MOVIMENTO INTERESSANTE!

[pianogrande]

Bene!
Impera l'antiberlusconismo.
In questo momento di vera emergenza democratica ne abbiamo un gran bisogno.
Chissà che al nostro reuccio non gli si sfasci in mano il giocattolo?!
Probabilmente, tanti politici che gli hanno fatto da tappetino, cominciano a prevedere che fine faranno una volta che il nostro amato leader avrà raggiunto tutti i suoi scopi di potere assoluto.
Se si sveglia anche Bossi (ex Roma ladrona) è fatta.

[mauri]

mi è arrivata e giro
"Con entusiasmo, sapremo mettere in campo una nuova, credibile offerta politica."
che è già vecchia e stantia
bah, mauri


Carissimo,

desidero innanzitutto ringraziarti per la disponibilità che hai manifestato.

In queste giornate stanno affluendo migliaia di adesioni e dichiarazioni di interesse al progetto che stiamo lanciando: un vero e proprio “fiume” di amicizia e condivisione, seppure siamo solo all’inizio.

Abbiamo creato una segreteria operativa, presso la quale è possibile far pervenire maggiori informazioni sulla tua realtà locale. Per le tue comunicazioni puoi fare riferimento all’indirizzo mail info@cambiamentoebuongoverno.org

Da parte nostra, assieme ai politici promotori del «Manifesto per il cambiamento e il buongoverno» (www.cambiamentoebuongoverno.org) stiamo preparando incontri a carattere regionale – di cui ti daremo notizia – e un primo appuntamento nazionale, che si terrà nel pomeriggio di venerdì 11 e la mattina di sabato 12 dicembre prossimo in una località che ti comunicheremo al più presto.

In questo tempo difficile, il Paese ha bisogno di coraggio. Con entusiasmo, sapremo mettere in campo una nuova, credibile offerta politica.

Ancora grazie.

A presto.


Francesco Rutelli

[lucameni]

movimento che qui viene schifato senza se e senza ma; col quale però mi sa il PD avrà a che fare.
Con buona pace di di chi rivendica un'orgogliosa e laica solitudine, magari con la sola compagnia della sinistra radicale.
A me di questo movimento centrista dà da pensare solo il tipo di "centro" (anche se l'uscita di Tabacci dall'UDC mi fa essere ottimista) e su alcuni suoi uomini, già protagonisti di inciuci e gravi ambiguità (vedi le polemiche pelose sul cosidetto giustizialismo, le omesse abrogazioni delle leggi vergogna, gli appecoronamenti veltroniani etc etc).
Al di là dei tatticismi il fatto che il PD sia stata di fatto una fusione tra la sinistra DC e l'ex PCI, con pochissimi altri contributi (peraltro anche qui ben poco apprezzati), non ha certo giocato a favore di una grande compattezza.
Questa sarà una sorta di margherita parte II.
Che potesse venire fuori era piuttosto scontato.
Meno scontato che possa essere una cosa seria e autenticamente specchio di chi, da antiberlusconiano, non si sente in sintonia con un PD erede di sole due tradizioni politiche.

[matthelm]

Questa sarà una sorta di margherita parte II.

Eh si caro Luca, quelli che come me provengono dalla Margherita e che spesso e volentieri vengono "schifati", termine non esagerato, guardano con interesse a cosa sta nascendo. E lo dico senza particolare rancore.

D'altra parte questo è anche il desiderio di alcuni, in primis Bersani, che chiedono il formarsi di un Pd di sinistra alleato di un centro non berlusconiano. Forse verrà accontentato.

Certamente dovrà avere più rispetto per chi potrà essere un suo alleato. Così vanno le cose in politica. E tutti vivremo più sereni.

Certo nel Pd rimaranno ancora delle Bindi e degli Scalfarotto...

[lucameni]

ripeto, io di perplessità ne ho e non tanto per l'operazione in sè, che prima o poi era scontata (il ritorno di una simil margherita), quanto per gli uomini o alcuni uomini che - pare - parteciperanno al "movimento".
Per quello che mi riguarda l'importante è che rimanga nell'alveo del Cs (l'uscita di Tabacci da un UDC ancora col vizio della politica dei due forni, mi pare viaggi in questo senso) e non si gingilli troppo con le consuete ambiguità nel campo della giustizia e legalità (prova del nove sarà la prossima riforma salva - Berlusconi). E poi ovviamente dia spazio a quelle culture che nel PD hanno trovato poco spazio.
Peraltro è un'operazione che, seppur discutibile, rientra pienamente nella nuova impostazione di Bersani che punta ad un accordo con tutte le opposizioni, centristi in primis.
Perciò questa repulsione da parte dei tanti elettori ritengo sia indotta in primis dalle persone, Rutelli ad esempio.
Sarebbe una contraddizione se fosse soltanto nei confronti dell'operazione politica: non è logico votare un Bersani, neo-segretario che auspica un Cs con PD e centristi, e poi infamare quei centristi che a detta del segretario (votato) dovranno essere gli alleati naturali del PD.
Residuati meramente ideologici, voglia di sinistra dura e pura, sindrome da Rutelli oppure anche timore (anche per me con un certo fondamento) di incrementare un certo atteggiamento ambiguo e inciucista?
Non lo so.
Non si può entrare nelle mente delle persone. Figuriamoci poi dei forumisti.

[matthelm]

Il timore che è quasi certezza è che l'operazione Bersani, fortemente voluta dal Massimo, dell'Ulivo e del Pd nuovo partito non lascerà nulla.

I popolari, moderati vari e ex margheritini entrati nel PD cosa ci staranno a fare? andranno nel partito più vicino al loro sentire. Mi sembra una cosa tanto elementare.

Questa è (stata?) un'occasione storica che si sta buttando alle ortiche.

Non ne sono felice.

[pierodm]

Cardiff
Non intendevo attribuirti tutto ciò che hai detto: ho soltanto preso una frase, che corrisponde ad un concetto largamente diffuso e, secondo me, fuorviante, anche se avevo capito bene che tu la frase non l'avevi usata con il significato che io ho voluto sottolineare.

Matthelm
Forse sarebbe più utile - a te e al forum - che tu dismettessi l'idiosincrasia che hai verso tutto ciò che scrivo, in via pregiudiziale, e che ci riflettessi sopra appena un po' meglio.
Ma comunque, va bene anche così.

Il fatto è che la genesi del PD ha fatto in modo da trasformare due problemi che avevano una difficile soluzione, in un problema solo senza soluzione, o quasi.
I due problemi erano: uno, la ricollocazione di una parte degli ex-DC e di coloro che avevano basato la propria appartenenza politica su una più o meno coerente posizione anti-comunista; due, la ricollocazione degli ex-PCI e dei socialisti non-craxiani. "Ricollocazione", nel senso più generale, di revisione ideologica e politica in un quadro socio-economico caoticamente definito nuovo e diverso.
Due problemi, abbiamo detto, di soluzione nient'affatto facile, ma estremamente utile, soprattutto sul piano culturale, ma anche su quello strettamente politico: avrebbe implicato una profonda riflessione su temi antichi e mai tramontati, e su quelli più recenti e sugli indirizzi di prospettiva futura.
La sinistra una parte di questa riflessione l'ha fatta: non abbastanza e probabilmente in direzioni in parte sbagliate, ma ha comunque cominciato a farla.
Gli ex-DC no, e gli altri più sparpagliati nemmeno: sono rimasti sulle loro posizioni, politicamente indecifrabili del passato, e aggrappati alla dialettica polemica anti-comunista, perfino più viscerale e più astratta di quando la realtà italiana della prima repubblica post-fascista implicava una forma di convivenza sociale e di collaborazione istituzionale con la sinistra italiana.

Riunificare sotto la stessa insegna questi due problemi ha significato sperare di trovare una soluzione che fosse valida per entrambi: cosa evidentemente impossibile, e a poco vale l'espediente di cambiare le parole che definiscono il problema per renderlo più abbordabile.
Ma non si capisce bene la natura del problema e della sua irrisolvibilità, se non lo consideriamo nel merito, e non astrattamente e, per così dire, secondo un metro di giudizio "equidistante".
La trasformazione che viene richiesta alle due componenti non uguale per entrambe: sia perché una delle due componenti, quella "moderata", un vero percorso di riflessione e ricollocazione non ha mai cominciato a farlo e dunque si trova in un grave arretrato; sia perché partire da sinistra, perfino massimalista, per andare verso posizioni più riformiste è assai diverso che partire da posizioni moderate e andare verso posizioni più caratterizzate politicamente, e che richiedono scelte più radicali.

Un esempio perfino troppo evidente di questa discrasia è il tema cosiddetto "etico".
La maggiore difficoltà è quella in cui si trovano coloro che fanno della "cattolicità" una discriminante politica: quando militavano nella DC, il partito stesso provvedeva a metabolizzare e digerire la complessità del rapporto con i fattori "religiosi", elaborando in definitiva una posizione complessivamente laica dentro il grande calderone delle sue correnti e delle sue diversità. O almeno, una posizione "accettabilmente" laica.
Scomparsa la DC, ed essendo mancata una riflessione adeguata su questi temi in senso politico, le varie componenti cattoliche si sono trovate nella necessità di reinventarsi in corso d'opera una propria identità politica e hanno dato risposte diversissime: alcune hanno accettato la laicità implicita in un partito di centro-sinistra, altre sono rifluite sotto l'ala di un vetero-vaticanismo, altre nella posizione di chi si sente "cattolico liberale" (quindi non clericale) ma che non trova di meglio che definire "estremismo laicista" ogni posizione autenticamente liberale o semplicemente libertaria, liberal-socialista e di sinistra.

Io, ad essere sincero, se fossi uno di questi "moderati", eviterei da tutto inizio di imbarcarmi con un partito che ha evidentemnte radici liberali e socialiste, che è derivato in gran parte dalle trasformazioni intervenute nella galassia di sinistra, e soprattutto dagli ex-PCI.
Facendo questa scelta, infatti - ammesso che le mie convinzioni fossero radicate e forti - avrei da obiettare in continuazione, ma più probabilmente mi chiederei sistematicamente "che cosa ci faccio qui".
E certamente sarei un compagno di strada tanto incompreso quanto fastidioso.

Tornando a bomba su Rutelli: Cicciobello aveva fatto evidentemente male i suoi conti, anche se nel suo caso escluderei che le sue convinzioni "cattoliche" siano mai esistite, e comunque siano mai state profonde e forti.
Ma evidentemente non erano profonde e forti nemmeno le sue radici libertarie e radicali.
In realtà sono affari suoi.

[ranvit]

Condivido l'analisi di pierodm e mi chiedo quindi cosa ci stiano a fare i "clericali" nel Pd, in particolare oggi con l'avvento di Bersani.

Si è tanto vociferato sull'azione di D'Alema che sarebbe concertata con Rutelli di una ridivisione di percorso da parte di parte di ex popolari. Tutto sommato mi pare credibile e soprattutto saggia...
A me non dispiace affatto il movimento per il buon governo che annovera tra le sue fila Cacciari e Tabacci, oltre che naturalmente Rutelli..., tutto sta a vedere dove vorranno andare a parare.
Se confluiranno con Casini in un nuovo Udc che si ispira al Ppe e prepara l'alternativa a Berlusconi all'interno dello stesso centrodestra (questa volta non populista e piu' "europeo"), saro' contento per la democrazia italiana e piu' in generale per il Paese...c'è bisogno di un centrodestra "vero".
Se, invece, punteranno a costruire un "centro" liberale ma alleato al Cs ne sarò ancora piu' contento e potrei anche aderirvi.

Vittorio

[matthelm]

Pierodm, credimi e senza supponenza, questa tua frase mi è incomprensibile “ tu dismettessi l'idiosincrasia che hai verso tutto ciò che scrivo, in via pregiudiziale”. Non ricordo l’ultima volta che ti ho risposto direttamente e magari invece ti sei identificato in altre posizioni su cui non ero d’accordo. Poco male. Ma passiamo oltre.

Sulla “storia politica” che hai descritto avrei moltissime osservazioni da fare e, naturalmente, concordo su poco di quella visione da sinistra.. Dovrei scrivere un trattatello.

Da quel che ho capito la storia che hai raccontato la vivi da esterno, io dall’interno del PD.
Progetto che per me è stata una scommessa: costruire un partito nuovo NON di sinistra, NON di centro.

Con un retro pensiero, lo ammetto, che il difficile era smuovere la sinistra dai suoi totem: sindacato cgil e statali vari, disattenzione alle piccole e medie imprese, visione liberale della società, non aggregarsi al socialismo ormai guscio vuoto ed insignificante ed alla fine perdente, libertà di coscienza sui temi etici senza inutili “stracciamento” di vesti laiciste.Questi “difetti” li ho ritrovati tutti.

Ma il punto più importante era che finalmente la sinistra democratica poteva liberarsi definitivamente da un clichè irrimediabilmente e storicamente in ritardo. Questo era il valore aggiunto che i “moderati”, come dici tu, avrebbero portato nel nuovo partito.

Ma i timori che un partito di sinistra ha geneticamente nel suo dna si sono manifestati: l’annessione delle forze “reazionarie, bigotte, vaticane, future traditrici” (cioè tutte quelle a lui esterne) non contempla una fusione alla pari e aperta. I partiti di sinistra generalmente non si fondono neanche tra di loro se non con esponenti singoli: è un loro grossissimo limite (insormontabile?). Loro di solito si dividono, sempre. Ci sarà una spiegazione?

Per tornare al presente ora io aspetto al varco Bersani con una quasi certezza: sta costruendo qualcosa che non era il progetto del PD.

E quindi mi pongo la tua domanda “cosa ci faccio qui” consapevole che una larga parte del mio “popolo” se ne è già andata ed il resto sta all’erta.
Credo che da alleati si potrà lavorare meglio e con più rispetto (non parlo di te che non sei del PD!).

Tra parentesi, la maniera supponente con cui Bersani ha trattato il cofondatore del PD Rutelli la dice lunga. La tua stessa antipatia su Rutelli è una cosa da agit-prop tipica dell’ordine di scuderia: quello è sempre il nemico e non è di sinistra, e basta.

Ora si aggiungono Cacciari, Lanzillotta , Dellai, e altri … ripeto , un movimento interessante.

Di tutto questo la Bindi, Prodi e purtroppo Enrico Letta non se ne accorgono e non vedono che sono come la famosa mosca cocchiera che pensa di guidare la carrozza…

[ranvit]

da repubblica.it :

Presentato il movimento centrista. L'ex leader della Margherita
"Inizia un cammino nuovo per un'Italia liberale e riformatrice"
Si chiama Alleanza per l'Italia il nuovo partito di Rutelli


ROMA - "Alleanza per l'Italia" è il nome del partito lanciato da Francesco Rutelli insieme ad altri esponenti politici come Bruno Tabacci, Lorenzo Dellai e altri esponenti della società. Il movimento celebrerà la sua prima convention a Parma i prossimi 11 e 12 dicembre.

"Il nostro e' un cammino che inizia - ha detto Rutelli - non sono d'accodo con un Partito Democratico che va a sinistra, ma lo rispetto e iniziamo, oggi, con tante forze nuove e di esperienza e di convinzione un cammino per aggregare coloro che pensano ad un'Italia democratica, liberale, popolare e riformatrice''.

Con questa ''dichiarazione telegrafica'', affidata poi anche alle telecamere, Francesco Rutelli ha sintetizzato il senso del movimento, del ''soggetto politico'' presentato alla stampa insieme ad una ventina di parlamentari (tra senatori e deputati) che anno aderito alla sua iniziativa (o che stanno per farlo).

"Vogliamo essere un'alternativa - dice invece Tabacci - al populismo che viene seminato a piene mani dal premier e dal suo principale alleato, la Lega. Ma siamo critici anche verso l'opposizione : il Pd è diventato un prolungamento dei Ds, e la corrente giustizialista non ci piace". Alleanza per l'Italia , spiega Tabacci, giudica "indifendibile" l'attuale bipolarismo, ed è alla ricerca di nuove strade, perchè, dice sempre Tabacci, "siamo convinti che qualcosa si sta muovendo nel paese".
(11 novembre 2009)