Franz, la parte risalente a quei cretini dei greci antichi era solo quella etimologica. L'altra era attuale.
Però, prima di infervorarci sulla "scienza", vorrei ricordare di nuovo che della matematica ne hai parlato tu, nel suo ruolo imperfetto di produttrice di soluzioni certe, di "formule" risolutive, etc.
Per quanto riguarda poi le differenze che ti piace esporre tra matematica e scienza, io non sono d'accordo con te nel merito, ma poiché trovo la questione piuttosto pedantesca, la lascio volentieri alla tua disponibilità.
Quello che mi interessa di più è difendere la natura tecnologica del linguaggio, che non viene per nulla sminuita dal fatto - per altro assai discutibile - di non essere funzionale alle "dimostrazioni" di tipo scientifico-matematico.
Ma non riesco a capire come fare per discutere di questo con te, visto che mi scappi via da tutte le parti - e per la verità la questione mi sembra così evidente che non ho nemmeno la voglia di insisterci troppo.
I cervelloni che si occupano etc etc hanno approfondito quelle parti che a te entusiasmano tanto: ma per saper collocare ciò che si apprende e nel coglierne il significato più generale serve appunto un cervellone.
Quando tu ti risenti, nel momento in cui qualcuno ti tratta da pedante e si sente offeso dalla tua saccenteria, rileggiti quello che scrivi, probabilmente perso da un'ebrezza simile a quella del ministro Brunetta.
Quando te ne vieni fuori, come se stessi parlando con dei deficienti o dei ragazzini, con la terra che gira intorno al sole e con le scimmie, pensi di essere considerato uno "scienziato"? O un cervellone? O una persona simpatica? Un interlocutore gradevole?
A me dai l'impressione di uno che non ha capito una ceppa dell'argomento di cui sta parlando, e che vuole dimostrare qualcosa solo a se stesso.
E non scegli bene nemmeno le metafore: che c'entra il bicchiere di vino? Che ci dovrebbe fare la scienza con quel bicchiere di vino che noi umani non possiamo nemmeno immaginare? Che sta girando intorno al sole, o che fa male alle scimmie, o che nell'inconscio lo beviamo credendolo il sangue di nostro padre Alboino?