mariok ha scritto:Pur non potendomi e volendomi definire marxista (chi d'altra parte potrebbe oggi farlo?) diffido delle affermazioni drastiche, secondo cui le analisi di Marx sarebbero tutte sbagliate e che da tali errori derivino tutti i mali dagli inizi del '900 ad oggi.
Dififdare è bene ma ragionare è meglio.
Visto che siamo qui riuniti in un forum decisamente per ragionare, direi, cosa è meglio fare?
mariok ha scritto:Non sono uno specialista e mi baso su ricordi giovanili, ma mi sembra che la sostanza dell'analisi marxista del capitalismo si basasse essenzialmente sulla constatazione che esso compra forza lavoro dai lavoratori ottenendo il diritto di rivendere il risultato dell'attività produttiva, realizzando così un profitto e che questo, secondo Marx, porta ad una insostenibile distribuzione della ricchezza.
Quella è che hai riassunto è la teoria del
valore, appunto una di quelle (la principale) che si è dimostrata errata.
Marx cercava di identificare il
valore delle merci in modo diverso dal metodo degli economisti liberisti.
Sulla sua teoria, cosi' ben esposta nel Capitale, ha basato tutto. Comunismo compreso.
Ha avuto torto priprio nel cuore della sua teoria. Il valore di beni e servizi è determinato dal mercato.
Eventualmente metodologie come (vagamente) la sua oggi sono usate per determinare il
costo, cosa diversa dal
valore.
mariok ha scritto:Quanto alle previsioni, sempre per dirla in parole semplici, esse ipotizzavano che le classi lavoratrici di tutto il mondo, presa coscienza dei loro comuni obiettivi, si sarebbero unite per rovesciare il sistema capitalista che le opprimeva.
Fu prevista, o vaticinata, la crisi irreversibile del capitalismo. Che non è mai avvenuta. Anzi si è scoperto che il suo bel comunismo altro non era che una sorta di "capitalismo di stato". Per giunta inefficente ed inadatto. Meglio l'originale, come i cinesi hanno recentemente scoperto. La citata presa di conscienza non c'è stata ed in effetti forse Marx se ne rese conto perché capi' che un pericolo (per la sua costruzione teorica) era la "aristocrazia operaia", che varebbe posto fine al proletariato. Altro pericolo era l'affermarsi della socialdemocrazia (per lui il nemico numenro UNO) ed in effetti poi i risultati sociali migliori nell'occidente furono raggiunti nel secolo scorso dalle società social-democratiche. Società non socialiste ma democratiche, aperte all'alternanza.
mariok ha scritto:Poiché credo che Marx non fosse Nostradamus, mi sembra ragionevole ritenere che la sua fosse, più che una “pre-visione”, l'indicazione di un risultato possibile di un processo storico in atto.
E' esattamente quello che dice Popper e determina la morte del socialismo scientifico. Cosa che pone Marx allo stesso livello di Nostradamus. Non è possibile fare previsioni. Solo
profezie. Il fatto che siano (a posteriori) giuste o sbagliate è del tutto casuale.
mariok ha scritto:Quanto all'analisi, prima di dire che essa è sbagliata, credo che bisogna porsi la domanda: è sbagliata la constatazione dell'insostenibile distribuzione della ricchezza (ritenuta invece equa e sostenibile) o, ferma restando l'esattezza della constatazione, è sbagliata l'individuazione della causa (il meccanismo di produzione del profitto)?
È sbagliata la constatazione di insosntenibilità. Il tema è complesso ma è già statto affrontato qui dentro, prima che tu arrivassi. Non è il caso di riaprirlo prima che tu non abbia letto il dibattito passato. Mi sono preso la briga di fare io la ricerca (visto che ricordavo alcune parole chiave) e ti risparmio l'onere di leggere centinaia di messaggi passati per trovarla.
Leggi
Per un populismo della sinistraPoi eventualmente se ti interessa ti comunico le coordinate degli studi citati.
In sintesi, le disomogeniità della distribuzione della ricchezza sono intrinseche in ogni meccanismo che generi sviluppo per cui anche se fossimo tutti uguiali, capaci e ricchi allo stesso modo (per ipotesi) dopo poco saremmo comunque tutti diversi, chi piu' ricco e chi meno (e chi ha perso tutto). Poi visto che uguali non siamo (per fortuna, dato che non siamo cloni) è ovvio che lo sviluppo produce differenze - anche grosse - mentre la stasi produce una povertà diffusa, come appunto ha fatto il comunismo.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)