Attesa e tensione. Martelli: Ciancimino arrestato su mia segnalazione
Il pentito ha parlato del senatore e di Berlusconi come presunti referenti della mafiaOggi la verità di Spatuzza
Dell'Utri in aula a Torinodi FRANCESCO VIVIANO
TORINO - Sembra di essere a Palermo. Tensione e attesa a Torino, con il palazzo di giustizia blindato come quando nel 1986 iniziò il primo maxi processo per mafia o quando depose Tommaso Buscetta. Oggi il pentito è Gaspare Spatuzza, un killer all'ergastolo che ha chiamato in causa Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri come presunti "referenti" della mafia negli anni '90, in rapporti - sempre secondo Spatuzza - con i boss Giuseppe e Filippo Graviano. Spatuzza viene sentito nel processo d'appello a Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ad assistere alla deposizione di Spatuzza - fissata a Torino per motivi di sicurezza - ci saranno oltre
duecento giornalisti. Dell'Utri ha annunciato che sarà presente in aula, con l'intenzione di fare dichiarazioni per "sbugiardare" il testimone e altri pentiti che lo hanno accusato. Tra gli ultimi "dichiaranti" c'è Massimo
Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Ciancimino jr ha consegnato ai magistrati di Palermo e Caltanissetta dei "pizzini", scritti da Bernardo Provenzano e recapitati al padre Vito durante le presunte "trattative" tra Stato e mafia. In uno di questi "pizzini" Provenzano fa riferimento al "comune amico senatore" che, sostiene Massimo Ciancimino, sarebbe Dell'Utri. Non è escluso che anche questo "pizzino", e le stesse parole di Massimo Ciancimino, entrino nel processo a Dell'Utri.
Quest'ultimo, secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti, sarebbe stato l'interlocutore della mafia nella seconda presunta "trattativa" del '93-'94 dopo la prima avvenuta a cavallo delle stragi Falcone e Borsellino. In queste "trattative" il mediatore sarebbe stato sempre Vito Ciancimino che, dopo avere scontato 12 anni di reclusione per mafia, venne riarrestato nel dicembre del 1992 per "pericolo di fuga". E adesso si scopre che Vito Ciancimino venne arrestato su "segnalazione" dell'allora ministro della Giustizia Claudio
Martelli. Martelli nelle settimane scorse è stato messo a confronto con l'ex direttore del dipartimento giustizia del ministero Liliana Ferraro, nell'ambito dell'inchiesta sulla "trattativa". Martelli ha dichiarato di avere appreso da Ferraro che il capitano De Donno, braccio destro dell'allora colonnello Mario Mori, le aveva rivelato che Vito Ciancimino voleva parlare con il ministro e che voleva un passaporto. "E quando lo appresi - ha detto Martelli ai magistrati di Palermo e Caltanissetta - avvertii subito l'allora procuratore nazionale antimafia, Bruno Siclari, che a sua volta allertò la questura di Palermo che arrestò Ciancimino quando andò a chiedere il passaporto". Quel giorno Vito Ciancimino - ha raccontato il figlio - avrebbe dovuto incontrarsi con il capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano.
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“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)