pagheca ha scritto:mettiamola cosi: secondo voi, se qualcuno avesse dato fuoco alla casa di Marx e a quella di Engels uccidendoli quando erano giovani e distruggendo ogni traccia dei loro manoscritti prima della pubblicazione, il mondo di oggi sarebbe migliore, peggiore, o uguale? O forse quelle idee sarebbero arrivate a maturazione attraverso altri interpreti?
La mia posizione e' che non lo possiamo sapere e che, come dice Annalu', il caso nella storia ha un ruolo molto piu' importante di quello che si crede. Ma paradossalmente questa affermazione e' antiscientifica, in quanto per definizione impossibile da verificare, dato che di Storia ce n'e' una sola e il cosiddetto butterfly effect non e' verificabile al di fuori di un laboratorio.
Per questo discutere di se e quanto il marxismo ha avuto un benefico effetto sul mondo mi sembra privo di senso. Beninteso non voglio offendere nessuno e ritengo che chiunque ne abbia voglia abbia tutto il diritto di spendere anche la sua vita intera a rispondere alla domanda in neretto, ma a volte non c'e' modo di evitare di dire cose che possano apparire spiacevoli ad altri senza evitare di dover dire la propria opinione.
pagheca
Quoto.
Non so nell'ipotesi prospettata da pagheca, come se la sarebbero cavata i russi ed i cinesi, che certo con lo Zar e con Chian Kai-shek già non vivevano nel migliore dei mondi possibili.
Recentemente, in occasione della famosa sortita di La Russa sulla repubblica di Salò, Massimo D'Alema, politico che non amo particolarmente, ma al quale riconosco un indubbio acume, osservò che se un ministro della difesa francese, in occasione della celebrazione della vittoria sul nazismo, avesse detto che certo la vittoria fu importante, ma che tutto sommato anche la repubblica di Vichy merita considerazione e rispetto, si sarebbe sollevato l'intero paese e prima fra tutti la borghesia francese. In Italia, tranne la solita sinistra, nessuno ha avuto granchè da dire.
Dico questo per osservare che quello che so è che in Italia ogni volta che si è reso necessario difendere la democrazia, in piazza ci è andata la sinistra fatta anche se non soprattutto di comunisti e "populisti" marxisti.
Se le condizioni degli operai non sono più quelle degli abitanti dei sobboghi londinesi all'epoca della prima rivoluzione industriale, non è certo per gentile concessione di capitalisti particolarmente buoni, nè grazie a qualche "liberale "illuminato", ma per le lotte anche durissime condotte anche in nome di "uno scontro di classe" di cui Marx, pur con tutti gli errori e le fallaci soluzioni, è stato in qualche modo interprete.
Venendo poi ai problemi della sinistra oggi, essi dipendono anche, pur se non unicamente, dal fatto che, malgrado le sberle prese dalla storia del '900, si ritrova sulle proprie spalle il peso della difesa della democrazia, dei diritti civili propri delle rivoluzioni liberali, della difesa dei più deboli anche dalle storture di politiche clientelari ed assistenziali. Forse un pò troppo per una sola parte politica.
Se in Italia non abbiamo avuto una Thatcher capace di eliminare, anche con iniziative traumatiche, le degenerazioni di uno stato sociale inefficiente e sovradimensionato, non può essere addebitato, anche questo, alla sinistra.
Ad essa tocca storicamente il compito prioritario di difendere gli interessi della parte più debole e meno ricca del paese. Sugli altri piani, quelli dei diritti civili, dei principi democratici, della laicità dello stato, tocca anche alle altre componenti fare la propria parte, piuttosto che limitarsi ad arricciare il naso o peggio a lanciare anatemi sugli errori e le contraddizioni della sinistra.
Questa "anomalia" del caso Italia, oltre ad avere effetti perversi sullo sviluppo distorto del nostro paese, ha finito inevitabilmente anche per condizionare la sinistra ed a complicarne i problemi.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville