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DiPietro: meglio perderlo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda disallineato il 20/11/2009, 19:36

disallineato ha scritto:
franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:La seconda domanda invece è,ma se è così costoso avere un'attività,perchè diavolo non andate a servizio altrui come fanno quei fortunati di operai in fabbrica o impiegati in ufficio che almeno mile euro al mese li tirano su ?

La vera domanda, a cui non sai rispondere, è cosa succederebbe se tutti facessero come proponi.
Se tutti andassero a servizio altrui, non ci sarebbe servizio.
Ed il dramma non sarebbe quello di non avere nessuno da appellare come “maledetti bastardi”.
Sarebbe quello della miseria piu' nera, della fame. A meno di credere nel miracolo del comunismo (dove oltre alla fame si è scoperto che i “maledetti bastardi” esistevano anche li' ed erano molto piu' pericolosi).

Quindi diciamo pure che come c'è bisogno di falegnami e professori .... (se posso citarmi ;)) di operai e di insegnanti, c'è anche bisogno di artigiani, imprenditori e manager, altrimenti l'alternativa è raccogliere funghi, castagne e mirtilli.

Poi è chiaro che se chi produce viene tar-tassato, e gli scappa la voglia, ... e magari pensa che sia meglio ad andare a produrre in un paese in cui viene tassato meno e la manod'opera è piu' qualificata e meno costosa, qui caro stefano c'è poco da essere contenti delle alte tasse del "padroni" perché abbiamo tutti da perderci, soprattutto in una economia globalizzata come la nostra, che in 3 mesi permette di spostare la fabbrica in Cina o in Brasile e di vendere la merce in tutto il mondo.

Ora non so come siamo arrivati qui parlando di Di Pietro :o ma una cosa è certa: se non ci fossero quei “maledetti bastardi” a creare lavoro, da cui si ricavano le tasse, nemmeno tu avresti lo stipendio.
Quindi ci vuole rispetto per tutti, da chi pulisce i cessi a chi dirige un'impresa di pulizia.
Gli uni senza gli altri non potrebbro esistere.

Franz



Neanche io so perchè in un forum che si parla di Tonino-manette-facili si sia arrivati a parlare della lotta di classe, però posso dirti che parlare con voi mi piace e ogni argomento è buono per confrontare le proprie idee.
E poi gli amici del forum hanno smesso di ripetermi che sono un aspia, un infiltrato, un agente segreto sotto mentite spoglie e allora le discussioni vanno nel merito invece che in argomenti astrusi e fantasiosi.
Grazie a tutti voi che portate contributi importanti alla discussione.
Cordialità di cuore.
disallineato
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda cardif il 21/11/2009, 0:35

disallineato
certo che se
1) fossi meno prolisso, sarebbe un bene;
2) rispondessi nel merito alle questioni, sarebbe meglio;
3) fossi meno allineato con l'altra sponda, sarebbe il non plus ultra.
ciao, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda Stefano'62 il 21/11/2009, 1:01

franz ha scritto:Quindi diciamo pure che come c'è bisogno di falegnami e professori .... (se posso citarmi ;)) di operai e di insegnanti, c'è anche bisogno di artigiani, imprenditori e manager, altrimenti l'alternativa è raccogliere funghi, castagne e mirtilli.

Appunto,proprio ciò che intendevo dire parlando della redistribuzione a opera delle tasse,cioè che la fortuna (a volte sproporzionata) di alcuni si basa sul benessere degli altri,e ognuno ha bisogno del prossimo e della comunità per mantenere una parvenza di equilibrio;e se questo vuol dire (per i più fortunati) pagare tasse apparentemente alte,lo si accetta,si tace,e si riconosce di essere ancora fortunati di stare in quella fetta di popolo invece che nell'altra;perchè una questione di ruoli non può diventare una scusa per legittimare una vita di lussi sulle spalle degli altri.

E da che mondo è mondo la differenza tra destra e sinistra è sempre stata sulla difesa di quelli che alla fine pagano il conto più salato,e che non sono proprio per niente quelli che pagano più tasse.
Ultima modifica di Stefano'62 il 21/11/2009, 1:15, modificato 2 volte in totale.
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda Stefano'62 il 21/11/2009, 1:11

Il 20 novembre alle ore 18,36
disallineato ha scritto:Neanche io so perchè in un forum che si parla di Tonino-manette-facili si sia arrivati a parlare della lotta di classe.


Il 19 novembre alle ore 9,01
disallineato ha scritto:....e anche io pago le tasse, ma a differenza di te, lo faccio malvolentieri perchè sull'attività imprenditoriale mi vedo decurtare il 63% del mio imponibile. Pensavi che fossimo tassati cosi' tanto?
E quando Padoa-Schioppa disse che pagare le tasse era bellissimo, mi sentii preso letteralmente in giro e sbeffeggiato.
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda franz il 21/11/2009, 10:47

Stefano'62 ha scritto:Appunto,proprio ciò che intendevo dire parlando della redistribuzione a opera delle tasse,cioè che la fortuna (a volte sproporzionata) di alcuni si basa sul benessere degli altri,e ognuno ha bisogno del prossimo e della comunità per mantenere una parvenza di equilibrio;e se questo vuol dire (per i più fortunati) pagare tasse apparentemente alte,lo si accetta,si tace,e si riconosce di essere ancora fortunati di stare in quella fetta di popolo invece che nell'altra;perchè una questione di ruoli non può diventare una scusa per legittimare una vita di lussi sulle spalle degli altri.

Quello che dici è giusto se è equilibrato ed ovviamente il tuo giudizio su tasse "apparentemente alte" dovresti riservarlo sulle tue, e non (troppo facile) su quelle degli altri. Ognuno dà una valutazione sul proprio prelievo e ti assicuro che il 50% è pazzesco. Esiste un limite alla pressione fiscale, oltre il quale non solo fa male a chi subisce il prelievo ma fa male soprattutto a chi riceve questa ridistribuzione, ai fruitori. È il caso per esempio del nostro mezzogiorno, che proprio per i sussidi a pioggia non riesce a far emergere una vera cultura d'impresa. Tanto che mi riferivano di un appello di imprenditori calabresi che in sintesi dicevano "basta, non mandate giù piu' soldi, perché uccidete ogni possibilità che le persone debbano rimboccarsi le maniche per essere utili alla società".
Ma ovviamente a chi gestisce il potere (la casta, per intenderci) per prima cosa molte tasse danno piu' soldi e piu' potere ed inoltre una massiccia redistribuzione è anche un modo per gestire questo stesso potere (voto di scambio) e rendelo eterno. Non mitizziamo quindi troppo la ridistribuzione attuata con imposte progressive troppo alte. Sono un'arma a doppio taglio.

Ciao,
Franz
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda disallineato il 21/11/2009, 12:49

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Appunto,proprio ciò che intendevo dire parlando della redistribuzione a opera delle tasse,cioè che la fortuna (a volte sproporzionata) di alcuni si basa sul benessere degli altri,e ognuno ha bisogno del prossimo e della comunità per mantenere una parvenza di equilibrio;e se questo vuol dire (per i più fortunati) pagare tasse apparentemente alte,lo si accetta,si tace,e si riconosce di essere ancora fortunati di stare in quella fetta di popolo invece che nell'altra;perchè una questione di ruoli non può diventare una scusa per legittimare una vita di lussi sulle spalle degli altri.

Quello che dici è giusto se è equilibrato ed ovviamente il tuo giudizio su tasse "apparentemente alte" dovresti riservarlo sulle tue, e non (troppo facile) su quelle degli altri. Ognuno dà una valutazione sul proprio prelievo e ti assicuro che il 50% è pazzesco. Esiste un limite alla pressione fiscale, oltre il quale non solo fa male a chi subisce il prelievo ma fa male soprattutto a chi riceve questa ridistribuzione, ai fruitori. È il caso per esempio del nostro mezzogiorno, che proprio per i sussidi a pioggia non riesce a far emergere una vera cultura d'impresa. Tanto che mi riferivano di un appello di imprenditori calabresi che in sintesi dicevano "basta, non mandate giù piu' soldi, perché uccidete ogni possibilità che le persone debbano rimboccarsi le maniche per essere utili alla società".
Ma ovviamente a chi gestisce il potere (la casta, per intenderci) per prima cosa molte tasse danno piu' soldi e piu' potere ed inoltre una massiccia redistribuzione è anche un modo per gestire questo stesso potere (voto di scambio) e rendelo eterno. Non mitizziamo quindi troppo la ridistribuzione attuata con imposte progressive troppo alte. Sono un'arma a doppio taglio.

Ciao,
Franz



Come dicevo in altro post, la storiella che le tasse servono per.... ec ecc è buona per i gonzi. Allo stato attuale, una tassazione esosa (scusate la ripetizione ma per quanto mi riguarda siamo introno al 63% arrotondata per difetto) incentiva l'evasione (che io non posso fare perchè opero solo con industria e non con privati), crea malumori e non fa pensare affatto che pagarle sia "bellissimo". Anzi questo irrita perchè chi le paga, come me, si sente raggirato. E allora quando è schoppiato Padoa-Schioppa, non ne ho fatto un dramma.
Le paga devono essere eque per non essere immorali. E adesso sono altamente immorali e inique.
Se volete sapere qualcosina sugli studi di settore che contribuiscono a strangolare le piccole e medie imprese, volentieri discuterò su questo.

Cordialità anche a chi paga le tasse godendo come un matto. Mille di quegli orgasmi.
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda disallineato il 21/11/2009, 12:54

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:Quindi diciamo pure che come c'è bisogno di falegnami e professori .... (se posso citarmi ;)) di operai e di insegnanti, c'è anche bisogno di artigiani, imprenditori e manager, altrimenti l'alternativa è raccogliere funghi, castagne e mirtilli.

Appunto,proprio ciò che intendevo dire parlando della redistribuzione a opera delle tasse,cioè che la fortuna (a volte sproporzionata) di alcuni si basa sul benessere degli altri,e ognuno ha bisogno del prossimo e della comunità per mantenere una parvenza di equilibrio;e se questo vuol dire (per i più fortunati) pagare tasse apparentemente alte,lo si accetta,si tace,e si riconosce di essere ancora fortunati di stare in quella fetta di popolo invece che nell'altra;perchè una questione di ruoli non può diventare una scusa per legittimare una vita di lussi sulle spalle degli altri.

E da che mondo è mondo la differenza tra destra e sinistra è sempre stata sulla difesa di quelli che alla fine pagano il conto più salato,e che non sono proprio per niente quelli che pagano più tasse.



Quindi il discorso che fai è un pò diverso e mi sembra di capire che anche tu ritieni giusto che anche i piccoli imprenditori paghino meno tasse.
La formuletta secondo la quale se paghi di più vuol dire che sei in una categoria fortunata, era una novellina che ci raccontavano alla casa del popolo fra una briscola e una scopa. Poi quando siamo cresciuti, diventati adulti e anche piccoli imprenditori abbiamo capito che la realtà era ben diversa. Infatti anche in molte case del popolo frequentate non solo da operai,ma anche da tantissimi artigiani come me, si parla un linguaggio diverso perchè abbiam constatato una diversa realtà. E fra una briscola, una scopa ed un caffè mentre si legge L'Unità, non si inveisce più contro il "maledetto bastardo" di un padrone.
Il muro è caduto da tempo.
Cordialità all'amico Stefano.
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda franz il 21/11/2009, 13:28

disallineato ha scritto:Come dicevo in altro post, la storiella che le tasse servono per.... ec ecc è buona per i gonzi.

Si', avevo letto ed è venuto il momento di chiedere allora a cosa servano le imposte.
Lo stato ha delle spese (difesa dei cittadini, interna ed esterna, educazione, strutture pubblche, sanità, welfare) e come le finananzia? Facendo debiti o risquotendo imposte?
Guarda che il problema non è tanto "quante e quali imposte" ma "quante e quali spese dello stato".

Franz
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda Stefano'62 il 21/11/2009, 19:08

disallineato ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto:Quindi diciamo pure che come c'è bisogno di falegnami e professori .... (se posso citarmi ;)) di operai e di insegnanti, c'è anche bisogno di artigiani, imprenditori e manager, altrimenti l'alternativa è raccogliere funghi, castagne e mirtilli.

Appunto,proprio ciò che intendevo dire parlando della redistribuzione a opera delle tasse,cioè che la fortuna (a volte sproporzionata) di alcuni si basa sul benessere degli altri,e ognuno ha bisogno del prossimo e della comunità per mantenere una parvenza di equilibrio;e se questo vuol dire (per i più fortunati) pagare tasse apparentemente alte,lo si accetta,si tace,e si riconosce di essere ancora fortunati di stare in quella fetta di popolo invece che nell'altra;perchè una questione di ruoli non può diventare una scusa per legittimare una vita di lussi sulle spalle degli altri.

E da che mondo è mondo la differenza tra destra e sinistra è sempre stata sulla difesa di quelli che alla fine pagano il conto più salato,e che non sono proprio per niente quelli che pagano più tasse.



Quindi il discorso che fai è un pò diverso e mi sembra di capire che anche tu ritieni giusto che anche i piccoli imprenditori paghino meno tasse.
La formuletta secondo la quale se paghi di più vuol dire che sei in una categoria fortunata, era una novellina che ci raccontavano alla casa del popolo fra una briscola e una scopa. Poi quando siamo cresciuti, diventati adulti e anche piccoli imprenditori abbiamo capito che la realtà era ben diversa. Infatti anche in molte case del popolo frequentate non solo da operai,ma anche da tantissimi artigiani come me, si parla un linguaggio diverso perchè abbiam constatato una diversa realtà. E fra una briscola, una scopa ed un caffè mentre si legge L'Unità, non si inveisce più contro il "maledetto bastardo" di un padrone.
Il muro è caduto da tempo.
Cordialità all'amico Stefano.

C'è un piccolo equivoco di cui sono in parte responsabile avendo posto l'esempio dell'industriale:io mi riferivo esclusivamente alle tasse sul reddito delle persone fisiche,infatti il mio era un discorso di redistribuzione del reddito.
Non mi riferivo a quelle sulle imprese,che avrebbero configurato invece un discorso di politica economica;e qui sono d'accordo,meno tasse paga un'azienda e meglio è.
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Re: DiPietro: meglio perderlo

Messaggioda cardif il 21/11/2009, 20:12

Al di là della propaganda di "regime", qual è l'effettiva pressione fiscale in Italia e nelle altre nazioni dell'UE?
Da wikipedia. Pressione fiscale: "indicatore percentuale che misura il livello di tassazione medio di uno stato.
In Italia la pressione fiscale del 2008 è stata pari al 42,8%. In europa i paesi con maggiore pressione fiscale sono Danimarca (49,2%) e Svezia (47,6), paesi che storicamente hanno un evoluto sistema di welfare, seguiti da Belgio (45,9%), Francia (44,5%) e Austria (44,1%). Dall'altro lato della classifica troviamo Slovacchia (29,2%), Lituania (29,3%), Romania (29,5%), Irlanda (29,8%), Lettonia (30,2%) e Estonia (32,4%)".

KPMG è una società multinazionale con sede in Olanda, specializzata nella revisione di bilancio e nella consulenza alle imprese in materia fiscale.
Nel suo rapporto internazionale sulla tassazione dei redditi d'impresa ha scritto che la tassazione sulle imprese (Ires+Irap) è passata dal 37,25% del 2007 al 31,4% del 2008 al 31,4% del 2009.
Il 2008 vede l'Italia, con un'aliquota in diminuzione di quasi sei punti percentuali, più favorevole alle imprese, non soltanto nei confronti dei paesi extra Ue come il Giappone (40,69%), gli Usa (40%) e il Canada (36,1%), che hanno una tassazione d'impresa più elevata, ma anche e soprattutto nel contesto europeo. Belgio e Francia, infatti, si assestano al quarto e quinto posto con aliquote nominali pari rispettivamente al 33,99% e al 33,33%, mentre la Germania che nel 2007 deteneva la terza posizione nella classifica internazionale, grazie alla riduzione del 30% delle aliquote, è scesa all'undicesimo posto con una tassazione del 29,51%.
Fonte: http://www.eweekeurope.it/intervista/ca ... iane-12025

Ovviamente questi dati sono macroeconomici.
L'aliquota massima IRPEF (persone fisiche) è del 43% sull'imponibile oltre 75.000 euro.
Ammesso che sia vero, quando si arriva a pagare il doppio della media si deve cambiare il proprio commercialista. Ma non corrisponde al vero che tanto pagano tutti.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
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