non direttamente imputabili alla controparte fascista,perchè alla fine tutti gli uomini sono fatti di carne e sangue,e quando c'è il caos i delinquenti vanno a nozze.
Da ciò che ho letto mi pare che fin qui ci siamo.

Qualcuno ha voglia di indagare e fare luce per capire la reale dimensione di questi fatti di sangue ?
Benissimo,è giustissimo e possibile farlo ora,come lo era in passato;mai nessuno lo ha impedito,tanto è vero che io non ho avuto bisogno di aspettare Pansa (che ho sempre letto e stimato) per conoscere queste cose e per farmi un'idea in proposito.
Lo sapevamo già da un pezzo che tra i partigiani non erano tutti Santi,e allora ?
Nulla di nuovo sotto il sole....se non fosse per un "piccolo"particolare:
il dato nuovo che non deve sfuggire a nessuno è che il nazi-fascismo oggi torna a riaffacciarsi prepotentemente,aiutato da una spaventosa involuzione culturale qualunquistica;e la coincidenza di questo con il tentativo di rivisitare la storia,in particolare quella della resistenza,che è ciò su cui si fonda la nostra Repubblica antufascista,DEVE insospettire.
Che cosa si vuole realmente dimostrare strombazzando l'ovvio,cioè che violenti e delinquenti ce ne sono sotto ogni bandiera ?
Si vuole ridurre la lotta tra fascismo e antifascismo ad una volgare lotta tra bande dove non c'era una parte con la ragione e una con il torto ?
Si vuole equiparare il fascismo che faceva della violenza un sistema,alla resistenza nata per combatterlo ?

Perciò la mia domanda è la seguente:tutta questa attenzione,tutto questo 'amore per la storia' proprio ORA,ADESSO,con tutti i problemi attuali.....è vera voglia di conoscenza,oppure c'è sotto qualcos'altro di molto ma molto meno nobile,come ha percepito Robyn ?
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda lucameni il 10/12/2009, 1:22

vabbè c'è un'evidente strumentalità politica in queste polemiche. Di "storico" non c'è nulla.
Certo è che l'analisi sul fascismo, su cosa è stato, come "autobiografia degli italiani", sui i frondisti che, nati nella dittatura si sono scoperti democratici ormai adulti, sull'effettiva importanza della Resistenza dal punto di vista militare, sulle mire democratiche o meno del fronte popolare, sono arciconvinto creerebbe grosse fratture anche all'interno del Cs.
Le mie opinioni sul Fronte Popolare, Togliatti, saranno certo molto diverse da chi è stato convinto militante PCI.
Sono 50 anni di netta contrapposizione politico - ideologica che, pur in presenza di una destra populista che tenta di riprodurre quel periodo in maniera artificiale, sicuramente non possono non condizionarci ancora oggi. Anche fra "alleati" più o meno convinti.
Io che proprio non vivo di miti, per esempio, anni fa azzardai a dire che il fascismo (purtroppo) era sì un regime autoritario, magari meno feroce di altre dittature rosse e nere (il consenso diluiva la necessità della repressione) ma riceveva appunto anche un grande consenso popolare. Il che non voleva dire certo approvare la dittatura fascista.
Significava semplicemente prendere atto di cosa era successo e magari pure comprendere quel carattere secolare di tanti italiani che preferiscono essere comandati piuttosto che governati e che anche oggi fa capolino.
Tant'è - al tempo - solo per aver azzardato questa banalità, poi recentemente ammessa anche da quegli stessi storici di sinistra che avevano sempre dipinto il fascismo come una oligarchia di pochi oppressori, mi meritò il titolo di losco provocatore mussoliniano.
Vabbè i miei interlocutori era giovani e pieni di furore ideologico, ma non è che nel campo storiografico le cose andassero molto diversamente.
In parte questa situazione si è riprodotta con le opere di Pansa.
Il nostro si è incattivito e adesso mi pare stia un po' sbarellando; ma è un'altra storia.
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda pierodm il 10/12/2009, 1:44

Che cosa si vuole realmente dimostrare...?: dice bene Franz, con il quale non concordo sull'utilità della riflessione o rivisitazione storica, che non solo è utile, ma non c'impedisce di ocuparci anche di tutto il resto.
Tra l'altro, rivisitare la storia è utile per capire meglio il modo di ragionare dei nostri concittadini e interlocutori.

Di Pansa m'interessa poco - nel senso che può scrivere quello che vuole, per ragioni che non m'interessa indagare - e trovo assolutamente pretestuoso affermare che quelle vicende fossero insondabili o sconosciute, o inconoscibili ai più, in seguito ad una sorta di omertà: anche senza conoscere i dettagli, qualunque persona dotata di buon senso era in grado di capire che in un contesto post bellico e post dittatoriale può succedere di tutto, e che di tutto è effettivamente successo.
Oltre tutto, nell'intero Occidente non sono mancate - Italia compresa - opere letterarie e cinematografiche che hanno rappresentato le controversie, le contraddizioni, le ambiguità che hanno afflitto la parte dei vincitori.

Trovo anche molto stupido aspettarsi che i protagonisti di quella stagione partigiana fossero ansiosi di mettere in luce le malefatte di alcuni che militavano o si nascondevano tra le proprie file: un genere di "trasparenza" che non è avvenuta presso nessuna delle parti che hanno vinto quella guerra - e altre guerre - senza che ciò abbia impedito alla coscienza di queste stesse nazioni la consapevolezza che azioni riprovevoli erano state commesse dai "loro ragazzi".
Soprattutto, poi, mettere sul piano della malefatta o del dramma esistenziale quegli avvenimenti è davvero un'operazione capziosa, che risponde ad una precisa ideologia storiografica, basata principalmente sulle figure dei leader, sulle "gesta", sulle questioni di onore e disonore, nel migliore dei casi (rari, perché è cosa più facile da immaginare che da realizzare) trasformando le vicende storiche in un'eterna dilatazione di Delitto e Castigo.

Ora, qual è il senso storico - e culturale, e sociale - di quelle vicende che ruotano intorno al nazismo e al fascismo?
La scoperta che esiste la vendetta, o più in generale la scoperta che in un clima di violenza esistono quelli che se ne approfittano, o che perdono la testa?
O la scoperta che anche nel fascismo non tutto è stato negativo?
O - aggiungo io, consapevole di sembrare eretico per qualcuno - la scoperta che anche tra i soldati tedeschi ci furono degli eroi, dei ragazzi che hanno compiuto gesti umanamente apprezzabili?
Credo che tutto ciò appartiene alla consapevolezza di ognuno di noi, se appena abbiamo una coscienza aperta e un minimo di conoscenza dela storia, e della natura umana stessa.
Una coscienza, semmai, che dobbiamo giudicare assente, o estremamente limitata, in coloro che a quelle vicende hanno dato inizio e tragico seguito: nazisti e fascisti, e coloro che nei decenni successivi ne hanno difeso o perfino celebrato le gesta.

Semmai, a questo proposito, volessimo approfondire, sarebbe assai opportuno andare al di là della generica citazione del "dramma" di quegli anni di nazifascismo e di guerra, e di tutte le guerre e di tutti quei regimi simili al nazifascismo: si fa presto a dire, infatti, che "furono anni duri", o che "la polizia commise prepotenze insopportabili", o che "non si poteva fare questa o quella cosa", e questi diventano ritornelli inodori e insapori, come se fossero solo parole.
Poi, quando si apprende di un gesto "insensato", sembra assurda la sproporzione tra il gesto stesso e quelle che ci siamo abituati a considerare solo "parole".
Ricordo il nonno di mia madre, che aveva fatto la Grande Guerra in trincea: mi raccontava i dettagli di quella guerra, ed era il racconto di una pazzia di massa, di fame, terrore, violenza, urla, puzza, escrementi, umiliazioni, mutilazioni, e di giovani contadini analfabeti che arrivavano timidi e si trasformavano in assassini. Qualche volta - nemmeno rara - in assassini dei loro ufficiali, o dei loro compagni. Ragazzi che si mutilavano per scampare da un mese in più al fronte.
C'è tutto questo, e forse di peggio, in quella semplice frase: "è stata dura".
E pure, ricordo anche quando da ragazzino vidi quel trionfale film patriottico su Trieste - le ragazze di Trieste, gridan tutte con ardore: O italia o Italia del mio cuore ... - anni prima che il vecchio contadino mi raccontasse della guerra.
Ma va be', lasciamo stare, e torniamo a noi: che cosa si vuole dimostrare?
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda Iafran il 10/12/2009, 3:04

Robyn ha scritto:...Non si possono fare raffronti tra la realtà di oggi e quella di un tempo.In secondo fatti di ingiustizia durante la resistenza ci sono stati ma come tutte le guerre civili non sono riconducibili a parti politiche o a partiti politici ... No si può pretendere che dopo venti anni di dittatura fascista, di partigiani uccisi,della guerra,di cittadini inermi uccisi,di perseguitati uccisi dalla polizia segreta di stato di Mussolini(l'OVRA),non ci possa essere stata la resistenza antifascista.Quelli come Placido pensano che i fascisti potevano fare quelo che volevano e che non ci fosse la guerra civile come conseguenza...

Io il libro "Il sangue dei vinti" l'ho letto, e mi è bastato per capire che l'Autore ha voluto scegliere un argomento particolare, forse ostico, per garantirsi quasi sicuramente un successo editoriale.
Ho giudicato che era troppo facile condannare le "vendette dei vincitori" dopo 60 anni di vita repubblicana, dimenticando il contesto, dimenticando gli abusi, le sopraffazioni, le sofferenze, le torture, i lutti che i "nuovi vincitori", meglio "i sopravvissuti", avevano patito per oltre un ventennio di regime fascista.
I sopravvissuti avevano avuto le loro vite segnate in modo perenne. Alcuni si sono considerati perdenti anche da "vincitori" appurando gli affetti e le cose che avevano perso. Altri non hanno potuto dimenticare le accuse ricevute, i tradimenti, lo strazio delle atrocità subite o vedute, altri ancora non hanno potuto dimenticare l'arroganza e la violenza del gerarca locale.

Bisogna considerare tutto il periodo storico, quasi calarsi in quel tempo, altrimenti si finisce per fare cronaca giornalistica.
Ben altre denuncie di ben altro valore si hanno dagli scritti di coloro che hanno vissuto realmente quel periodo: voglio ricordare solo la figura di Elisa Springer, che ha atteso cinquant’anni per scrivere della sua deportazione e del tragico destino della sua famiglia.

Per Pansa, forse, la Resistenza assume importanza solo per ciò che le si addebita dopo il 25 aprile.
Molte delle vicende accadute, comunque, dopo questa data mi sentirei di addebitarle agli immancabili opportunisti o rinnegati, ma non escluderei il ruolo della gentaglia comune che, per i tempi, doveva mirare ai beni e, conseguenzialmente, alla pelle di coloro che questi beni possedevano.

Non penso che così facendo si voglia dimostrare realmente qualcosa!
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda Iafran il 10/12/2009, 16:41

disallineato ha scritto:... nessuno vuol sminuire il valore della resistenza e dei partigiani (figuriamoci se è questo che vorrebbe Pansa comunista da sempre ).

Figuriamoci se uno come lui o altri come lui del calibro di Paolo Liguori, Sandro Bondi, Paolo Guzzanti, Francesco Colucci, Gianni De Michelis, Renato Brunetta vorrebbero sminuire il valore della Resistenza. Mai sia!
Fatto sta che questi ed altri personaggi, per quello che dicono e per come agiscono, sembrano che abbiano operato una certa revisione delle simpatie e delle idee politiche manifestate in precedenza. Che, poi, non è detto che sia negativo, però le loro attuali opinioni non sono del tutto ... disinteressate.
Ora, per dirla come lucameni, questi sembrano talmente "incattiviti", che fanno avanzare seri dubbi sul possesso di una serenità di giudizio e su quanto possono proporre o disporre. I pareri di questi personaggi sui fatti storici non possono essere credibili, perché sembrano (ad eccezione del Guzzanti nuovo) troppo asserviti al potente attuale (non so se anche a quello futuro o di turno).
La storia ha bisogno di storici seri, come concordano tutti nel forum, non di adulatori di qualche capo, e la storia d’Italia è piena di troppi misteri e di "realtà" mistificate.
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda cardif il 10/12/2009, 18:27

Concordo con quanti hanno detto che rivangare eventi passati, posizionandosi da una determinata angolazione e cambiando l'ottica temporale, non è certamente fare una obiettiva analisi storica, ma solo cassa.
Ho dubbi, invece, sull'utilità di studiare la storia, se non per cultura generale.
Primo perché la scrivono i vincitori e quindi ha un'impostazione unilaterale; infatti si legge quasi sempre di eventi di conquista e si parla di conquistatori (Caio Giulio Cesare dittatore perpetuo, Attila flagello di Dio, Guglielmo il Conquistatore e nessun Mario povero diavolo, per esempio).
Secondo perché non mi pare che l'uomo ne abbia tratto profitto, evitando i grandi errori che ha commesso. Se il fascismo è storia ed è universalmente riconosciuto come evento negativo, come si spega che sta tornando? Se il dittatore è un uomo pericoloso che andrebbe fermato subito, com'è che ce ne sono alcuni in giro?
Qua credo che non l'abbiano azzeccata nel dire Storia magistra vitae.
Mi riferisco alla Storia (con la S), non all'esperienza che invece serve per progredire (per chi ne fa uso, ovviamente).
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Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda lucameni il 10/12/2009, 20:25

Non è che con Pansa e le sue ripetute opere sulla Resistenza (o meglio sul dopoguerra di vendette) abbia scoperchiato chissà cosa dal punto di vista storico.
Molto si sapeva.
Soltanto che le polemiche e la debolezza di chi vuole semplificare la cosa con la "storicizzazione" di quegli eventi non sta nei fatti in quanto tali che potranno ancora essere meglio accertati.
Le polemiche nascono in primis dalle reazioni degli storici o meglio dei citati "Guardiani della memoria".
Atteggiamenti meno rabbiosi e una lettura meno agiografica della Resistenza avrebbe disinnescato i revisionismi politici interessati che da qualche anno - ovviamente - sono sempre più presenti.
Così non è stato: si è parlato di valori da difendere, senza entrare spesso nel merito di quanto veniva raccontato. Ma se, senza motivare e buttandola sul politico, poi si minimizzano le denunce di Pansa e C., mi pare a dir poco scontato che si perda di credibilità prima; e poi si possano innescare assist golosi per chi non ha certo interesse a conoscere la verità storica ma a dispensare una sua verità. Politica.
In questi casi meno passione (di militanti) e un po' più di freddezza nel leggere il proprio passato credo sarebbe salutare.
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda Robyn il 10/12/2009, 20:42

disallineato
Tutti gli episodi quali,crimini,fatti di ingiustizia al di fuori di quello che fù la resistenza si possono raccontare,e la verità si deve sapere tutta anche per rendere giustizia ai familiari di quelle vittime,ma queste cose devono essere immuni da strumentalizzazioni di qualsiasi tipo e non possono in alcun modo indebolire l'alto valore della resistenza dal quale è nata la costituzione e la democrazia nel nostro paese.Già il racconto di questi fatti avviene e raitre e da molto tempo che trasmette documentari.Molto interessanti sono quelli delle foibe.Guardare questi documentari fà bene stimola la riflessione e mantiene viva la memoria che non può disperdersi .Non c'è riappicificazione se in queste cose si inseriscono le strumentalizzazioni oppure si cerca di indebolire la memoria e la resistenza Ciao Robyn
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Re: Films a sfondo politico

Messaggioda pierodm il 11/12/2009, 1:17

La storia la scrivono i vincitori, ma la vivono tutti.

Personalmente non ho mai avuto santini, nemmeno quelli resistenziali, e poco me ne frega di Pansa e delle commozioni pelose, delle rivisitazioni, e di tutto il chiacchiericcio storico-politico-ideologico che da quindici anni imperversa sui mezzi di comunicazione: poco me ne frega in ragione della piattezza intellettuale di una "cultura cominicativa" che avrebbe la pretesa di sostituire la cosiddetta "egemonia culturale della sinistra", ma che riesce in effetti ad essere solo un malcelato tentativo di restituire un minimo di credibilità al passato regime fascista, e a quanto di peggio c'è stato nella repubblica democristiana.

Quello che colpisce, però - anzi meglio, quello che dovrebbe colpire coloro che in buona fede seguono queste rivisitazioni - è un fenomeno che in tempi non sospetti fu sintetizzato da un aforisma di Pasolini, che cito a memoria: il fascismo, unica novità, autentica luce di questa nazione, nel mondo che pure avanza.
A parte il riferimento al fascismo - che vale in quanto gli eventi resistenziali ne sono in stretta relazione - il concetto dev'essere interpretato come un eterno ritorno al passato di questa nazione: un passato, si badi bene, inteso come "illuminazione rivoluzionaria", e sempre rappresentato dal peggio di questo passato.
Del resto - come ha detto qualcuno - il fascismo è stata l'unica "rivoluzione" avvenuta in Italia dai tempi di Silla, o in generale dai decenni tumultuosi che precedettero l'avvento dell'Impero di Augusto.
Un concetto che, nel mio piccolo, a suo tempo ho ravvisato nel fatto che in Italia c'è gente che non ha mai fatto pace con l'illuminismo e la rivoluzione francese: a parte i nostalgici dichiarati del Ventennio, in questa perenne insoddisfazione revanchista si distinguono ovviamente i "cattolici", alla faccia di tante chiacchiere sul "liberalismo".
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