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L'isolamento della CGIL

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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda disallineato il 06/12/2009, 11:56

Caro Stefano,
non vedo quale lapsus in quellinvito alla signora AnnaLu. Non so o non ricordo se mi hai detto che mestiere fai, ma se frequenti o hai frequentato le fabbriche quella mia affermazione dovrebbe sembrarti del tutto naturale.
Il discorso iniziale era partito dal colore dei sindacati, che poi ci sono stati dei malintesi o concetti non spiegati bene da parte mia.
Il colore si riferisce alla maggioranza degli iscritti. Non puoi non sapere che nella CGIL ci sono moli più simpatizzanti di partiti che oggi non sono in parlamento (Rifondazione, Comunisti Italiani ) oltre che del PD che non simpatizzanti di partiti tipo UDCo di centro destra.
Nelle fabbriche ci sono dunque contrapposizioni fra simpatizzanti ed attivisti di sindacato diversi e si etichettano tranquillamente ed orgogliosamente come sindacato rosso o bianco. Personalmente non ci vedo nulla di scandaloso.
E le stesse contrapposizioni ci sono anche fra gli stessi lavoratori che pur non essendo attivisti sindacali, hanno però le loro idee politiche, quindi più proletarie o più liberali.
Poi se ne hai voglia, mi spieghi dove sta il lapsus e che cosè che secondo te "la dice lunga...". Giusto per capire.
Sei andato poi tu alla manifestazione di ieri? Proprio stamani al circolo Arci doe vado qualche volta, c'era un mio colega che insieme a degli amici ha partecipato e ne sono rimasti entusiasti per la folta partecipazione.
Cordialità e buona domenica.
disallineato
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 06/12/2009, 12:34

Stefano'62 ha scritto:
disallineato ha scritto:Venga in questi ambienti signora Annalu', respirerà un aria a volte proletaria a volte liberale....

Ecco,questa non so se è più un'offesa o una sconcezza,o tutt'e due.
Questi lapsus freudiani la dicono lunga,ma lunga,ma lunga.......

Disallineato nel post precedente dice di non avere capito dove sta il lapsus (lo avevo anche messo in grassetto),e ha creduto che l'offesa stesse nell'invito fatto ad Annalù.
A me sembra di sognare.
Non ho nessuna intenzione di spiegarglielo,se qualcuno ha voglia di farlo al posto mio,prego si accomodi.
Stefano'62
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda disallineato il 06/12/2009, 12:48

Mi dispiace Stefano, ma non sono uso a queste finezze.
Dico le cose sensa doppi sensi o altri scopi. Per me il forum è dibattito vero, senza mezze allusioni.
Se vuoi spiegarmi te ne sarò grato. Altrimenti proseguiremo il dibattito su altri argomenti.
Vado a prendermi un aperitivo e poi a pranzo.
Buona domenica a te, con cordialità e senza doppi sensi o allusioni alcuni.
disallineato
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 06/12/2009, 22:33

disallineato ha scritto:respirerà un aria a volte proletaria a volte liberale....

E' sufficiente come indizio ?
Stefano'62
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda disallineato il 07/12/2009, 10:00

Stefano'62 ha scritto:
disallineato ha scritto:respirerà un aria a volte proletaria a volte liberale....

E' sufficiente come indizio ?



Caro Stefano,
tutto qua il lapsus? Trovi scandaloso abbinare le due parole? Se le estrapoli dal contesto, ovviamente perdono il proprio senso. Ma se ti ricordi le avevo citate parlando con Annalu, la quale presumeva che frequentassi chissà quali ambienti ed io le ho risposto che gli ambienti che frequento sono variegati e eterogeni, compreso gli ambienti delle fabbriche, ove si trovano gruppi di lavoratori con simpatie proletarie ed altri con simpatie liberali ed è molto utile ascoltare i loro dibattiti con visioni molto diverse pur appartenendo alla solita categoria o classe, come amano definirla i compagni più radicali.
Perdonami, ma non vedo lapsus. Oramai qualche post ce lo siamo scambiato e penso che tu abbia capito che sono pronto a riconoscere quando erro e ringrazio l'interlocutore per avermelo fatto notare, ma stavolta non mi sembra proprio. Però se hai altre spiegazioni che possano fornirmi ulteriori delucidazioni e farmi capire che ho sbagliato, sarà grato anche a te.
Cordialità.
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda Giorgio Graffieti il 07/12/2009, 12:32

disallineato ha scritto:...gruppi di lavoratori con simpatie proletarie ed altri con simpatie liberali

io gruppi di lavoratori con "simpatie proletarie" sarei proprio curioso di trovarli. :lol: :lol: :lol:

Oddio, esistono anche quelli che amano farsi frustare, ma non credevo che avesse un qualche interesse qui discutere di esperienze sadomaso.

Io ho sempre trovato lavoratori ai quali andava stretto il ruolo di meri prestatori di forza lavoro ai quali venivano (e vengono) relegati, pretendendo per se altre posizioni. Dire che ci sia chi ha simpatia per uno status al quale da sempre ci si oppone è davvero una minchiata.
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda Stefano'62 il 07/12/2009, 13:51

Io sono davvero costernato dal constatare che nel duemila,in un forum di centrosinistra,ci sia qualcuno che crede che "proletario" e "liberale" siano termini antitetici che si escludono a vicenda !!!
Dire "a volte proletaria a volte liberale",e poi persistere dicendo che tra i lavoratori ci possano essere orientamenti diversi,alcuni proletari e altri liberali,equivale a dire che se uno è proletario NON PUO' essere liberale.

Proletario è un termine che riguarda una condizione sociale,è colui (sia di destra,sia di sinistra) che presta lavoro alle dipendenze di qualcuno in cambio di un salario,perciò è una condizione in antitesi solo con chi gli paga il salario,dunque il capitalista,in estrema sintesi.
Liberale è un termine di accezione filosofica,è colui che ha una determinata concezione della libertà,di cui abbiamo parlato ampiamente altrove,in antitesi con le monarchie assolutistiche esistenti nel periodo in cui il liberalismo si sviluppò;dunque è in antitesi con le tirannie (conclamate o mascherate) e con ogni sistema preveda una sensibile e indebita limitazione della libertà personale.
Al giorno d'oggi,con i debiti distinguo,ritengo siano molto poche le persone che non siano anche solo in minima parte liberali.

Dire che si può essere alternativamente proletari oppure liberali è una sonora bestemmia,perchè equivale a dire che i lavoratori dipendenti ambiscono alla dittatura,o quasi;oppure che solo la classe imprenditoriale dispone dei più elementari principii di liberalità.

Il significato del lapsus che balza ai miei occhi,è che ci si trovi di fronte ad una persona vagamentte snob,che considera la classe lavoratrice (proletari) composta da persone un pò arretrate a livello intellettivo,da trattare con gentile accondiscendenza,come una torma di cucciolotti o di bambini cui cercare di insegnare qualcosa forse ancora al di là della loro capacità di comprensione,nello specifico il concetto liberale a molti di loro estraneo,optional di una minoranza,dotazione di serie solo dei ricconi acculturati.
Come i capitalisti dei secoli passati che dicevano più o meno esplicitamente che il "popolino" non meritava troppa libertà perchè non avrebbe saputo farne buon uso.

Magari mi sbaglio,ma quel lapsus,ripetuto più volte,mi dice esattamente questo.
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda Giorgio Graffieti il 08/12/2009, 9:53

Stefano'62 ha scritto:Proletario è un termine che riguarda una condizione sociale

era questo il senso della mia osservazione... nessuno ha mai anelato ad essere un proletario... caso mai a "spezzare le catene" che lo legavano/legano a quella condizione.

Per questo, affermarlo, è una minchiata.
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda franz il 08/12/2009, 10:26

Stefano'62 ha scritto:Proletario è un termine che riguarda una condizione sociale,è colui (sia di destra,sia di sinistra) che presta lavoro alle dipendenze di qualcuno in cambio di un salario,perciò è una condizione in antitesi solo con chi gli paga il salario,dunque il capitalista,in estrema sintesi.

Come è già stato fatto notare, è difficile avere "simpatie" proletarie e questi deliziosi lapsus freudiani, frutto forse di una stesura frettolosa del messaggio, si dimostrano utilissimi per capire la mentalità ed i processi di pensiero dei nostri interlocutori e di tante persone nel nostro paese.
Le simpatie proletarie designerebbero un oggi inesistente "protetarismo" come in passato inneggiare alla povertà ed alle sue virtu' era chiamato "pauperismo".
Nella società di oggi, dove praticamente tutti hanno casa, macchina, computer, telefonini, televisori, telecamere, videoregistratori, pauperisti e proletaristi non ce ne sono molti.

Franz
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Re: L'isolamento della CGIL

Messaggioda disallineato il 08/12/2009, 10:37

Caro Stefano, questa volta ti sei superato con spiegazioni filosofiche, letterali e storiche. Chapeau! Questo mi insegna che quando dibatto con te, devo cercare di spiegare meglio quello che penso, perché essendo (noi) persone che sovente la pensano in modo divergente, quello che può sembrare chiaro per uno, non lo è per l’altro. Credo che questo sia reciproco e lo dimostrano questi ultimi dibattiti.

Non ho detto che debbano essere per forza in contraddizione, le due linee di pensiero sono spesso determinate dalla tua condizione sociale. Converrai con me che la “classe” operaia, o parte di essa si senta inquadrata nel proletariato, fra quelle persone cioè che prestano la loro forza lavoro al sistema capitalistico, ricevendo per questo un compenso (scarso). E in forza di questo hanno precise rivendicazioni ed aspettative sindacali. Mentre altri, per diverso inquadramento sociale e produttivo, o per una professionalità diversa o anche semplicemente per cultura diversa, non si riconoscono nell’inquadramento dei primi e hanno un modo più o meno diverso di rivendicare la loro posizione sociale e produttiva. Se è vero che una condizione non esclude automaticamente l’altra, non puoi non constatare che fra le due condizioni vi sono discrete differenze.
Quando ci sono le assemblee sindacali nelle fabbriche, queste differenze le noti eccome. Emergono subito rivendicazioni diverse e modi diverse di trattare. Non è una bestemmia ne uno scandalo. E’ quello che avviene fra i lavoratori. E queste divergenze sono più marcate nelle grandi aziende e quasi inesistenti nelle piccole e piccolissime aziende.

Tornando sul lapsus, non ho la pretesa di farti cambiare idea ma non mi mettere addosso etichette che su di me ci stanno bene quanto il cavolo a merenda ( è un modo di dire, magari a te il cavolo a merenda ci sta da Dio). Non possono essere snob ne considerare i lavoratori come mentecatti, semplicemente perché anche io faccio parte di questa classe sfruttata. Sono un datore di lavoro con pochi operai ed apprendisti ed una segretaria a part time perché a tempo pieno non me la posso permettere, gli studi di settore mi penalizzerebbero troppo e non mi consentono di assumerla a tempo pieno. La differenza fra me e un dipendente è che questo ha un solo datore di lavoro, mentre io ne ho tanti quanti sono i clienti che nel mio caso quasi sempre hanno dimensioni aziendali 10-20-50 volte la mia ditta. Con i miei dipendenti e con gli operai dei miei clienti con i quali dibatto spesso e partecipo anche alle loro assemblee sindacali, ci si sfotte a vicenda ironizzando sulle altrui vicissitudini, ma siamo tutti consapevoli di essere sulla stessa barca.
Altro che snob, ricconi o popolino. Siamo tutti prede del capitalismo sfrenato.
Presumo che non avremo mai la possibilità di incontrarci io e te ( non so manco di dove sei, magari a pochi km da me o ai limiti dello stivale ) ma se dovesse capitare mi piacerebbe invitarti a passare 3 o 4 giorni nel mio ambito lavorativo. Probabilmente il lapsus prenderebbe un'altra piega.
Ringraziandoti per le ampie spiegazioni, devo ammettere che è sempre un piacere dialogare con te.
Cordialità.


Ps: Se ti va leggi anche il post di risposta all’amico Graffietti perché mi ha fatto alcuni appunti su questi temi.
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