da pierodm il 05/09/2009, 11:05
Concordo e sottoscrivo pienamente, sia Pagheca sia Mariok.
Sinistra ... ancora guidata (lo si è visto in questa discussione) da vecchi miti, vecchi fari, alla ricerca di seconde, terze, quarte vie - Franz.
Guidata? A prescindere dalla definizione di vecchio di qua e vecchio di là, a questa situazione (intesa in senso stretto di fazione e in senso lato nazionale) siamo arrivati perché le idee-guida sono state improntate al marxismo e ai "miti"?
Delle quattro cinque cose che ho scritto come commento, e poi cancellate per decenza, rimane solo questa: bah.
Mariok - Franz, poichè la tua mi sembra una preoccupante sindrome ossessiva e devo credere che non è così ma è solo una mia errata impressione.
In genere, quando - ridotto allo stremo - faccio qualche accenno simile a quello di Mariok, Franz s'inviperisce e mi accusa di voler "entrare nella sua mente" e di altre simili nefandezze.
Facciamo così: prescindiamo dalla firma, e quindi dalla personalizzazione, e prendiamo il testo, o meglio i testi, come se fossero frammenti trovati per caso, anonimi, in una vecchia biblioteca, e diciamo che questi testi sembrano offrire la testimonianza di una "sindrome ossessiva", non in base a elucubrazioni sulla persona dell'autore, ma solo in conseguenza della lettura del testo in se stesso, del modo in cui sono ripetute certe affermazioni, ignorate altre, riportati e interpertati certi argomenti, etc.
Ma in realtà io conosco Franz da anni, e credo di aver assistito ad un notevole cambiamento dei suoi punti di vista.
In parte si tratta di un cambiamento assolutamente comprensibile, che si riferisce a fenomeni che appunto possono averlo indotto in seguito al succedersi degli avvenimenti "in diretta".
Meno comprensibile è la trasformazione di certe posizioni e di certe idee, che riguardano la storia delle moderne democrazie, il liberalismo e il socialismo, etc, che sono fenomeni largamente antecedenti non solo alla nascita delle mailing-list e dei forum telematici, ma all'invenzione stessa dell'informatica - per cui è presumibile che il giudizio di dieci anni fa non debba essere granché diverso da quello di oggi.
Per esempio, dieci anni fa Franz non avrebbe - e in effetti non ha - fatto un excursus storico-politico del rapporto socialismo-capitalismo come quello che ha in varie forme rappresentato in questa discussione. Anzi, ricordo bene che ci siamo trovati sostanzialmente d'accordo sulla ricostruzione che io ne feci, esattamente uguale a quello che ne faccio adesso, che ho avuto modo di accennare anche qui.
L'idea che mi sono fatto è che nel panorama culturale di Franz siano intervenute delle novità, o delle illuminazioni: per esempio quella, di cui Franz non fa mistero, del pensiero di Popper, o di alcune teorie di tipo tecnocratico.
Per arrivare però alla sindrome ossessiva bisogna fare qualche riflessione in più.
Io credo che sia successo a Franz ciò che succede spesso a chiunque adotti una teoria e se ne entusiasmi, marxismo compreso, per quelli che ne fecero e ne fanno una guida totalizzante: piace l'esito del ragionamento, o piace la premessa teorica, o ne piacciono alcune parti specialmente acute, e di conseguenza si adotta la teoria per intero, dalla sua eventuale cosmogonia fino ai precetti più minuti che ne scaturiscono per giudicare le ricette di cucina e le trasmissioni televisive.
A mio parere Popper - e anche le teorizzazioni tecnocratiche, per parte loro - espongono certamente alcune idee valide, che tutt'al più possiamo definire ovvie, e altre che possiamo accettare come conseguenti alle prime, ma non per questo condivisibili, e anzi visibilmente opinabili: nel complesso, niente di nuovo, né di notevole.
Ma questo è un mio giudizio, che Franz può non legittimamente non condividere.
Meno legittimo, sebbene largamente praticato, è però il nihilismo che ne deriva verso qualunque idea non conforme a questa surrettizia forma di neo-dogmatismo travestito da iper-liberalismo: un pericolo che io vedo nel pensiero di Popper e in quello dei tecnocrati, che trova conferma nella dialettica di Franz e nella vacuità politica di questa "nuova sinistra".