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MOVIMENTO INTERESSANTE!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda matthelm il 31/10/2009, 18:00

lucameni ha scritto:questo movimento avrà l'intenzione davvero di essere nel medio-lungo periodo la gamba più centrista e liberale del Cs?


Sì sono d'accordo è una buona domanda. E naturalmente dovrà essere una cosa diversa dall'Udc di Cuffaro.

Aggiungiamo che per far questo ci vuole un buon leader!! Merce rarissima.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda pianogrande il 31/10/2009, 23:25

Mi fa molto ma molto piacere veder definire l'UDC come "l'UDC di Cuffaro".
Fotti il sistema. Studia.
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda disallineato il 31/10/2009, 23:32

Aspetto di vedere altri politici del PD appartenenti alla corrente cattolica, affluire a questo movimento. Finalmente si delineano delle prese di posizione nette. Anche se personalmente il centro lo ritengo un pò ambiguo.
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda pierodm il 01/11/2009, 0:01

Parto da una frase di Matthelm su Rutelli, perché il Cicciobello è il protagonista del "movimento interessante".

Iafran, trapela dal tuo post un’antipatia politica per Rutelli. Poco male, è un fatto alimentato spesso e volentieri da certi sinistrorsi che si sono scagliati contro il "nostro" da quando questi ha iniziato a manifestare forme di autonomia e critica verso il moloch (?) sinistra.

E' un fatto alimentato dalla mediocrità e dalle infinite ambiguità di Cicciobello - e non è un'antipatia solo politica, ma anche, diciamo così, di faccia e di cravatta: quelle cravatte chiare, da prima comunione, e poi è un'epopea familiare, con quella ragazza che "c'era una volta l'eskimo e la sinistra", tutti transumanti attraverso tutta la gamma possibile di pascoli, sempre attenti a non rimetterci mai un incarico e una poltroncina.
La "conversione", tra l'altro, di Cicciobello alla causa clericale è stata talmente sfacciata e opportunistica da essere grottesca: i primi a storcere il naso dovrebbero essere coloro che si ritengono cattolici veri, e perfino coloro che hanno un'indole "centrista" intimamente sincera (anche se nell'indole centrista sincera è geneticamente ricompreso uno spesso strato di pelo sullo stomaco che attutisce la sensibilità).

In questa discussione le cose più chiare e più corrette le hanno scritte Trilogy e Cardif, compreso il tono ironico dei loro post: la banalità e il disarmante opportunismo del "movimento interessante" non suggeriscono un impegno diverso e più serio, e forse perfino l'ironia è sprecata.
Ite, missa est. Cicciobello is the best.
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda cardif il 01/11/2009, 1:46

Bè, leggendo il commento di pierodm, sono contento di aver dato un contributo.
E, incoraggiato dal successo (come diceva un caro amico), voglio solo chiarire: non avrei prevenzioni contro un sistema con un centro, anche preponderante (in effetti concordo su questo con certi tipi: in medio stat virtus). Gli interessi delle realtà sociali sono spesso in contrasto (imprenditori contro operai; malati contro strutture sanitarie; utenti dei servizi contro dipendenti dei fornitori di servizi, addirittura). E quindi le soluzioni migliori sono quelle centriste, che trovano un giusto equilibrio tra le esigenze di tutti.
Il problema è attuarlo un simile sistema, che però sia democratico. E qui casca l'asino (chissà perché): secondo me diventerebbe il centro di potere assoluto, senza controllo, una dittatura della maggioranza, forse la dittatura della burocrazia addirittura. E io sono visceralmente contro ogni forma di dittatura.
Perciò non vedo di buon occhio un tripolo (Casini ha detto che punta al 14%). Il polo centrale non ha niente a che vedere con l'ago della bilancia (quel 2/3%) utile per costituire una maggioranza con tre/quattro/cinque partiti, come nella Prima Repubblica; è tutt'altra cosa. Se ironia mi è scappata, è nei confronti dell'attuabilità di una simile ipotesi.
Secondo me può anche andare bene il bipolarismo (centrosinistra e centrodestra, entrambi con buona parte di centro); ma meglio ancora il proporzionale con lo sbarramento, che riduce le tensioni anche nella società. Terzium non datur (ancora quei tipi!).
saluti, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda lucameni il 01/11/2009, 2:48

veramente i "terzi poli" ci sono anche nei sistemi cosidetti bipolari. Il bipolarismo è fatto da un sistema che (tendenzialmente) vede due poli (e nel caso estremo due partiti) contendersi la vittoria elettorale; non certo un sistema che stermina gli altri partiti.
La loro aspirazione - appunto - è diventare uno dei due poli che di fatto poi si contendono la vittoria alle elezioni.
La GB fine anni '70 anni '80 con i liberali e socialdemocratici dovrebbe aver pur insegnato qualcosa.
Il cosidetto bipolarismo se è compreso e apprezzato dagli elettori rimane al di là di più poli: nei fatti saranno sempre due (c'è semmai da chiedersi quali) a giocarsi la vittoria alle elezioni.
Perciò non vedo particolari eresie contro il bipolarismo se alle elezioni si presentasse più di un polo.
Detto questo anche io ritengo che sia preferibile e utile avere un Cs fatto non solo dal PD ma anche da una parte più centrista (poi dipende di che qualità .....).
La cosa non mi pare affatto in contrasto col "bipolarismo", innazitutto perchè un "centro" comunque deve scegliere con chi stare (si spera prima delle elezioni) se non è polo o alleanza di partiti tale da vincere le elezioni da solo; e poi perchè siamo sempre in una repubblica parlamentare (per fortuna).
Quello semmai che ritengo sia da discutere sono le prospettive a breve e medio termine che si pone questo movimento; e i suoi uomini. Non certo il "centro" in quanto tale.
E' un luogo politico, spesso non apprezzato sia per la presenza di molti trasformisti sia per la sua scarsa ideologizzazione (poco gradita agli ideologizzati), non per forza di cose un partito strutturato.
Ma se fosse partito.....vabbè non penso sia una tragedia.
Come dire: non sarebbe affatto un'anomalia europea. Molto più anomalo è il Pd.
Anomalia positiva?
Forse. Ma anomalia.
Perciò..........
Ultima modifica di lucameni il 01/11/2009, 2:50, modificato 1 volta in totale.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda cardif il 01/11/2009, 2:49

Avevo dimenticato i commenti di Franz e trilogy.
Si, penso che al potere legislativo spetti prevalenza, ma soprattutto debba riprendere autonomia da quello esecutivo a cui oggi è stato asservito (a novembre il Parlamento va in ferie perché non ha nulla da fare per mancanza di soldi da spendere! E' il colmo!) Penso che il Parlamento debba elaborare leggi e demandare al Governo il compito di renderle esecutive. Penso una cosa strana: al Parlamento dovrebbe essere inviato da ogni circoscrizione quello che prende più voti a maggioranza relativa: 500 deputati > 500 circoscrizioni: un eletto per ciascuna circoscrizione per conoscenza più o meno diretta). Dopo le elezioni (con cui si sceglierebbero le persone e non i partiti!!!!), in Parlamento si costituiscono i gruppi parlamentari che scelgono un esecutivo; questo rimane in carica in ogni caso fino a che vi rimane il Parlamento, anche se questo approvasse leggi con maggioranze variabili.
Poi ci sono i dettagli grossi come montagne, ovviamente.
Saluti, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda ranvit il 01/11/2009, 11:41

Da ilmattino.it di ieri 31/10/09 :

Sarebbe riduttivo leggere come un episodio interno ai difficili equilibri del centrodestra la decisione a sorpresa del presidente della Camera: che ha mandato i deputati in vacanza per una settimana, risultando l’attività legislativa paralizzata dai veti opposti dal governo ad alcune leggi, causa mancata copertura finanziaria.
In realtà, la mossa di Fini ha il merito di mettere a nudo un problema che non nasce certo oggi e che non riguarda solo l'Italia: ovvero i rapporti fra governo e camere in un regime parlamentare, quello in cui esiste un indissolubile rapporto fiduciario fra maggioranza ed esecutivo.
In teoria questo sistema dovrebbe assicurare il primato al potere legislativo, da cui l’esecutivo trae la sua legittimazione (infatti il governo entra nella pienezza dei suoi poteri solo dopo la fiducia del Parlamento e cade se questa viene meno).
È infatti in nome di questo primato - e contro ogni possibile prevaricazione dei sovrani, originariamente titolari del potere esecutivo - che il sistema è nato (in Gran Bretagna) e si è poi affermato in buona parte dell’Europa come sicuro presidio delle pubbliche libertà e del rispetto della sovranità popolare, che proprio nel Parlamento trova la sua espressione più autentica.
Così pensavano i teorici della democrazia. E così pensarono i padri costituenti quando disegnarono per la Repubblica italiana un impianto tipicamente parlamentare. Questo in teoria.
Di fatto è accaduto però che proprio quei sistemi nati per esaltare il ruolo del Parlamento abbiano spesso finito col deprimerlo e marginalizzarlo.
La ragione è presto spiegata.

Se governo e maggioranza parlamentare hanno la stessa fonte di legittimazione (le elezioni politiche) e sono legati a uno stesso destino, è fatale che l’unica alternativa a un impraticabile regime assembleare sia il primato dell’esecutivo. Esecutivo che tenderà inevitabilmente a piegare la sua maggioranza alle sue scelte, rivendicando a sé il diritto di fissare priorità e compatibilità (non è un caso se nelle grandi democrazie europee, e non solo in Italia, la maggior parte delle leggi è di iniziativa governativa).
Tanto più quando il governo, come è oggi nel caso italiano, ma in generale in presenza di un sistema elettorale maggioritario, trae la sua legittimazione, diretta o indiretta, dal voto dei cittadini.
Né è detto che le cose vadano diversamente laddove vige il sistema proporzionale (com’era nella nostra Prima Repubblica): in quel caso a dettar legge sono i partiti, titolari in prima persona di quote del consenso popolare e presenti in Parlamento attraverso i loro gruppi. Nell’uno e nell’altro caso, le Camere rischiano di ridursi, anche se per fortuna non sempre questo accade, a un ruolo di mera registrazione di decisioni prese altrove. Tanto da suggerire al cittadino comune (o, com’è accaduto poco tempo fa in Italia, allo stesso presidente del Consiglio) l’irrispettosa domanda su quale sia l’utilità di mantenere parlamenti così numerosi quando basterebbe una sorta di riunione di condominio in cui i leader di partito facessero valere le loro quote millesimali.
Lasciando da parte le battute (che ignorano fra l’altro il carattere personale e non vincolante del mandato, sancito dalla Costituzione), non è inutile porsi seriamente il problema di come muoversi, qui e oggi, per salvaguardare la dignità, e accrescere la funzionalità, dell’istituzione parlamentare.
La soluzione più radicale sarebbe cambiare il sistema e scegliere l’unica alternativa democratica al parlamentarismo, ossia il regime presidenziale, in cui esecutivo e legislativo, eletti con modalità e in tempi diversi, si limitano e si controllano vicendevolmente procedendo ognuno per la propria strada.
Ma, anche prescindendo da ogni valutazione di merito sul regime presidenziale (che ha anch’esso i suoi difetti), questa strada presupporrebbe la riscrittura da cima a fondo della Costituzione: ipotesi oggi non plausibile ammesso che sia auspicabile.
Qualcosa tuttavia si può fare senza bisogno di ripartire da zero, limitandosi a quei ritocchi che quasi tutte le forze politiche e lo stesso capo dello Stato ritengono utili e possibili e che potrebbero restituire credibilità alle istituzioni rappresentative: la riduzione del numero dei parlamentari; la distinzione fra le funzioni delle due camere; una legge elettorale, non importa se basata sull’uninominale o sullo scrutinio di lista, che rimetta in mano agli elettori la scelta dei suoi rappresentanti. Un Parlamento più snello, più rapido nelle sue decisioni e più legittimato nelle sue basi avrebbe, quale che fosse il colore della maggioranza, maggiori possibilità di riaffermare la sua autonomia e di difendersi dalle ondate di impopolarità che periodicamente lo investono.
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Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda franz il 01/11/2009, 12:22

pianogrande ha scritto:Mi fa molto ma molto piacere veder definire l'UDC come "l'UDC di Cuffaro".

Il problema non sono le i procedimenti penali e le condanne, visto che tutti i partiti hanno scheletri nell'armadio (ed il centro destra ha un'intera collezione primavera-estate-autunno-inverno)
È chiaro che noi in Sicilia non abbiamo nessuno (non abbiamo voti e non abbiamo quindi amministratore eletti).
Ma se avessimo voti ed avessimo eletti, saremmo sicuri di non avere in casa casi come Cuffaro?
Abbiamo anche il PD di Del Turco e di Bassolino ... e la Calabria non brilla molto quanto a leader puliti.
Il codice etico del PD come vediamo non basta ad evitare casi di un nostro governatore regionale (abruzzo) che viene arrestato. Poi è chiaro che la posizione giudiziaria di Cuffaro è molto piu' grave di quella di Del Turco ma questo proprio perché la sicilia è la sicilia e la mafia in abruzzo non c'è.
Io non proverei piacere delle disgrazie altrui, quando è evidente che esiste una questione morale anche nel centro sinistra.

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Re: MOVIMENTO INTERESSANTE!

Messaggioda trilogy il 01/11/2009, 12:32

ranvit ha scritto:Da ilmattino.it di ieri 31/10/09 :
Qualcosa tuttavia si può fare senza bisogno di ripartire da zero, limitandosi a quei ritocchi che quasi tutte le forze politiche e lo stesso capo dello Stato ritengono utili e possibili e che potrebbero restituire credibilità alle istituzioni rappresentative: la riduzione del numero dei parlamentari; la distinzione fra le funzioni delle due camere; una legge elettorale, non importa se basata sull’uninominale o sullo scrutinio di lista, che rimetta in mano agli elettori la scelta dei suoi rappresentanti. Un Parlamento più snello, più rapido nelle sue decisioni e più legittimato nelle sue basi avrebbe, quale che fosse il colore della maggioranza, maggiori possibilità di riaffermare la sua autonomia e di difendersi dalle ondate di impopolarità che periodicamente lo investono.
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Sono 2 legislature che si parla di queste misure: "la riduzione del numero dei parlamentari; la distinzione fra le funzioni delle due camere" pensavo fossero già legge. Comunque secondo me c'è un altra questione. Alla fin fine il Parlamento lavora, sforna leggi e decreti, (anche troppi e di qualità pessima) Il problema è che poi non succede assolutamente nulla. Abbiamo normative rimaste nel limbo per anni, che vengono poi modificate da altre normative destinate a rimanere inapplicate per altri decenni, il tutto in attesa del parere di tizio, del ricorso di caio, dell'emanazione della circolare esplicativa ecc. ecc. Su questa meccanismo si innesta la politica degli annunci: l'attuale governo sforna una riforma al giorno, la stessa riforma è spesso "rivenduta" sui media a 2/3 mesi di distanza. Fini bloccando la Camera ha messo in evidenza anche l'abuso di questo trucco.
Insomma è' tutta la filiera politico-amministrativa che andrebbe riprogettata.
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