Da ilmessaggero.it:
Che errore abolire l'Ici: ora serve un'alternativa»
Calderoli: sul federalismo occorre dialogo nord-sud
ROMA (22 luglio) - «Invece di tagliare l'Ici, che è una delle poche tasse su cui gli enti locali esercitano la loro autonomia, anticipando il Federalismo fiscale, sarebbe stato meglio intervenire su qualche altra tassa». Lo ha detto il ministro per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, di fronte alla commissione bicamerale per gli Affari regionali dove oggi ha presentato il suo testo sul federalismo fiscale. «Credo sia stato un errore da parte di tutti abolire l'Ici, che era una delle poche tasse contenenti un principio di federalismo - ha detto Calderoli - Ora deve essere trovata un'alternativa, e tutti insieme dobbiamo individuare un'imposta che abbia la migliore corrispondenza con quello che il Comune fa».
Dopo aver ribadito che con il suo testo sul Federalismo fiscale «bisognerà superare il limite della spesa storica e riferirsi a costi standard», Calderoli ha specificato che per i livelli essenziali di assistenza sarà garantita una «perequazione totale in tutto il territorio. Si istituirà un fondo perequativo a vantaggio delle regioni a minore capacità fiscale».
«No a divisioni ideologiche: bisogna far dialogare Nord e Sud». «Tutti sono disponibili a partire - ha detto ancora Calderoli - questo testo rappresenta una buona base di partenza, è già stata masticata. Comunque, trattandosi di una modifica della Costituzione, per l'approvazione del testo io auspico ci sia una maggioranza qualificata. Non ci devono essere divisioni ideologiche: bisogna trovare il modo di far dialogare il Nord con il Sud. Nell'elaborazione del testo ci sarà la massima attenzione a muoversi completamente all'interno del dettato costituzionale. D'altronde, sia l'articolo 119 sia l'articolo 117 della Costituzione non lasciano dubbi». Il ministro si è poi detto convinto che le città di particolare dimensioni debbano avere una maggiore autonomia, e questo varrà sicuramente per Roma, ma ha qualche dubbio che queste possano identificarsi con le città metropolitane. Prevista poi una cabina di regia, alla quale parteciperanno tutti i livelli coinvolti nella finanza pubblica, che avrà tra l'altro il compito di monitorare la spesa.
«Su internet il testo sul federalismo». Il testo Calderoli sul federalismo fiscale sarà messo in internet: lo ha annunciato lo stesso ministro, che ha anche chiarito quali saranno i criteri di responsabilizzazione degli enti interessati. Saranno previsti meccanismi premiali, ma anche sanzionatori automatici che non richiederanno un passaggio in Consiglio dei ministri. Tra i criteri sanzionatori il ministro ha elencato il blocco della possibilità di assumere o di spese che non siano essenziali. La perequazione sarà garantita per i livelli essenziali: sanità, istruzione e assistenza sociale.
«Non serve il modello lombardo». «Il modello lombardo è un ottimo progetto per la Regione Lombardia - ha detto Calderoli - Ma a noi serve un modello flessibile che vada bene per tutto il territorio e che quindi sia una legge nazionale».
«Bene la proposta unitaria del Pd». «E' positivo che il Pd presenti una propria proposta sul federalismo fiscale - dice ancora Calderoli - perché è meglio considerare la filosofia di un provvedimento unico, piuttosto che avere tante proposte dei singoli parlamentari che farebbero allungare i tempi».
Fini: non temo il federalismo fiscale. «No, non temo il federalismo fiscale, perché è un modo per rendere effettivo il principio dell'autonomia e dell'autogoverno delle regioni», ha affermato oggi il presidente della Camera Gianfranco Fini in una intervista a Politique internationale, puntualizzando che «occorrerà naturalmente individuare strumenti che non penalizzino le regioni meridionali». «È opportuno sottolineare che la riforma deve essere vista nel suo insieme. Non c'è solo il federalismo - ribadisce Fini - ma le questioni del bicameralismo e del rafforzamento dei centri della decisione politica. Dobbiamo guardare al quadro complessivo delle istituzioni. E il problema da evitare è che possano determinarsi squilibri all'interno del sistema. Tutta l'impalcatura della nuova Repubblica dovrà tenersi bene in piedi ed essere ben bilanciata tra le sue varie parti».
Riforme con l'opposizione. «Rimane in ogni caso un punto fermo: le riforme si fanno insieme con l'opposizione», continua poi Fini ribadendo che «la riforma istituzionale dovrà essere uno dei connotati essenziali della legislatura appena cominciata. È ancora presto per dire quale sarà la via che seguiremo. Non credo comunque che la strada della Bicamerale possa essere percorribile, visti gli insuccessi di tali commissioni in passato».