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Laicità e dati Ipsos

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda pianogrande il 28/09/2009, 13:23

[quote="Robyn"
<Serve la la laicità democristiana,quella cioè che non impone niente a nessuno MDA"Massimo D'Alema">
[/quote]

Non sapevo che Dalema avesse enunciato uno sfrondone del genere.
A meno che, adesso, non dobbiamo metterci a discutere sul significato di "democristiano".
Le mie ginocchia potrebbero superare le quote latte.
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda lucameni il 28/09/2009, 17:41

Temo che sulla laicità sia pressochè impossibile intendersi.
Mi pare che uno studioso come O. Roy abbia visto giusto nel definire i termini del problema: ovvero la laicità, almeno come intesa da lui, non tende ad escludere i credenti dala dibattito politico bensì a definire uno spazio di neutralità. Il "consenso" a cui Roy si riferisce (legge Ferry) non è sui valori (rivendicati anche dai laici) ma sul rispetto di una regola del gioco, purchè ratificata dalla volontà popolare. Insomma la critica che viene fatta alla laicità come intesa dai più arrabbiati è che si tende spesso a non considerare (e rispettare) il confine che esiste tra gli atti dall'opinione.
Detta così sembrerebbe semplice ma diventa più difficile quando si parla di laicità non come forte rivendicazione di neutralità appunto ma come animo antireligioso, che mi pare potersi rilevare facilmente nelle prese di posizione di tanti.
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda Robyn il 28/09/2009, 21:06

lucameni
La cosa,che non è un problema,è la libertà d'espressione.Personalmente a me non dà nessun fastidio che un credente quando si avventuri in un tema che riguarda la vita e la famiglia usi la piena libertà di esprimersi nel dire parole come chiesa,cristianesimo,clero etc,anche perche la costituzione a chiare lettere dice tutti hanno il diritto a manifestare con la parola lo scritto od altro il proprio pensiero e che tutti hanno diritto di manifestare ed esercitare la fede in forma associata o individuale,di esercitarne il culto in pubblico e in privato.Personalmente io non lo faccio,perchè sono abituato in un'altro modo,ma non si può impedire ad altri di farlo,sono cioè liberi di farlo.La mia è una fede individuale,infatti in famiglia non mi è mai piaciuto che qualcuno mi facesse domande circa la fede,ma gli altri possono benissimo esprimere liberamente il proprio modo di essere cattolici pubblicamente.Se ciò non fosse possibile non ci sarebbero neanche le processioni per strade che troviamo l'estate durante le feste etc etc.Pero credo allo stesso tempo,fermo restando questa libertà,che non sia necessario farlo,ma nessuno lo può impedire Ciao Royn
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda pianogrande il 28/09/2009, 22:29

lucameni ha scritto:Temo che sulla laicità sia pressochè impossibile intendersi.
Mi pare che uno studioso come O. Roy abbia visto giusto nel definire i termini del problema: ovvero la laicità, almeno come intesa da lui, non tende ad escludere i credenti dala dibattito politico bensì a definire uno spazio di neutralità. Il "consenso" a cui Roy si riferisce (legge Ferry) non è sui valori (rivendicati anche dai laici) ma sul rispetto di una regola del gioco, purchè ratificata dalla volontà popolare. Insomma la critica che viene fatta alla laicità come intesa dai più arrabbiati è che si tende spesso a non considerare (e rispettare) il confine che esiste tra gli atti dall'opinione.
Detta così sembrerebbe semplice ma diventa più difficile quando si parla di laicità non come forte rivendicazione di neutralità appunto ma come animo antireligioso, che mi pare potersi rilevare facilmente nelle prese di posizione di tanti.
Vabbè.


Un "animo antireligioso" mi viene difficile definirlo laico.
A meno che non si consideri "antireligioso" chi ha qualcosa da ridire davanti alla imposizione per legge dello stato dei precetti di qualche religione.
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda Robyn il 29/09/2009, 12:32

Ferry chi è?Ministro dell'istruzione francese
Sono perfettamente d'accordo con lucameni.Definire uno spazio neutrale in cui interagiscono laici-cattolici e laici non cattolici,uno spazio non influenzato da ideologie e precetti e dove si affrontano le questioni nel merito e con la ragione e dove lo spirito antireligioso non c'è,ma neanche la religione.Ne clericalismo e ne anticlericalismo.Del resto queste sono le caratteristiche dell'elettorato ex DS.Un'elettorato ne clericale e ne anticlericale Ciao Robyn
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda incrociatore il 29/09/2009, 13:00

oggi si parla tanto di "libertà di coscienza"... e che sia, finalmente, libertà di coscienza... non c'è nulla di più laico della libertà di coscienza.

Ma allora lasciatemi la mia libertà di coscienza, non si cerchi di impormene una... per Legge.

O davvero si pensa che un agnostico una coscienza non l'abbia?
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda ranvit il 29/09/2009, 13:11

Da :
per non mollare
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“[…] Chi cerca nella libertà altra cosa che la libertà stessa è fatto per servire […]” (Alexis de Tocqueville)
Anno X – n. 20 – 28 settembre 2009

NECESSITA’ DEL LAICISMO

RISPONDERE ALLA MINACCIA FONDAMENTALISTA

Indico nel fondamentalismo la minaccia che ci incombe, forse, perchè vivo in Veneto.

L’attuale maggioranza governativa cova al proprio interno un nucleo fondamentalista al quale la strategia clericale vatican-berlusconiana non può costituire una risposta liberale. I tentativi del Presidente della Camera dei Deputati sono la prova provata della degenerazione in atto.

A mio modesto parere il regime partitocratrico, sostanzialmente clericale, rischia la degenerazione fondamentalista, di qui la necessità di “rompere” l’attuale maggioranza governativa e permettere alle energie laiche, prigioniere nel Partito democratico; di farsi protagoniste della lotta politica.

Le energie laiche, che pure ci sono nel Partito democratico, sembrano, peraltro, spesse distratte da obiettivi diversi, tanto da lasciarsi spiazzare dai teodem. Certo il caso “Dorina Bianchi” è superato, ma il guaio è stato il messaggio lanciato: “Clericali di destra, noi clericali di sinistra siamo pronti a fare da quinta colonna!”. Il che alla vigilia della discussione parlamentare sul testamento biologico, è particolarmente preoccupante.

Dicevo che il Veneto è un osservatorio particolare per denunciare il pericolo fondamentalista. Il Veneto è una delle aree più moderne d’Italia ove un imprenditore su dieci è straniero. Però, in base ad informazioni giornalistiche (“Il Corriere della Sera – Magazine” e “Il Gazzettino” del 24 settembre) il Veneto dà segnali gravissimi di intolleranza nei confronti degli stranieri. Recentemente un paziente veneto in ospedale, a Padova, ha cacciato l’infermiera perché nera, a Venezia vi sono state botte ad un cameriere al grido “Facci vedere il permesso”, a Camposampiero l’assessore alla sicurezza e i vigili urbani perquisiscono le case abitate da immigrati per individuare i clandestini da rispedire a casa, a Pieve di Soligo una signora ha “ordinato” ad un supermercato di non vendere prodotti a chi indossa il burqa. Questa intolleranza scoppiata nel Veneto significa che il terreno sta diventando fertile per un movimento fondamentalista? Come contrastarlo?

Dato che individuiamo nell’attuale maggioranza governativa il luogo favorevole alla gestazione di un nucleo fondamentalista diventa necessario tentare di “spaccare” la coalizione. Lo so, le attuali opposizioni parlamentari non sono in grado di contrastare la maggioranza governativa, però potrebbero approfittare delle rivalità esistenti tra il Pdl e la Lega (naturalmente accentuate dopo l’esito dei referendum primaverili che hanno ringalluzzito i “padani”).

L’occasione potrebbe essere offerta dalle prossime elezioni regionali vista la “concorrenza” tra gli alleati della maggioranza. Le opposizioni parlamentari abbiano pazienza, aspettino di decidere il da farsi non appena fosse chiaro se Pdl e Lega rinnovano il patto di alleanza o se lo rompono. Occorre avere un po’ di coraggio e di immaginazione.

Un soggetto riformatore di liberali e democratici potrebbe essere uno strumento utile, almeno qui in Veneto? (bl)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda pagheca il 29/09/2009, 17:39

secondo me e' vero, come ha detto Lucameni che e' difficile trovare un equilibrio tra brights (o secolaristi, o laici, o XYZ o quello che vi pare, insomma... penso che chi vuole capisca cosa intendo: non perdiamoci per favore in dispute inutili sulle definizioni) e cattolici.

La cosa che pero' bisognerebbe cercare di capire e' perche' questo tipo di dispute, e la mancanza di un accordo, sono una peculiarita' soprattutto italiana. Perche' insomma in Spagna, pure cattolica, un accordo sullo stato laico e' stato di fatto (e non con bei discorsi teorici) trovato. Nel senso che se negli altri paesi questo problema e' stato ricondotto a dimensioni ragionevoli, mentre in Italia sembra comunque condizionare lo sviluppo del Paese, la vita politica, etc., vuol dire che una qualche soluzione esiste. Qualcuno sosterra' che il motivo di questa differenza e' la presenza del Vaticano e quella onnipresente della Chiesa nella nostra vita e sul territorio, ma io non ne sono cosi' convinto, perche' i cattolici, o in generale i credenti, esistono dappertutto e sono maggioranza.

Comunque, negare che il problema esista e che sia facile tracciare una linea netta e condivisibile da entrambe le parti per creare uno stato laico, usando frasi di principio, mi pare assai ingenuo.

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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda incrociatore il 29/09/2009, 17:57

si ma è un errore pensare al Vaticano come solo "alla casa dei cattolici"...

Il Vaticano è un centro di potere e di interessi enormi.
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Re: Laicità e dati Ipsos

Messaggioda pagheca il 29/09/2009, 18:10

incrociatore ha scritto:si ma è un errore pensare al Vaticano come solo "alla casa dei cattolici"...

Il Vaticano è un centro di potere e di interessi enormi.


si d'accordo ma questo che c'entra?

Io mi sto chiedendo qui se esiste un modo semplice di tracciare una linea che definisca la differenza tra stato laico e non. Secondo me questa linea non e' banale tracciarla, come sembrerebbe che molti di voi pensano. Perche' buona parte delle affermazioni che fate sono interpretabili in due maniere diverse a seconda di che lato si sta. Il fatto e' pero' che in molti paesi questo problema e' stato risolto in qualche modo.

questo per riassumere quello che ho gia' detto.
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