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Caldreoli rimpiange l'ICI!

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Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda annalu il 23/07/2008, 16:42

Da ilmessaggero.it:

Che errore abolire l'Ici: ora serve un'alternativa»
Calderoli: sul federalismo occorre dialogo nord-sud


ROMA (22 luglio) - «Invece di tagliare l'Ici, che è una delle poche tasse su cui gli enti locali esercitano la loro autonomia, anticipando il Federalismo fiscale, sarebbe stato meglio intervenire su qualche altra tassa». Lo ha detto il ministro per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, di fronte alla commissione bicamerale per gli Affari regionali dove oggi ha presentato il suo testo sul federalismo fiscale. «Credo sia stato un errore da parte di tutti abolire l'Ici, che era una delle poche tasse contenenti un principio di federalismo - ha detto Calderoli - Ora deve essere trovata un'alternativa, e tutti insieme dobbiamo individuare un'imposta che abbia la migliore corrispondenza con quello che il Comune fa».

Dopo aver ribadito che con il suo testo sul Federalismo fiscale «bisognerà superare il limite della spesa storica e riferirsi a costi standard», Calderoli ha specificato che per i livelli essenziali di assistenza sarà garantita una «perequazione totale in tutto il territorio. Si istituirà un fondo perequativo a vantaggio delle regioni a minore capacità fiscale».

«No a divisioni ideologiche: bisogna far dialogare Nord e Sud». «Tutti sono disponibili a partire - ha detto ancora Calderoli - questo testo rappresenta una buona base di partenza, è già stata masticata. Comunque, trattandosi di una modifica della Costituzione, per l'approvazione del testo io auspico ci sia una maggioranza qualificata. Non ci devono essere divisioni ideologiche: bisogna trovare il modo di far dialogare il Nord con il Sud. Nell'elaborazione del testo ci sarà la massima attenzione a muoversi completamente all'interno del dettato costituzionale. D'altronde, sia l'articolo 119 sia l'articolo 117 della Costituzione non lasciano dubbi». Il ministro si è poi detto convinto che le città di particolare dimensioni debbano avere una maggiore autonomia, e questo varrà sicuramente per Roma, ma ha qualche dubbio che queste possano identificarsi con le città metropolitane. Prevista poi una cabina di regia, alla quale parteciperanno tutti i livelli coinvolti nella finanza pubblica, che avrà tra l'altro il compito di monitorare la spesa.

«Su internet il testo sul federalismo». Il testo Calderoli sul federalismo fiscale sarà messo in internet: lo ha annunciato lo stesso ministro, che ha anche chiarito quali saranno i criteri di responsabilizzazione degli enti interessati. Saranno previsti meccanismi premiali, ma anche sanzionatori automatici che non richiederanno un passaggio in Consiglio dei ministri. Tra i criteri sanzionatori il ministro ha elencato il blocco della possibilità di assumere o di spese che non siano essenziali. La perequazione sarà garantita per i livelli essenziali: sanità, istruzione e assistenza sociale.

«Non serve il modello lombardo». «Il modello lombardo è un ottimo progetto per la Regione Lombardia - ha detto Calderoli - Ma a noi serve un modello flessibile che vada bene per tutto il territorio e che quindi sia una legge nazionale».

«Bene la proposta unitaria del Pd». «E' positivo che il Pd presenti una propria proposta sul federalismo fiscale - dice ancora Calderoli - perché è meglio considerare la filosofia di un provvedimento unico, piuttosto che avere tante proposte dei singoli parlamentari che farebbero allungare i tempi».

Fini: non temo il federalismo fiscale. «No, non temo il federalismo fiscale, perché è un modo per rendere effettivo il principio dell'autonomia e dell'autogoverno delle regioni», ha affermato oggi il presidente della Camera Gianfranco Fini in una intervista a Politique internationale, puntualizzando che «occorrerà naturalmente individuare strumenti che non penalizzino le regioni meridionali». «È opportuno sottolineare che la riforma deve essere vista nel suo insieme. Non c'è solo il federalismo - ribadisce Fini - ma le questioni del bicameralismo e del rafforzamento dei centri della decisione politica. Dobbiamo guardare al quadro complessivo delle istituzioni. E il problema da evitare è che possano determinarsi squilibri all'interno del sistema. Tutta l'impalcatura della nuova Repubblica dovrà tenersi bene in piedi ed essere ben bilanciata tra le sue varie parti».

Riforme con l'opposizione. «Rimane in ogni caso un punto fermo: le riforme si fanno insieme con l'opposizione», continua poi Fini ribadendo che «la riforma istituzionale dovrà essere uno dei connotati essenziali della legislatura appena cominciata. È ancora presto per dire quale sarà la via che seguiremo. Non credo comunque che la strada della Bicamerale possa essere percorribile, visti gli insuccessi di tali commissioni in passato».
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda franz il 23/07/2008, 18:52

beh, se ci arriva un odontotecnico leghista (la visione sporadica e televisiva della cui dentatura dà poco affidamento sulle sue qualità professionali) penso ci possano arrivare anche altri (elettrotecnici compresi).
Meglio tardi che mai ... ma è chiaramente una risposta (che suona drammatica) al "Mai con la Lega" di Veltroni.

Ciao,
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda pianogrande il 23/07/2008, 23:28

annalu ha scritto:Da ilmessaggero.it:

Che errore abolire l'Ici: ora serve un'alternativa»
Calderoli: sul federalismo occorre dialogo nord-sud


ROMA (22 luglio) - «Invece di tagliare l'Ici, che è una delle poche tasse su cui gli enti locali esercitano la loro autonomia, anticipando il Federalismo fiscale, sarebbe stato meglio intervenire su qualche altra tassa». Lo ha detto il ministro per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, di fronte alla commissione bicamerale per gli Affari regionali dove oggi ha presentato il suo testo sul federalismo fiscale. «Credo sia stato un errore da parte di tutti abolire l'Ici, che era una delle poche tasse contenenti un principio di federalismo - ha detto Calderoli - Ora deve essere trovata un'alternativa, e tutti insieme dobbiamo individuare un'imposta che abbia la migliore corrispondenza con quello che il Comune fa».

Dopo aver ribadito che con il suo testo sul Federalismo fiscale «bisognerà superare il limite della spesa storica e riferirsi a costi standard», Calderoli ha specificato che per i livelli essenziali di assistenza sarà garantita una «perequazione totale in tutto il territorio. Si istituirà un fondo perequativo a vantaggio delle regioni a minore capacità fiscale».

«No a divisioni ideologiche: bisogna far dialogare Nord e Sud». «Tutti sono disponibili a partire - ha detto ancora Calderoli - questo testo rappresenta una buona base di partenza, è già stata masticata. Comunque, trattandosi di una modifica della Costituzione, per l'approvazione del testo io auspico ci sia una maggioranza qualificata. Non ci devono essere divisioni ideologiche: bisogna trovare il modo di far dialogare il Nord con il Sud. Nell'elaborazione del testo ci sarà la massima attenzione a muoversi completamente all'interno del dettato costituzionale. D'altronde, sia l'articolo 119 sia l'articolo 117 della Costituzione non lasciano dubbi». Il ministro si è poi detto convinto che le città di particolare dimensioni debbano avere una maggiore autonomia, e questo varrà sicuramente per Roma, ma ha qualche dubbio che queste possano identificarsi con le città metropolitane. Prevista poi una cabina di regia, alla quale parteciperanno tutti i livelli coinvolti nella finanza pubblica, che avrà tra l'altro il compito di monitorare la spesa.

«Su internet il testo sul federalismo». Il testo Calderoli sul federalismo fiscale sarà messo in internet: lo ha annunciato lo stesso ministro, che ha anche chiarito quali saranno i criteri di responsabilizzazione degli enti interessati. Saranno previsti meccanismi premiali, ma anche sanzionatori automatici che non richiederanno un passaggio in Consiglio dei ministri. Tra i criteri sanzionatori il ministro ha elencato il blocco della possibilità di assumere o di spese che non siano essenziali. La perequazione sarà garantita per i livelli essenziali: sanità, istruzione e assistenza sociale.

«Non serve il modello lombardo». «Il modello lombardo è un ottimo progetto per la Regione Lombardia - ha detto Calderoli - Ma a noi serve un modello flessibile che vada bene per tutto il territorio e che quindi sia una legge nazionale».

«Bene la proposta unitaria del Pd». «E' positivo che il Pd presenti una propria proposta sul federalismo fiscale - dice ancora Calderoli - perché è meglio considerare la filosofia di un provvedimento unico, piuttosto che avere tante proposte dei singoli parlamentari che farebbero allungare i tempi».

Fini: non temo il federalismo fiscale. «No, non temo il federalismo fiscale, perché è un modo per rendere effettivo il principio dell'autonomia e dell'autogoverno delle regioni», ha affermato oggi il presidente della Camera Gianfranco Fini in una intervista a Politique internationale, puntualizzando che «occorrerà naturalmente individuare strumenti che non penalizzino le regioni meridionali». «È opportuno sottolineare che la riforma deve essere vista nel suo insieme. Non c'è solo il federalismo - ribadisce Fini - ma le questioni del bicameralismo e del rafforzamento dei centri della decisione politica. Dobbiamo guardare al quadro complessivo delle istituzioni. E il problema da evitare è che possano determinarsi squilibri all'interno del sistema. Tutta l'impalcatura della nuova Repubblica dovrà tenersi bene in piedi ed essere ben bilanciata tra le sue varie parti».

Riforme con l'opposizione. «Rimane in ogni caso un punto fermo: le riforme si fanno insieme con l'opposizione», continua poi Fini ribadendo che «la riforma istituzionale dovrà essere uno dei connotati essenziali della legislatura appena cominciata. È ancora presto per dire quale sarà la via che seguiremo. Non credo comunque che la strada della Bicamerale possa essere percorribile, visti gli insuccessi di tali commissioni in passato».


Se L'ICI era un principio di federalismo, comincio a vedre il federalismo fiscale come una maggiore libertà degli enti locali di tassare i cittadini.
Prima lo vedevo come la possibilità di redistribuire il gettito fiscale a livello locale in maniera più equilibrata e coerente con quanto pagato e con la buona amministrazione (chi butta via i soldi non può chiederne a chi amministra meglio).
Se vale questa seconda ipotesi (maggiore libertà di imposizione) questo federalismo comincia a farmi paura.
Gli enti locali sono belve fameliche quando ci si mettono.
Tenere presenti i diversi stratagemmi legati a bolli auto, semafori, autovelox, parcheggi e quant'altro.
Il governo è uno, gli enti locali sono tanti, i cittadini che pagano sono sempre quelli.
Mamma mia!!
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda franz il 24/07/2008, 8:17

pianogrande ha scritto:Se vale questa seconda ipotesi (maggiore libertà di imposizione) questo federalismo comincia a farmi paura.
Gli enti locali sono belve fameliche quando ci si mettono.

Non bisogna vedere solo quanti soldi prelevano localmente ai contribuenti ma soprattutto cosa ne fanno con quei soldi.
Scuole, ospedali? Poi il contribuente è anche elettore e giudica l'operato.
Non a caso nei paesi federali solitamente la somma delle varie imposizioni (locale e centrale) è inferiore alla nostra attuale e la qualità dei servizi è superiore.
Anche questo ti fa paura?

Ciao,
Franz
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda pianogrande il 25/07/2008, 0:04

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Se vale questa seconda ipotesi (maggiore libertà di imposizione) questo federalismo comincia a farmi paura.
Gli enti locali sono belve fameliche quando ci si mettono.

Non bisogna vedere solo quanti soldi prelevano localmente ai contribuenti ma soprattutto cosa ne fanno con quei soldi.
Scuole, ospedali? Poi il contribuente è anche elettore e giudica l'operato.
Non a caso nei paesi federali solitamente la somma delle varie imposizioni (locale e centrale) è inferiore alla nostra attuale e la qualità dei servizi è superiore.
Anche questo ti fa paura?

Ciao,
Franz


Il fatto di essere elettore, finora, non ne ha risolti molti dei miei problemi.
Tu parli di paesi dove le tasse le pagano tutti.
Nel nostro paese, le tasse non le pagano tutti ed ho l'impressione che chi non le paga voti per chi vuole il federalismo.
Dobbiamo tornare a dazi e gabelle?
Nei confronti di chi se diamo troppo di questo potere a sceriffi e faudatari locali?
Confesso che mi sento indifeso e vedo un certo dito medio indirizzato verso una zona alla quale tengo moltissimo.

Ciao
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda franz il 25/07/2008, 8:49

pianogrande ha scritto:Il fatto di essere elettore, finora, non ne ha risolti molti dei miei problemi.
Tu parli di paesi dove le tasse le pagano tutti.
Nel nostro paese, le tasse non le pagano tutti ed ho l'impressione che chi non le paga voti per chi vuole il federalismo.
Dobbiamo tornare a dazi e gabelle?
Nei confronti di chi se diamo troppo di questo potere a sceriffi e faudatari locali?
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Ciao,
un problema per volta: i tuoi problemi non sono risolti, da elettore, vero. Ma non abbiamo il federalismo.
Parlo di paesi in cui le tasse le pagano tutti (o quasi)? Certo e non è un caso se nei paesi federali è piu' difficile evadere. Il fisco è strutturato in modo diverso e poi è difficile, in una piccola comunità, nascondere le imposte.
Dazi e gabelle? Perché mai? Nei paesi federali europei ad essere locali sono le imposte sulle persone fisiche e giuridiche o loro quote importanti.
Chi non paga le tasse vuole il federalismo? Non credo. L'evasione è fortissima al sud, dove arriva al 50% (90% per edilizia ed agricoltura) e fronte di una media nazionale del 25..30%. Al Nord è attorno al 15..18% che è la media europea.
Nei paesi federali è attorno al 10% (unica eccezione la germania, che è sul 16%).
sceriffi e feudatari sono espressione del feudalesimo e del clientelismo. Il clientelismo è possibile negli stati centralizzati, dove rappresenta una forma di potere che unisce la periferia (distante) al centro. Il federalismo spezza tutto questo perché il 70% del potere diventa locale. Chi non lo vuole è perché teme di perdere quel potere.
Comunque non è un problema. Se preferisci mantenere la situaziona attuale, è giusto non volere alcun federalismo.

Ciao,
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda pianogrande il 25/07/2008, 19:44

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Il fatto di essere elettore, finora, non ne ha risolti molti dei miei problemi.
Tu parli di paesi dove le tasse le pagano tutti.
Nel nostro paese, le tasse non le pagano tutti ed ho l'impressione che chi non le paga voti per chi vuole il federalismo.
Dobbiamo tornare a dazi e gabelle?
Nei confronti di chi se diamo troppo di questo potere a sceriffi e faudatari locali?
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Ciao
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Ciao,
un problema per volta: i tuoi problemi non sono risolti, da elettore, vero. Ma non abbiamo il federalismo.
Parlo di paesi in cui le tasse le pagano tutti (o quasi)? Certo e non è un caso se nei paesi federali è piu' difficile evadere. Il fisco è strutturato in modo diverso e poi è difficile, in una piccola comunità, nascondere le imposte.
Dazi e gabelle? Perché mai? Nei paesi federali europei ad essere locali sono le imposte sulle persone fisiche e giuridiche o loro quote importanti.
Chi non paga le tasse vuole il federalismo? Non credo. L'evasione è fortissima al sud, dove arriva al 50% (90% per edilizia ed agricoltura) e fronte di una media nazionale del 25..30%. Al Nord è attorno al 15..18% che è la media europea.
Nei paesi federali è attorno al 10% (unica eccezione la germania, che è sul 16%).
sceriffi e feudatari sono espressione del feudalesimo e del clientelismo. Il clientelismo è possibile negli stati centralizzati, dove rappresenta una forma di potere che unisce la periferia (distante) al centro. Il federalismo spezza tutto questo perché il 70% del potere diventa locale. Chi non lo vuole è perché teme di perdere quel potere.
Comunque non è un problema. Se preferisci mantenere la situaziona attuale, è giusto non volere alcun federalismo.

Ciao,
Franz


Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale?
Mi sembra una eccessiva semplificazione.
Le alternative sono molte di più.
Io, per esempio, comincerei con l'abolizione dei piccoli comuni e delle province.
Ti piace questa ipotesi?
Ciao
Pianogrande
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Messaggioda franz il 25/07/2008, 20:58

pianogrande ha scritto:Io, per esempio, comincerei con l'abolizione dei piccoli comuni e delle province.
Ti piace questa ipotesi?
Ciao
Pianogrande

Fusione di piccoli comuni? Assolutamente si.
Abolizione delle provincie? Assolutamente no.

Pensare ad una lombardia, ad un piemonte, ad un veneto senza provincie è come pensare ad un'Austria senza länder, ad una Svizzera senza cantoni, all'America senza contee. Una assurdità. Piuttosto per lungo tempo sono stato tentato dalla proposta di abolire le regioni, inutile ed artificiale fardello elefantiaco di potere, distante dai cittadini forse tanto quanto il centro romano del potere.
L'italia delle 100 città è quella delle 100 provincie, quella reale che nasce dal rinascimento e da risorgimento. Le regioni sono artificiali e nascono solo negli anni 70.
Io prendo a riferimento il trentino alto adige, che come regiona ha trasferito tutti i poteri ed i compiti alle due provincie autonome di trento e bolzano: la cosa funziona e quelle due province sono le piu' vivibili d'Italia.

Poi ogni tanto ricordo quello che scrisse il Carlo Cattaneo, che conosceva l'Italia meglio di noi:

Seminare nell'arena, di Carlo Cattaneo

"Le nostre città sono il centro antico di tutte le comunicazioni di una larga e popolosa provincia; vi fanno capo tutte le strade, vi fanno capo i mercati del contado, sono come il cuore del sistema delle vene; sono termini a cui si dirigono i consumi, e da cui si diramano le industrie ed i capitali; sono un punto d'intersezione o piuttosto un centro di gravità, che non si può far cadere su di un altro punto preso ad arbitrio. Gli uomini vi si congregano per diversi interessi, perché vi trovano i tribunali, le intendenze, le commissioni di leva, gli archivi, i libri delle ipoteche, le amministrazioni; il punto medio dei loro poderi, la sede dei loro palazzi, il luogo delle loro consuetudini, e della loro influenza e considerazione, il convegno delle parentele, la situazione più opportuna al collocamento delle figlie, ed agli studi ed impieghi della gioventù. Insomma sono un centro d'azione di una intera popolazione di duecento o trecentomila abitanti. [...] Questa condizione delle nostre città è l'opera di secoli e di remotissimi avvenimenti, e le sue cause più antiche d'ogni memoria. Il dialetto segna l'opera indelebile di quei primitivi consorzi, e col dialetto varia, di provincia in provincia, non solo l'indole e l'umore, ma la cultura, la capacità, l'industria, e l'ordine intero delle ricchezze. Questo fa si' che gli uomini non si possono facilmente disgregare da quei loro centri naturali.

Chi in Italia prescinde da questo amore delle patrie singolari, seminerà sempre nell'arena"

Il concetto è che il federaliasmo deve essere, per definiziono, composto da piccoli ed agili territori.
Non da mega/macro regioni (come proponeva Miglio).

I territori piu' piccoli sono queli meglio amministrati.

Ciao,
Franz
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Re:

Messaggioda pianogrande il 26/07/2008, 23:12

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Io, per esempio, comincerei con l'abolizione dei piccoli comuni e delle province.
Ti piace questa ipotesi?
Ciao
Pianogrande

Fusione di piccoli comuni? Assolutamente si.
Abolizione delle provincie? Assolutamente no.

Pensare ad una lombardia, ad un piemonte, ad un veneto senza provincie è come pensare ad un'Austria senza länder, ad una Svizzera senza cantoni, all'America senza contee. Una assurdità. Piuttosto per lungo tempo sono stato tentato dalla proposta di abolire le regioni, inutile ed artificiale fardello elefantiaco di potere, distante dai cittadini forse tanto quanto il centro romano del potere.
L'italia delle 100 città è quella delle 100 provincie, quella reale che nasce dal rinascimento e da risorgimento. Le regioni sono artificiali e nascono solo negli anni 70.
Io prendo a riferimento il trentino alto adige, che come regiona ha trasferito tutti i poteri ed i compiti alle due provincie autonome di trento e bolzano: la cosa funziona e quelle due province sono le piu' vivibili d'Italia.

Poi ogni tanto ricordo quello che scrisse il Carlo Cattaneo, che conosceva l'Italia meglio di noi:

Seminare nell'arena, di Carlo Cattaneo

"Le nostre città sono il centro antico di tutte le comunicazioni di una larga e popolosa provincia; vi fanno capo tutte le strade, vi fanno capo i mercati del contado, sono come il cuore del sistema delle vene; sono termini a cui si dirigono i consumi, e da cui si diramano le industrie ed i capitali; sono un punto d'intersezione o piuttosto un centro di gravità, che non si può far cadere su di un altro punto preso ad arbitrio. Gli uomini vi si congregano per diversi interessi, perché vi trovano i tribunali, le intendenze, le commissioni di leva, gli archivi, i libri delle ipoteche, le amministrazioni; il punto medio dei loro poderi, la sede dei loro palazzi, il luogo delle loro consuetudini, e della loro influenza e considerazione, il convegno delle parentele, la situazione più opportuna al collocamento delle figlie, ed agli studi ed impieghi della gioventù. Insomma sono un centro d'azione di una intera popolazione di duecento o trecentomila abitanti. [...] Questa condizione delle nostre città è l'opera di secoli e di remotissimi avvenimenti, e le sue cause più antiche d'ogni memoria. Il dialetto segna l'opera indelebile di quei primitivi consorzi, e col dialetto varia, di provincia in provincia, non solo l'indole e l'umore, ma la cultura, la capacità, l'industria, e l'ordine intero delle ricchezze. Questo fa si' che gli uomini non si possono facilmente disgregare da quei loro centri naturali.

Chi in Italia prescinde da questo amore delle patrie singolari, seminerà sempre nell'arena"

Il concetto è che il federaliasmo deve essere, per definiziono, composto da piccoli ed agili territori.
Non da mega/macro regioni (come proponeva Miglio).

I territori piu' piccoli sono queli meglio amministrati.

Ciao,
Franz


Debbo riconoscere che mi hai dato un'ottimo spunto di riflessione sulle province.
Grazie
Pianogrande
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Bossi: "Reintrodurrò l'Ici"

Messaggioda franz il 16/08/2008, 9:44

Nel tradizionale comizio di Ferragosto il leader della Lega parla anche
della legge elettorale per le europee ("quasi pronta") e di immigrazione

Bossi a Ponte di Legno
"Reintrodurrò l'Ici"


PONTE DI LEGNO (Brescia) - Torna a parlare del gestaccio in riferimento all'inno di Mameli, annuncia che reintrodurrà l'Ici, si compiace della linea del governo in materia di immigrazione. Nel tradizionale comizio di Ferragosto, tenuto a notte fonda a Ponte di Legno, Umberto Bossi spazia dall'economia alle riforme, dalla sicurezza alla politica estera.

L'Ici. Il ministro delle Riforme è intenzionato a reintrodurre l'Ici. "La rimettero" dice spiegando che bisogna passare da un sistema di finanza derivata, in cui è lo Stato a dare i fondi agli enti locali, a una forma di autonomia finanziaria, in cui loro stessi prendono direttamente le tasse. "I cittadini - aggiunge il leader del Carroccio - sono disposti a dare, se le tasse vanno ai loro Comuni, perché vedono i risultati: strade, aiuole".

Dell'ipotesi di reintrodurre l'Ici Bossi non ha ancora parlato né con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti né con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma della sua idea è assolutamente sicuro. "Bisogna dare a ciascuna istituzione l'autonomia finanziaria", ripete. Visto che le Regioni si occupano dell'industria il ministro pensa a una tassa che riguardi la produzione (ma non l'Irap che "è brutta") per poi investire ad esempio "nelle fiere", cioè per aiutare le stesse imprese ad essere competitive.

Bossi non vuole però sentir dire che la Lega aumenterà le tasse. "Il federalismo - prosegue - è la riduzione delle tasse". Il fatto che i finanziamenti alle Regioni, spiega, per quello che fanno non sarà più basato sulla spesa storica (cioè su quello che ciascuna paga i vari servizi) ma sul costo standard (cioè sulla media di quanto una prestazione costa nelle diverse regioni) permetterà di risparmiare. In pratica, il progetto del leader leghista per il federalismo fiscale è che "se un ragazzo a scuola costa 10 lire in media si danno a tutte le regioni 10 lire: non ci possono essere Regioni che pigliano di più e Regioni che pigliano di meno".

Il dito medio. "Non è un insulto ma una memoria storica", dice Bossi del gesto a dito medio alzato fatto durante un comizio a Padova a luglio in riferimento all'inno di Mameli."Ma l'inno nazionale - ha tenuto a sottolineare - non c'entrava niente".

Il leader della Lega si lancia quindi in un excursus storico: il gesto è nato nell'antichità perché i romani tagliavano agli arcieri nemici il dito medio per impedire loro di scoccare ancora frecce, pratica ripetuta dagli inglesi con i francesi.

"Non disperare cara Paola - afferma muovendo la mano rivolgendosi alla parlamentare veneta Paola Goisis che si occupa di riforma di scuola - ce l'abbiamo ancora".

Immigrazione. Bossi è soddisfatto degli effetti ottenuti dalla politica del governo: "Ora nei popoli che prima venivano da noi è arrivata l'idea che è inutile venire perché tanto li rimandiamo indietro", dice commentando i dati sull'aumento degli sbarchi di clandestini ma anche delle espulsioni nei primi mesi dell'anno. "Già ora - afferma - anche se è vero che gli effetti non sono visibili in pratica, il messaggio che è uscito è: 'non venite perché non vi vogliamo".

Quindi il capo della Lega Nord liquida le accuse di Famiglia Cristiana sul rischio di una forma di fascismo come "sbagliate": Non c'entra niente con il fascismo. Noi semmai aiutiamo i popoli che ora non avendo da vivere fanno scappare i loro cittadini. Bisogna aiutarli a vivere a casa loro, stimolare la capacità di impresa e di lavoro".

Legge elettorale per le europee. "Va fatta entro il prossimo mese", afferma il titolare delle Riforme precisando che il suo "ministero l'ha più o meno pronta". "Dobbiamo tener conto - aggiunge - anche di quello che vuole il presidente della Repubblica. Vuole che partiti, formazioni politiche troppo piccole di inesistente capacità politica e organizzativa alla fine non vadano a finire in Europa. Ne terremo conto e faremo una legge adeguata".

La crisi nel Caucaso. Se l'Unione Europea "si muove" si può arrivare a una soluzione fra Russia e Georgia, sostiene Bossi che nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di inviare truppe italiane in Ossezia. "La Russia - è la sua tesi - non si può mettere contro l'Unione Europea. E' una delle prime volte che l'Europa, nel caso specifico, è più forte dell'America. Non si tratta di bombardare, si tratta di impedire una guerra tra georgiani e russi".

(16 agosto 2008)
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